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Mi sento smarrita.
Gli occhi di Jude erano così opprimenti e pieni di delusione. Mi ha scossa fino al cuore, come se un fulmine mi avesse colpita con tutta la sua potenza. Non avrei mai immaginato mio fratello guardarmi con tale disprezzo. Come se una parte di me avesse smesso di battere e si fosse spenta per lui.
Non ho fatto neanche in tempo ad alzarmi per cercare di raggiungerlo che l'ombra di mio fratello era già sparita e il mio coraggio assieme a lei. Mi sono sentita soffocare quando sia Zayn che Harry mi hanno gridato di fermarmi, di lasciare fare a loro. Le loro voci così calde e rassicuranti mi avevano trattenuta per qualche secondo, incapace di ragionare o di fare qualunque movimento a quel suono. Eppure io sono corsa via, sono corsa tra la folla di persone cercando di raggiungere mio fratello, il mio unico appoggio durante questi ultimi anni. Mo sento le gambe molli, la testa pesante e il respiro spezzato. Le persone ballano, si divertono, ridono e vorrei gridare a tutti loro di smetterla. Ho sbagliato tutto, dal momento in cui ho accettato il passaggio di Zayn a quando mi sono lasciata baciare da entrambi su quel dannato divanetto.
Jude ha tutte le ragioni del mondo per essere disgustato e arrabbiato.
Ignoro le lacrime che minacciano di scendere cercando di non andare fuori di testa e mi avvicino all'angolo dove prima stava Jude. Le luci neon non arrivano fino a qui e la gente è meno ammassata. Mi guardo attorno disperata ma l'unica cosa che vedo è il muro e una porta. Ma certo una porta. Corro spingendola con tutto il mio peso ritrovandomi in un corridoio freddo e buio. Le pareti sono piene di scritte e non danno alcun senso di calore. È una delle uscite di emergenza.
Rabbrividisco vedendo un'ombra ferma in lontananza.
"Jude?" Sussurro camminando lentamente verso quello che spero sia mio fratello.
"Ti sei divertita abbastanza stanotte sorellina?" Ride Jude rimanendo fermo nell'ombra. La sua risata non è affatto dolce e premuroso. Ha assunto un tono d'odio e sono sicura che non è tanto lucido da rendersi conto di quello che esce dalla sua bocca.
"Jude ascoltami per favore" cerco di riprendere fiato facendo piccoli passi avanti. L'ombra rimane ferma come prima, nessun movimento, ne avanti ne indietro. Non so neanche cosa dirgli, voglio solo che non se ne vada, che non mi abbandoni così.
"Cosa mi vuoi dire Mary? Che sei una piccola puttanella? Ti fai scopare da entrambi vero?" Grida più arrabbiato. D'istinto mi fermo facendo un passo indietro. Il suo tuono rimbomba su tutto il corridoio fino alle mie orecchie. Vorrei che le sue parole fossero dettate solo dall'odio che prova nei miei confronti ma la verità è che non è così. Mio fratello non è solo arrabbiato con me, mi disprezza per quello che mi ha visto fare.
"Jude.. come puoi dire una cosa così" sussurro abbattuta sentendo le lacrime scorrere lungo le guance.
Sento tutto il peso del suo sguardo su di me e vorrei solo rannicchiarmi in un angolo buio e piangere fino all'esaurimento.
Mi vede sotto una luce negativa adesso. Per lui sono cambiata, sono una "puttanella".
"Jude ti prego" allungo un braccio verso di lui pregandolo. Non so neanche per cosa io lo stia pregando. Di avvicinarsi? Di smettere di torturarmi così?
"Per favore non.. " cerco di parlargli ma ciò che esce è solo un singhiozzo infantile, patetico.
"Sei solo una stupida Mary! Apri gli occhi, non sono chi fanno credere si essere" sputa freddo girandosi e uscendo all'esterno.
"No, Jude" lo rincorro asciugandomi gli occhi prima di seguirlo fuori. Comincio subito a tremare a causa dell'aria gelida ma non mi fermo. Non può andarsene così. Sta salendo in macchina quando lo raggiungo cercando di aprire la portiera del passeggero. Bloccata.
