«Sì te l'ho detto era bello, molto bello, era semplicemente bellissimo»
Stavo parlando con la mia amica, quella di provincia per rendere l'idea, mio paese, ebbene è trasferita a Londra, da un opposto all'altro, e che da oggi chiamerò londinese.
Mi stavo preparando alla Anastasia Steel ma non per incontrare l'uomo più bello, affascinante, miliardario ed enigmatico di sempre ma per recarmi al lavoro dove non c'era nessun bello e affascinante uomo d'affari.
Terminai la telefonata con la mia amica, per fortuna mi ha chiamato lei altrimenti mi sarebbe costato l'occhio della testa quella chiamata.
Scendo le scale di corsa e mi fermo all'ultimo gradino vedendo delle valigie e una berlina nera che vedevo dal portone di vetro.
«Sempre di corsa tu?» disse qualcuno che stava vicino all'ascensore.
Mi voltai e lo vidi il bello bellissimo.
Nota bene: è ricco, occhi enigmatici ed è bello ora dobbiamo vedere se è affascinante e se ha delle fantasie sessuali per il resto: "benvenuto Mr. Grey".
«Tu che ci fai qui?» chiesi.
«Mi sono appena trasferito terzo piano» disse alzando l'indice.
«Oh sopra di me» dissi tra me e me.
«Scusa?».
«Sopra di me... abiti sopra di me»dissi prima gridando poi abbassai la voce.
«Starei sempre sopra di te» disse ammiccando.
O mio Dio mentirei se dicessi che quella frase non mi fece effetto ma notai che non aveva un minimo di decenza e che arrivava subito al punto.
«Ehm... io devo andare...».
«Bene ci vediamo»
«Okay...» dissi andandomene.Tornai a casa in serata salutai la portinaia e trascinai i piedi per le scale fino ad arrivare alla fine della scalinata sul mio pianerottolo, perché è sempre bene tenersi in movimento.
Alzai gli occhi e lo vidi stava scendendo le scale molto probabilmente non mi aveva vista infatti quando si ritrovò me davanti rimase stupito.
«Ciao ragazzina» disse poi continuò guardando sul mio viso il mio disappunto sul nomignolo.
«Non ci siamo ancora presentati sono Carlo Altieri e tu sei...».
«Benedetta Corsara» dissi tendendo la mano in avanti.
«Piacere Benedetta» disse con voce vellutata mi faceva impazzire. Mi sentivo il volto andare a fuoco volevo solo sparire e ritrovarmi nel mio letto al calduccio.
«Ciao Benedetta» una voce dietro Carlo mi salutò.
«Salve signora Lucia» sorpassai Carlo rivolgendo alla signora Lucia tutta la mia attenzione.
La signora Lucia era di Napoli si trasferì a Roma solo per il figlio. Una donna di sessantaquattro anni andava ancora a ballare e a passare le serate tra burraco, scarabeo e serate di gala. Da questo punto di vista era più attiva di me, io se ero fortunata il sabato pomeriggio una partita di pallavolo e la sera con le compagne di squadra si usciva a bere.
Chiacchierammo, ma non molto e quando mi voltai Carlo non c'era più e quando mi rivoltai la porta della signora Lucia era chiusa così me ne tornai a casa.Arrivata a casa accesi la luce e chiusi la porta, iniziai a pensare a cosa preparare per cena poi optai per pizza e un film in TV. Ordinai la pizza e accesi al TV. Quando suonò il campanello della porta pensai che fosse strano, il citofono non aveva emesso alcun rumore, aprii la porta senza guardare dallo spioncino, ma aldilà della porta non c'era né il fattorino né la mia adorata pizza.
Carlo
«Ah...ehm...ciao» dissi impacciata, molto impacciata e imbarazzata dato che ero vestita con dei pantaloncini e una maglietta che usavo come pigiama.
«Non chiedi prima chi è? Potevo essere: un rapinatore, uno stupratore, un assassino» disse restando sullo stipite della porta.
«Pensavo fossi il fattorino e poi c'è la portinaia giù».
«Non ci vuole molto ad ingannare la signora Price» disse sussurrando per non far sì che l'eco nelle scale facesse sentire il suo giudizio.
«Beh comunque sei tu e non un assassino, non un rapinatore e nemmeno uno stupratore. Perché sei qui?» dissi andando in cucina e sedendomi su una sedia intorno al tavolo, lui mi imitò sedendosi di fronte a me, pensai che ormai era entrato quindi meglio essere accoglienti.
«Volevo vedere la mia vicina di casa e siccome conosco solo te volevo parlare e stringere un buon rapporto come tra vicini. Sai io ti presto il sale tu lo zucchero...» disse guardandomi con uno sguardo a parer mio malizioso e minaccioso e insieme questi aggettivi non vanno bene, per niente bene.
«Sì certo...» dissi con un pizzico di sarcasmo che lui ignorò completamente.
«Programmi per questa sera?».
«Sì. Pizza e film».
«Molto salutare come serata. Posso unirmi a te?» disse carezzandosi con la mano destra dalla spalla al bicipite sinistro.
Per nascondere la pelle d'oca, dovuto a un "brivido di freddo" mi andai a sedere sul divano, lì non avrebbe visto molto dato che c'era solo la luce del televisore ad illuminare il salotto.<Si...> dissi in maniera molto vaga.
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Il mio amore come in un film
RomanceLei, Benedetta Corsara, una ragazza "di provincia" vive nel suo miniappartamento a Roma dove frequenta l'università. Vive in un palazzo con dei vicini particolare e uno su di questi arriva improvvisamente e irrompe nella sua vita, Carlo Altieri. Inc...