GAME OVER

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La ragazza si svegliò con un sonoro sbadiglio.
Si stropicciò gli occhi, ancora assonnata, mentre faceva vagare lo sguardo nell'ambiente circostante, cercando come sempre di capire dove si trovasse e che ore fossero.

Alla seconda domanda rispose l'orologio digitale posto sulla scrivania, le cui cifre rosse dicevano: 4.58

"È ancora così presto?" Pensò prima di rendersi conto di un'altra cosa...

Lei non aveva un orologio digitale.

Sgranò gli occhi di scatto e si rialzò in fretta e furia.
O meglio, provò a rialzarsi in fretta e furia.

Si ritrovò però bloccata da qualcosa che glielo impediva. Qualcosa che dopo una breve analisi capì essere una gamba.

"...O...k..." Pensò mentre lentamente si toglieva la gamba di Akari di dosso.

Ora iniziava a ricordare: la sera prima erano rimaste sveglie fino a tardi per guardare Cartoon Network, infatti si trovavano ancora sul tappeto del soggiorno, e a quanto pareva si erano perfino addormentate lì.
La bionda doveva aver spento il televisore quando lei aveva già preso sonno, per poi addormentarsi a sua volta.

"Svegliarmi e farmi semplicemente tornare a casa mia no, eh?" Pensò sospirando mentre finalmente riusciva a rimettersi in piedi.

"Chissà a che ora si sveglia lei di solito." Si chiese poi mentre a passi lenti e stanchi si dirigeva verso il frigo, situato nella stessa stanza.

Amaya non aveva un orario preciso a cui solitamente si alzava o andava a dormire.
Di solito dipendeva tutto da quanto fosse bello il videogioco al quale stava giocando al momento.
Se era particolarmente interessante finiva anche con l'addormentarsi alle due di notte e svegliarsi intorno alle cinque o alle sei al massimo per poter riprendere subito a giocare.
Invece se era noioso dormiva normalmente, più o meno dalle dieci o undici di sera fino alle otto del mattino.

"Maddai, non ha niente?!" Pensò sbalordita quando, aprendo lo sportello del frigo, si ritrovò davanti solo un paio di bottiglie d'acqua.

Cercò allora nei vari cassetti e dispense, ma non trovò nulla.

"Bè, dopotutto si è trasferita qui solo ieri..." Pensò sospirando. "Immagino che debba ancora fare la spesa."

Ora che ci pensava doveva esserci un konbini nelle vicinanze, ovvero un piccolo negozio aperto ventiquattr'ore su ventiquattro.

"Magari posso scendere prima che lei si svegli e prendere qualcosa. Forse hanno il melon pan..."

Si sorprese da sola di questo pensiero.

Fino al giorno prima non avrebbe mai creduto di poter pensare davvero di fare una cosa simile con tanta naturalezza, come se fosse una cosa da nulla.
Incredibilmente però adesso, nonostante un po' di paura ci fosse ancora, sentiva davvero di potercela fare.

Era quindi pronta ad uscire, quando si ricordò di un piccolo quanto importante dettaglio: non aveva soldi.

Non con sé, almeno. Tutto ciò che aveva era nel suo appartamento.

"Ora che ci penso, se adesso posso uscire di casa, posso anche comprarmi un computer da sola!" Pensò entusiasta.

Allora si ricordò di un'altra cosa: anche Akari aveva un computer nascosto lì da qualche parte e, se le aveva detto la verità, in quel videogioco dal boss imbattibile si trovava esattamente al punto della partita nel quale si era bloccata lei.

...Prima che se ne rendesse conto, aveva iniziato le ricerche.

"Akari non può arrabbiarsi, dopotutto a me ha fatto ben di peggio." Pensò mentre apriva un cassetto e controllava al suo interno.

Per un attimo si sentì quasi in colpa nel frugare così tra le sue cose senza chiedere il permesso, per di più considerando che la proprietaria di casa era proprio lì, addormentata. Ma ogni briciolo di dispiacere se ne andò all'istante quando si rese conto che il giorno prima lei si era ritrovata nella sua stessa medesima situazione.
E Akari si era forse sentita in colpa?
Ma certo che no.

Con rinnovata energia, quindi, la mora continuò le sue ricerche, finendo col setacciare da cima a fondo perfino il bagno.

Dopotutto la bionda aveva detto di averlo nascosto, per cui doveva trovarsi in un posto davvero assurdo e improbabile.

Per questo all'inizio Amaya non aveva considerato neanche lontanamente l'idea di controllare la sua camera da letto, il luogo più ovvio nel quale avrebbe potuto tenere il computer e il videogioco.

Dopo circa mezz'ora di ricerche, però, la ragazza si rese conto di aver controllato ovunque meno che lì e, pensandoci bene, forse perfino Akari aveva ragionato in questo modo, magari aveva creduto che mettendolo nel posto più ovvio, lei non l'avrebbe mai trovato.

"Mi dispiace per te..." Pensò sogghignando mentre lentamente spingeva verso il basso la maniglia. "...Ma niente e nessuno può impedirmi di giocare ai videogiochi!"

Si ritrovò così all'interno della camera di Akari.

Ad Amaya venne subito in mente il suo appartamento: buio, con l'aria stantia e, soprattutto,  disordinato da cima a fondo.

Accese la luce, sempre sperando di non aver fatto troppo rumore, e iniziò a guardarsi intorno.

Era un disastro, solo così si poteva dare l'idea di come fosse.
In pratica una discarica in miniatura.

Il letto aveva le coperte disfatte e il materasso pareva aver fatto la guerra da quanto era rovinato.
Il pavimento invece era disseminato di sporcizia: briciole, buste, strani imballaggi e poi degli attrezzi: martelli, cacciaviti, chiodi... Cose di questo genere.

"Ma cosa...?"

In fondo alla stanza, oltre ad una piccola finestra che aveva le tapparelle completamente tirate, c'era un armadio dalle ante a specchio.

"Magari è lì." Pensò la ragazza avvicinandosi.

Eppure più camminava, più le passava la voglia di scoprire cosa ci fosse all'interno di quell'armadio e uno strano senso di inquietudine la invase.

"Forse dovrei tornare indietro..." Pensò mentre allungava la mano verso il pomello.

Alla fine però lo fece.

La serratura schioccò con uno scatto e le ante cigolarono leggermente.

La ragazza sgranò gli occhi incredula.

Le luci si spensero tutto d'un tratto.

La porta si chiuse alle sue spalle.

Udì dei passi rapidi e leggeri farsi sempre più vicini.

- Non dovresti essere qui. -

GAME OVER

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