Capitolo 06

736 69 3
                                    

Il caldo era tornato e con lui, il sole.
Gli uccellini cinguettavano fuori dalle finestre, della biblioteca del castello.
Li sentiva benissimo.

Il loro canto trasmetteva gioia ed armonia.
Le venne voglia di cantare.

Era felice.
Lui esisteva, l'aveva toccato.
Non era un sogno.

Stava cercando un libro sulle leggende popolari o sulle creature mistiche.
Voleva sapere qualcosa di più su di lui.

Cercava fila per fila, scaffale per scaffale.
Non trovava nulla.

Non capiva nemmeno se stava realmente leggendo i titoli, di quei volumi enormi.
Pensava solo a lui e vedeva il suo viso riflesso sulle copertine di ogni singolo tomo.

Quando si rese conto di essere troppo distratta, chiuse gli occhi.
Respirò a fondo e riprese la ricerca.
Quando trovava un libro con un titolo promettente, correva ad appoggiarlo sulla scrivania, in mezzo alla biblioteca.

Passarono ore prima che finisse di ispezionare tutti gli scaffali.
Era sfinita.

Portava tra le mani l'ultimo volume da appoggiare sulla scrivania, ma quando arrivò si accorse che non c'era più.
Era completamente sommersa dalla cinquantina di libri che aveva raccimolato.

Si sedette goffamente e sbuffò.
Appoggiò la testa sui volumi.

Non ce la farò mai!

Guardò l'alto pendolo, davanti all'ingresso.
Era quasi ora di cena.
Avrebbe potuto riprendere domani.
Ma la curiosità era troppo grande.

Sbuffò ancora, decise che la cena poteva attendere.
Si mise comoda e cominciò a leggere il primo libro.

<Elsa?>

Il grande portone, in legno scuro e decorato della biblioteca si aprì leggermente, cigolando.

<Elsa?>

<Si?>

Anna seguì la voce della sorella raggiungendo la scrivania.
Quasi non la vedeva dietro a tutti quei volumi.

<Elsa è tardissimo.
Ti aspettavo a cena, ero preoccupata.>

<Oh, scusami Anna. Mi dispiace.
Non ho fatto, veramente, caso all'orario.>

In realtà sapeva benissimo che la sorella l'avrebbe aspettata.
Vedeva solo il viso di Anna oltre la montagna di libri.
Piegandosi, leggermente, di lato notò che era in pigiama.

Ma che ore sono?

Guardò oltre Anna, il pendolo segnava le 22.

Cavolo!

<Si, è davvero tardi. Ti ho portato qualcosa da mangiare.>

Anna sollevò il vassoio, che teneva tra le mani, in modo che la regina potesse vederlo.

<Grazie mille.>

Le sorrise.
Elsa si alzò dopo tante ore seduta.
Accettó il vassoio e andò a sistemarsi in un'altra scrivania.
Anna si sedette accanto a lei e la guardò mangiare.

<Allora...
che stai cercando in tutti quei libri?>

<Oh no, niente d'importante, davvero.>

<Come niente d'importante?
A me lo sembra. Sono ore che sei qui.>

<Bhe è solo una cosa che ha attirato la mia attenzione, tutto qui.>

<Va bene, ho capito.
Non ne vuoi parlare.>

Sorrise.
Era un sorriso dolce e sincero.
Le si scaldò il cuore.
Anna la capiva troppo bene, ormai.
Finì di masticare l'ultimo boccone di biastecca e le sorrise a sua volta.

<Bene.
Ora che hai finito direi che possiamo andare.>

Anna prese la sorella sotto braccio e la condusse fuori dalla biblioteca, con la forza.

<Ma...Anna!>
<Niente "ma Anna"!
Niente è più importante che la regina di Arendelle si faccia un bel sonno chiaro?>

Elsa sorrise ancora.
Le voleva proprio bene.
Si arrese e andò a coricarsi.
Avrebbe continuato il giorno seguente.

Indossò il pigiama e si infilò tra le lenzuola.
Il suo letto a baldacchino era comodo e fresco e lei non si era resa conto di essere tanto stanca.
Scivolò immediatamente in un lungo sonno, senza sogni.

Come cade la NeveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora