Il cellulare vibrava,il sorriso sulla mia faccia non mentiva, Sara.
Allora,alle sette a casa tua,va bene.
Doccia,i capelli li ho sistemati? Cazzo la macchina!Devo passare a far benzina.Le chiavi sotto lo zerbino,apro sento il profumo di lavanda e l'acqua che risuona sul suo corpo,ok,sta facendo la doccia.
Cosa faccio?si dai,vado in camera.
Qualcosa mi spinge,tensione che sale e scende dalle mani e si dirama nelle gambe,cazzo guardala: i capelli che le baciano il collo.Vorrei essere pioggia sul suo corpo vorrei essere le sue dita che sfiorano tutto ciò che la mia mente immagina.
Basta esci da quel bagno prima che ti veda.Vado nella sua stanza e l'aspetto.
È incredibile come nonostante siano anni che la conosco il fiato diventa corto appena la percepisco nello spazio.Dai pensa a qualcos'altro,mi avvicino alla scrivania e vedo delle pagine che fuoriescono sotto una felpa stropicciata,lasciata lì a caso.
Mi viene da ridere mentre penso che nonostante gli anni nulla è cambiato,lei rimane sempre una disordinata cronica.
Leggo di sfuggita il mio nome su un bordo del foglio.
Prendo l'intero blocco ed inizio a leggere.Ma,come?
Questa sono io, il libro che sta scrivendo parla di me?Sento il getto d'acqua che si interrompe.
Entra in stanza una dea coperta da un asciugamano rosa.
S: "scusa se ti ho fatto aspettare dammi cinque minuti che mi asciugo i capelli e ci sono ok?"
K:" va bene,ti aspetto."
Tirai un sospiro di sollievo,fortunatamente prima che entrasse nella stanza riuscii a nascondere i fogli sotto il cuscino.
Ripresi a leggere e rimasi senza parole,rabbia e felicità si confondevano,uno strano mix che pervase i sensi: caffè dal retrogusto tostato.Avevo bisogno d'aria, ero molto confusa la stanza sembrava rimpicciolirsi.
Presa da mille pensieri mi allontanai quasi correndo.
Sentii il rumore della porta che sbatteva sulla schiena.
Stavo pensando, con mani sul volante al mio gesto infantile.Ad un tratto mi ritrovo dispersa,ero nella mia macchina con una sigaretta accesa e quei fottuti fogli che scorrevano tra le dita.
Ero io,li c'erano le mie parole tutto ciò che le avevo confidato,ero intrappolata nell' inchiostro ancorata a pagine stropicciate.
Vidi una strana creatura mi assomigliava ma era distante,era questo che pensava lei di me?
Si era immedesimata in me,aveva rubato il mio nome.
Inoltre,cosa ben più grave, Sara aveva avuto la presunzione di sapere quali fossero i miei sentimenti,e in gran parte aveva ragione e questo faceva paura.Si era presa gioco di me e sapeva, sapeva tutto.
Sapeva che ogni volta che la guardo io...
Ed era così vigliacca da non dirmelo.
La Sara che parla attraverso quelle pagine era innamorata di me,lo percepivo .Che finale del cazzo Sara,dimmi che senso ha scappare?
Sarai brava a scrivere ma questa non è solo la tua storia non puoi decidere per entrambe.
Finisco di leggere e vedo la cenere che ha bruciato il sedile.
Cerco di toglierla con le mani
Esco dalla macchina per cercare di respirare ed uscire da quel groviglio di parole e fumo.Ormai l'inchiostro macchiava i miei pensieri.
Ricordai quel messaggio alla vigilia di natale.
Ricordai i molti avvenire e il supporto che Sara mi diede.
La sua mano che stringeva la mia.
Il battito nei polmoni e l'aria fresca nei nostri occhi quando tra le lacrime silenziose mi portò fuori casa la prima volta.Avevo una fottuta paura,iniziai a gridare ma lei era lì mi sorrise e mi strinse la mano più forte,niente parole,solo le sue dita aggrovigliate che divennero le mie.
Mi ricordo tutti i mesi prima, quando arrivò a casa insieme a Samantha,una psicoterapeuta che mi seguì continuamente tutti i martedì e i giovedì pomeriggio.
Mi ricordo quando disse a mio padre di essere un fottuto bastardo egoista e strappò la collana di mia madre dal collo di Marta.
Mi ricordo le risate che seguirono.
Ricordo infine di averle spiegato il perché di tutto.
Le raccontai dell'incidente quando ad otto anni persi mia madre,della morte che tiene per mano i sopravvissuti.Le raccontai cosa successe quella sera quando dopo averla baciata lei se ne andò via e io rimasi lì da sola in quel giardinetto, fuori dalla scuola .
Quel giorno dove iniziò tutto quello che poi con Samantha ho portato alla luce.Arrivarono quei ragazzi che iniziarono ad inveirmi contro
Chiedendomi se ero maschio o femmina finendo per dimostrarmi secondo loro che cosa significava essere uomini.
Facendo poi quello che fecero,e distruggendo poi,quello che hanno distrutto.Rimasi per terra,mi sentivo così sporca.
Sara,tu sai tutto questo e sai anche quanta forza ci volle per ritornare a casa quel giorno,ritornare in una casa vuota perché mio padre era sempre fuori,trovare la forza di pulirsi;per fortuna che Mery era lì,senza faccia non poteva provare disgusto nel vedermi,quello lo sentivo solo io osservando i kilometri di pelle cuciti addosso alla più feroce delle paure.
Avevo perso me stessa,continuavo a rivivere la morte di mia madre solo per non vedere la mia,una morte che non infetta la carne ma la libertà.
Mi ricordo gli anni dove lei non c'era,coincisero con il buio.
Ora sotto la luce della verità,penso sia stata una fortuna aver rimosso quella violenza nonché una condanna che durò molti anni.
Così mi aggrappai a mia madre,o meglio al suo ricordo; ricondussi a lei tutto il mio amore,piccola candela fioca nella notte colpevole.
Solo con te Sara,ho affrontato ciò che era nascosto a me a alla finestra.
Tu hai riportato alla luce la verità e le mie cicatrici ?
In tutto questo però sei rimasta mia amica senza esporti troppo...
So che lei vuole che io prenda quell'aereo domani.
Era già scritto.Non volli rileggere niente accesi la macchina e ripartii.
Ero di nuovo sotto casa sua
Ad un certo punto la vidi,una sagoma che vibrava tra ante aperte.Ondeggiava dentro una nube di fumo,era lì affacciata.
I suoi occhi stanchi sapevano già tutto d'altronde era lei la mia piccola scrittrice dai finali tristi.
Aspettava sola quel punto,come la vecchiaia quando con occhi rivolti verso l'orizzonte sa che la fine è vicina e le braccia sono troppo deboli per afferrare i sole prima che tramonti.
La rabbia uscì dal mio corpo ci rimase solo la traccia di un sorriso,sapevo cosa fare.
Aveva scritto tutto,anche ciò che non sapeva.
Stranamente la lettura di quelle pagine accese la tempesta ma anche il suo calmiere.
Sì dovevo andare,non posso scrivere la sua scelta.
Suonai il clacson,avevo già adagiato lo scritto nel bucalettere.
Lei mi vide."buona notte Sara."
Gridò il mio nome,scese le scale di fretta.
Mentre me ne andavo vidi la sigaretta appoggiata malamente nel posacenere ancora accesa che cadeva dal davanzale,piccola luce di speranza per me.Non è la fine Sara.

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Senza toccarti
RomanceDevo dire che non mi dispiaceva. Non mi dispiaceva il sapore alcolico delle labbra di Sara nè la mia mano che accarezzava il tulle nero del suo vestito con ambizioni ben più gravi. Il primo bacio,accantonato in una sera troppo sbarazzina e alcolica...