Ieri c'è stata la rottura dello schema,come al mio solito ero affacciata alla finestra ,mio padre ritornava dall'azienda.Il portone si apre e i passi non sono i soliti,erano diversi,sembravano vivaci .
Sento le chiavi che scricchiolano all'interno della serratura,io sono li di fronte alla porta .Ora mi appare il suo viso,aveva un'espressione quasi felice,gli occhi non più vitrei sembrano quasi vivi.
Tutto apparve più chiaro poco tempo dopo.Ma questo io potevo già immaginarlo anzi,potrei azzardarmi dicendo che lo sapevo già.
Sono solita osservare le persone e il loro comportamento.C'è una donna.
Lui mi guardò frettolosamente poi distolse lo sguardo e mi disse che doveva andare via per un meeting di lavoro e che era passato a casa solo per cambiarsi.
Nel andare in bagno fece cadere il grembiule di mamma per terra, non se ne accorse nemmeno,non ci fece neppure caso.
In quel momento,in quel preciso momento io ero lì,ancora di fronte alla porta.Mi sentii pugnalata alle spalle, il fiato mancava,il battito era accelerato l'adrenalina fremeva nelle vene e si ci pensai;pensai di andarmene.
Infondo cosa ci vuole esco da questa porta scendo le scale e poi apro il portone e...e poi niente ci arrivai al portone lo aprii.Le grida,le macchine, gli sguardi addosso mi stavano assalendo avevo le gambe sporche di sangue, tutto si susseguiva così veloce in modo frenetico,la luce verde pulsava nei miei occhi :il mostro era tornato.
Sono le quattro e venti.Sempre la stessa ora.
Incapace d'agire una forza sovrannaturale si propagava nelle mie membra scorreva nelle vene arrivava nelle mie mani,la porta ora era chiusa.
Poi il mio corpo si spense: mi sento cadere.Apro gli occhi, la mente è frastornata,sopra di me c'è il bianco.
Tolgo il lenzuolo la luce mi acceca.Le mie labbra sono secche e gli occhi faticano ad aprirsi,i muscoli fanno davvero male.
Decido di alzarmi,appoggio un piede sul pavimento,poi l'altro.
Ora sono in piedi ma non ho la forza, la gamba cede, il mio corpo cade violentemente a terra.
Mio padre ora è nella stanza.
Katy perché ti sei alzata?
Era ora di pranzare,lui mi fissava mentre mescolavo il formaggio nella minestra e sapevo che lo avrebbe chiesto, così lo anticipai.
Dalla mia bocca naccque un urlo.
Lui si alzò dal tavolo e se ne andò in camera.
Lo sapeva da anni,ma non riusciva ad accettarlo,la sua brillante figlia Katy anonima disegnatrice di una famosa catena di abbigliamento era malata,e lo era da molto tempo ormai.
Mio padre semplicemente non voleva affrontarlo.io d'altronde non potevo biasimarlo,perchè non ci riuscivo neppure io.
A dire la verità lui mi ricordava molto George(o almeno questo era il nome che gli avevo dato).
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Senza toccarti
RomanceDevo dire che non mi dispiaceva. Non mi dispiaceva il sapore alcolico delle labbra di Sara nè la mia mano che accarezzava il tulle nero del suo vestito con ambizioni ben più gravi. Il primo bacio,accantonato in una sera troppo sbarazzina e alcolica...