"Jude!" Grido da fuori bussando sul finestrino. Sono disperata adesso, ho bisogno che mio fratello mi parli. Continuo a battere i palmi contro il finestrino cercando di attirare la sua attenzione ma niente. È fermo al posto di guida, lo sguardo concentrato davanti a se.
Solo adesso riesco a vedere i lineamenti del suo viso sotto la luce soffusa della macchina. Sembra triste e amareggiato. Cerco di aprire nuovamente la portiera ma non reagisce in alcun modo e come se non fossi presente mette in moto partendo a tutta velocità rischiando di investirmi. Barcollo presa alla sprovvista cadendo alla fine sul marciapiede non riuscendo a stare in equilibrio.
Le lacrime ricominciano a rigarmi il viso mentre guardo silenziosamente la strada ormai vuota.
Le parole di Jude mi vorticano ancora nella mente, le sue offese, il suo tono di disprezzo. Mi sistemo sul marciapiede poggiando i gomiti sulle ginocchia e coprendomi il viso con le mani. È solo un incubo.
Devo solo svegliarmi e tutto questo sarà finito.
Ma quando riapro gli occhi il freddo insieme alla realtà mi colpiscono in piena faccia.
Ispiro a pieni polmoni alzandomi. Devo tornare da Harry e Zayn. Non posso rovinare le cose anche con loro.
Quando rientro però il divanetto è vuoto. Non c'è traccia ne di Harry ne di Zayn. Mi avvicino di più e la delusione mi invade completamente.
Brava Mary, hai rovinato tutto, di nuovo. Il mio sguardo rimane fisso davanti a me nella speranza che uno dei due torni ma invano. Non torneranno da me, non me lo merito. Noto un portafoglio nero in pelle nell'angolo del mobile morbido. Mi guardo attorno prima di prenderlo con cautela cercando di capire chi è il proprietario. Quando lo apro non c'è alcuna foto, nessun segno che mi faccia capire a chi appartiene, solo carte. Tiro fuori per metà un documento cercando di leggere sotto le luci del neon il proprietario. Oh. È il portafoglio di Harry. Lo richiudo stringendolo a me per non perderlo. Quella sensazione di vuoto mi devasta facendomi sentire sola nuovamente.
"Mary va tutto bene?" Mi giro notando Katrine con due drink in mano. Oh mio Dio sono così sollevata di vederla.
Lei mi guarda stranita e probabilmente riesce a leggere la disperazione sul mio volto ormai rigato di lacrime.
Guardo i suoi due drink poi lei cercando di dire qualcosa, qualunque cosa ma non ci riesco.
Chiudo gli occhi riprendendo quel poco fiato che mi rimane.
"Mi daresti un passaggio a casa per favore?" Dico con la voce rauca e capisco che probabilmente non avrei dovuto mettermi a piangere in mezzo alla strada con tutto quel vento.
Kat mi lascia un'ultima occhiata guardando poi i suoi drink facendo una smorfia.
"Stai bene?" Richiede afferrandomi un braccio e lasciando su un tavolino i drink.
Io annuisco leggermente stringendo ancora il portafoglio di Harry in mano.
"Sono solo stanca" la rassicuro mentre ci dirigiamo verso la sua macchinina. Katrine non la usa quasi mai, le piace tanto bere quindi so che la lascia a casa apposta. Immagino di essere stata fortunata. O forse Katrine ha già bevuto e aveva semplicemente intenzione di lasciare la macchina qui per poi venire a riprenderla domani.
In ogni caso non obietto seguendola fuori dal locale. Non riesco a non cercare l'auto sportiva di Harry nel parcheggio, forse perché vorrei che fosse lui a riportarmi a casa.
"Le feste non fanno per te a quanto pare" ridacchia la mia amica schiacciando la piccola scatoletta quadrata nella sua mano. Subito in lontananza i fari di una macchina si illuminano facendoci individuare la sua posizione.
Raggiungo l'auto sedendomi sui sedili del passeggero. Quando Katrine mette in moto e comincia a fare varie manovre per uscire dal parcheggio appoggio la testa contro il finestrino concentrandomi su tutto tranne che sugli ultimi eventi della serata. Sento gli occhi pesanti e la testa pulsare in continuazione. Vorrei solo non essere mai venuta a questa festa.

MÉNAGE |h.s.| |z.m.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora