Capitolo sesto

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Per la prima volta dopo settimane, appena finita la colazione Louis si trascinò di malavoglia in palestra. Non era come gli altri giorni. Semplicemente non aveva davanti a se il suo allenamento ideale. Pink Floyd e pause per rilassarsi disteso in mezzo alla pedana probabilmente sarebbero state rimpiazzate da cose molto meno piacevoli. Ci superò quasi quando entrò nella palestra vecchia e non vide Harry da nessuna parte. Ma ovviamente quel bastardo doveva arrivare da dietro di lui con un sorriso stampato sul volto.
《Pronto per allenarti?》chiese con un sorrisino sul volto il riccio.
Si rendeva conto di star cercando la morte? Louis grugnì e poggiò (gettò svogliatamente) il suo borsone a terra.
《Pensa quello che vuoi, ma non provare a togliermi la musica.》disse dirigendosi verso lo stereo e ci collegò l'mp3. I bet my life degli Imagine Dragons risuonò nella palestra e sembrava tanto una presa per il culo la canzone che la riproduzione casuale aveva scelto. Lui scommetteva che non sarebbe mai sopravvissuto a quegli allenamenti.
《Vogliamo iniziare ora?》sbuffò Harry, entrando definitivamente nella lista nera del liscio.
Di malavoglia Louis iniziò a correre per riscaldarsi, maledicendo in tutte le lingue del mondo (o meglio, usando tutti gli insulti che conosceva) il suo allenatore.
《Non hai rispettato i patti.》esordì al quinto giro di pedana.
Harry sollevò lo sguardo dal libro che stava leggendo seduto in mezzo al tavolato.
《Lo faccio per te.》
Louis si bloccò di colpo, ruotando in modo da trovarsi il ragazzo davanti.
《Scusa? L'hai fatto per me?》chiese, tra lo stupito e l'arrabbiato 《Mi hai obbligato ad allenarmi per me? E ora mi alleni tu per farmi un piacere? A me?》
Il riccio si portò una mano tra il capelli, arruffandoli maggiormente.
《Inizia a fare le andature Louis, punte tese e spalle indietro.》
E davvero, il più piccolo l'avrebbe voluto uccidere. In ogni caso fece quello che gli era stato detto senza lamentarsi.

Un'ora e mezza dopo (un'ora e mezza, ma si rendeva conto?) Harry  annunciò che il riscaldamento era finito. Louis si lasciò cadere a terra maledicendo la sua lingua tagliente che gli aveva fatto guadagnare serie di esercizi in più.
《Stanco?》chiese quasi preoccupato il riccio.
Come risposta ricevette dei grugniti indistinti e un'occhiata da far accapponare la pelle.
《Tu che dici Styles? Mi hai fatto fare punte sulla trave per quaranta minuti, ho i polpacci che vanno a fuoco.》rispose piccato.
Harry scossa la testa ridacchiando. Lo sapeva per esperienza, fare punte sulla trave era un suicidio. Soprattutto per tanto tempo.
《Alzati dai, vediamo cosa sai fare.》
《So fare routine con cui potrei vincere un'altra medaglia ai mondiali. Quindi cosa vuoi farmi fare Styles?》chiese con un sopracciglio alzato.
《Rovesciate senza mani e flick. Tu che dici, troppo facili?》
Louis sbarrò gli occhi. Non poteva fargli fare davvero delle cose così semplici. Era inaccettabile.
《Stai scherzando vero?》
Harry ridacchiò e scosse la testa.
《Stai sicuro che alla fine di questo allenamento sarai più distrutto del solito.》disse solamente avvicinandosi allo stereo per cambiare canzone.
Il castano lo guardava seduto in mezzo alla pedana mentre l'altro scorreva con un dito le canzoni presenti nell'mp3 del ragazzo.
《Questa me la ricordo. Tu no?》chiese con un ghigno sul volto mentre 4x4ever investita Louis come un treno lanciato alla massima velocità. Si sentì come se gli fosse appena stato staccato il cuore dal petto a morsi. Non poteva fargli quello, semplicemente non era giusto. Non era giusto che a lui dovessero venire sei flash di vecchi momenti che sperava aver chiuso in un cassetto per sempre. Quel riccio l'avrebbe rovinato. Non poteva mettere su la canzone dell'esercizio al corpo libero con cui aveva vinto una medaglia ai mondiali. Era doloroso. Non voleva ricordare quei giorni. Quelli che sarebbero dovuti essere i più belli e felici della sua vita e invece erano stati il girone dell'inferno più tremendo. Boccheggiò guardando Harry che lo guardava ora con uno sguardo confuso. Doveva essere stato immobile per un po' troppo tempo fissando lo stereo senza sbattere nemmeno le palpebre. Deglutì sercando di non rendere troppo evidente il suo nervosismo e si alzò. Ma le mani sudate chiuse a pugno, le gambe che tremavano e la bocca ancora leggermente spalancata lo tradirono. Harry si avvicinò, camminando lentamente, quasi avesse paura di spaventarlo. Quando arrivò davanti al ragazzo gli spostò con delicatezza una ciocca di capelli che gli ricadeva sugli occhi.
《Ehy Lou,》sussurrò guardandolo negli occhi 《tutto bene? Ho fatto qualcosa di sbagliato.》chiese stringendo una mano del ragazzo tra le sue.
Non ricevette risposta, solamente uno sguardo vuoto e triste. Non rifece la domanda, era consapevole che non avrebbe mai ottenuto una risposta. Quando però una lacrima scese sulla guancia del castano non si trattenne. Lo tirò verso di se e lo abbracciò stretto, come se non lo volesse mai lasciar andare. Diversamente dalla prima volta Louis non lo spinse via, si lasciò abbracciare e seppellì la testa nel petto dell'altro, cercando disperatamente di non crollare e dire tutto a quel riccio. Dirgli perché stava male, perché aveva smesso ginnastica artistica l'anno prima, perché non voleva ricominciare a fare le gare, cosa l'avesse ferito così tanto. Ma semplicemente non poteva. Non sarebbe stato giusto rendere Harry parte di quel casino. Anche per lui era solo qualcuno che prima o poi se ne sarebbe andato e non aveva senso illudersi che non sarebbe stato così. L'avrebbe usato e prima o poi si sarebbe stancato. Ma Louis era stanco di persone del genere. Eppure quell'abbraccio sembrava così bello, così giusto che quando si staccò se possibile stette ancora peggio.
《Quindi?》chiese in un sussurro, gli occhi fissi a terra 《Questi esercizi sui flick?》
E Harry non fece nulla, si limitò a spiegarglieli e a guardarlo mentre gli eseguiva e a chiedersi per l'ennesima volta cosa fosse quell'ombra gigantesca che distruggeva Louis.

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