Capitolo 8

21 6 8
                                    

Vi avevo già anticipato che sarebbe successo qualcosa a Will ma non vi avevo detto che fu solo colpa mia.
Ero ancora nel bagno e Kelly la Driade  stava facendo di tutto per farmi arrabbiare.
"Presto saprai tutto. Ma non sei contenta?"
"E di cosa?"
" Del tuo primo incarico! È arrivato decisamente prima rispetto alla media."
"Cosa intendi per incarico?"
"Cerca nella tua mente. Le risposte ti arriveranno."
Non ce la facevo più. Mi incamminai verso l'uscita del bagno e sentii Kelly dire:
" E poi per adesso devi solo portarlo a termine!"
"E COME FACCIO SE NON SO NEANCHE DI CHE STIAMO PARLANDO? DEVI DARMI RISPOSTE!"
"I...Io... non posso."
"ADDIO."
Sbattei la porta del bagno e corsi fuori.
Erano arrivate le nostre cioccolate calde. Mi sedetti e solo dopo mi accorsi della faccia di Will.
"E così..."
"Ah sì scusa è che avevo mal di stomaco  e..."
"No, intendo... beh ti si sentiva da fuori. Il fatto è che è come se in risposta avessi il rumore dello sciacquone  del bagno. Sei sicura di stare bene?"
Ah e così Kelly aveva scelto il rumore dello sciacquone per parlarmi. Tra tutti i suoni della natura proprio...
"Dimmi la verità, fa parte di ciò che mi devi spiegare?"
Nei suoi occhi vidi un'espressione molto preoccupata. In effetti sicuramente stava pensando che io fossi pazza.
Feci un respiro profondo e gli spiegai tutto.
" Ah. Bella storia, davvero. Ehm, avresti potuto portarla al corso di scrittura creativa, avresti preso un bel voto e..."
"Will."
"... magari potresti anche andare da un analista. Ho sentito che fanno miracoli. "
"Non sono pazza."
"Beh no di certo, vedi solo cose e senti solo voci. Che sarà mai? Sarah io mi preoccupo per te."
Sentii una strana sensazione di calore crescere in me. Nessuno mi aveva mai detto che si preoccupava per me, nemmeno la mia famiglia o i miei tutori.
Stavo per rispondergli ma dalla grondaia del tettuccio sotto il quale stavamo cadde una stele di ghiacchio che colpì in pieno Will.
Non so di preciso cosa sia successo dopo. So solo che qualcuno ci ha aiutato, ha fasciato la testa di Will e poi ci ha portati alla velocità della luce in ospedale.
Mi ricordo solo di essermi seduta ai divanetti. Piangevo come una disperata. Non sapevo neanche perché. Il ghiaccio lo aveva colpito alla testa. Speravo non fosse niente di grave. Alla fine mi addormentai su una poltroncina, finché un'infermiera non mi venne a svegliare dicendomi che il mio amico era appena uscito dalla sala operatoria.
"Normalmente non facciamo entrare persone che non siano i parenti,"
Sala operatoria? Era più grave di quanto pensassi?
"ma il ragazzo ha chiesto espressamente di lei."
Entrai titubante nella stanzetta dove Will era sdraiato con la testa fasciata e un camice orrendo addosso.
"Ciao Sarah, vieni dentro."
Oh grazie a Dio. Poteva parlare.
Mi avvicinai e gli osservai il volto. Era stranamente rilassato.
"Cavolo Sarah. Tra i due quello sdraiato in ospedale sono io e tu piangi?"
Questa fu la conferma che stava bene.
"L'ho vista."
Mi asciugai le lacrime con la manica del maglione.
"Vista chi?"
"La donna, Kelly. Aveva la pelle verde. È lei che mi ha salvato."
"Quindi non credi che io sia pazza."
"Certo che no. Credo che entrambi siamo pazzi."
Scoppiai a ridere e lui fece altrettanto, ma si dovette fermare subito perché gli faceva male la testa.
"Ti devo chiedere un grande favore, Sarah."
"Dimmi tutto."
"I dottori dicono che mi terranno qui per un po'. Hanno già chiamato la scuola."
È vero. La scuola. Me ne ero dimenticata. Sarei stata sicuramente punita a vita.
Forse Will vide e comprese la mia espressione, perché mi rispose:
"Tranquilla non hanno intenzione di punirci. Infatti, la caduta del ghiaccio non può essere controllata da noi, perciò automaticamente non può essere colpa nostra."
Mi sentii più tranquilla.
"In questi giorni in cui sarò tenuto qui in ostaggio, potresti venirmi a trovare e magari portare i compiti e aggiornarmi su ciò che sta succedendo?"
"Ma certo Will. Era scontato che io lo facessi."
"Ottimo perché ho già avvertito la scuola."
Risi, forse troppo forte perché arrivò un'infermiera che mi intimò di tornare a scuola.
Così feci.
Sul tragitto a piedi ripensai a quanto fosse strano il fatto che il ghiaccio cadesse in quel modo.
"È colpa tua."
Riconobbi quella voce.
"Perché dovrebbe scusa?"
"Le Teller devono controllare le proprie emozioni. Se non le controllano allora Natura risponde."
"Ma perché la natura dovrebbe rispondere uccidendo il mio migliore amico?"
"La natura non lo so, ma per Natura è normale."
"Non capisco."
"Un giorno capirai."
Kelly fece per allontanarsi.
" Ehi Kelly...grazie per ciò che hai fatto a Will, io..."
Era già sparita.
Mentre camminavo e ripensavo a quello che era successo, andai a sbattere contro una persona.
"Ehi attenta a dove vai."
"Scusa..."
Alzai lo sguardo e incrociai i suoi occhi.
"... Caleb."
"Sarah, da quanto tempo."

Something I can't tell  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora