capitolo tredici-primo appuntamento con Caleb (parte prima)

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«non vorrai uscire così vero?»domanda Roxana allarmata indicando la mia gonna beige coordinata con una camicia bianca e una giacca dello stesso colore della gonna.
«si perché?»
«oh no no Grace se vuoi far colpo sul cuore di pietra di quel testone di Caleb non devi andare assolutamente vestita così!»protesta.
Da quando sta mattina ha saputo del mio appuntamento con il suo migliore amico non ha fatto altro che stressarmi, nel momento in cui gli ho detto dell'invito di lui, la mia amica è schizzata dalla sedia come se avesse un diavolo in corpo ed ha iniziato ad esultare come un uomo ad una partita di calcio, per poi congratularsi.
Ovviamente non si riusciva a spiegarsi del perché di questo invito e così le ho raccontato ogni singolo dettaglio della sera precedente senza saltare il famigerato bacio con Tom.
«ma Roxa io non voglio far colpo su nessuno!» ed è la verità! Sinceramente parlando non so nemmeno perché ho accettato visto che io e lui non ci sopportiamo.
Inoltre non ho dimenticato tutto ciò che mi ha fatto fino ad ora, me ne ha fatte di tutti i colori ed è difficile da passarci sopra.
E poi io sono un problema per lui perché allora invitarmi ad uscire?
«non dirmi che ora non vuoi far colpo su nessun altro perché hai per la testa quel Tom!»credo che a Roxana non vado molto a genio il mio amico.
«no ma che dici! Io non ho per la testa proprio nulla anzi!»
«ti prego Grace fatti sistemare almeno i capelli.»implora.
Accetto sfinita.
Lei mi scioglie la treccia e li lascia ricadere liberi sulle spalle.
«ecco semplice, capelli sciolti e provocanti.»dice soddisfatta.
Mi guardo allo specchio contrariata, non mi piaccio con i capelli sciolti.
Ma alla fine per farla contenta li lascio.
«e per favore levati quegli orrendi occhiali!»
«ma sei matta? Così poi non vedo un accidente!»
«uffa tesoro ma non lo sai che ormai non siamo più nell'età di tua nonna ed esistono anche le lenti a contatto?»
«si lo so...ma mia madre dice che possono creare fastidio.»
«ma per favore lascia stare un po' quella donna e stai a sentire me che le porto da quando avevo quattordici anni.»
Caspita rimango sorpresa perché mai mi sarei immaginata che lei portasse gli occhiali.
«davvero? Beh wow!»
«il prima possibile ti devo accompagnare a comprarle perché così non ti posso vedere!»dice scherzando.
Finalmente pronta, dopo le mille raccomandazioni di Roxana, mi accingo ad uscire dal campus per andare al punto di incontro che è praticamente un albero di ciliegi vicino la strada.
Arrivo puntualissima come è praticamente tipico di me ed inizio ad aspettarlo, domandandomi su dove mi porterà e su cosa intenda farmi divertire.
Intanto continuo ad aspettarlo ma il tempo inizia a scorrere e il ritardo di quindici minuti si trasforma in un ora.
Spazientita, infreddolita e delusa capisco di essere stata presa solo in giro e quindi decido di tornarmene dentro ma proprio nel momento in cui sto per attraversare il cancello il suono di un clacson mi fa voltare curiosa.
Una berlina nera si è appena parcheggiata nel punto dove ero io fino a qualche secondo fa.
Non ho idea di chi ci sia all'interno visto che i fari mi accecano e per questo decido di fare chiarezza avvicinandomi di più ed ecco che scorgo Caleb che mi fa cenno di salire.
Giuro che vorrei tanto non dargli ascolto ma le mie gambe si muovono da sole nella sua direzione facendomi salire in macchina.
«ehi principessina!»mi saluta sorridendo.
Io gli lancio un occhiata acida senza degnarlo di un saluto.
«che c'è hai le tue cose?»chiede impertinente.
«che c'è?! E me lo chiedi anche?! Sono le nove!»rispondo infuriata.
«e quindi?»dice mettendo in moto l'auto.
«come e quindi?!?!? Ho aspettato per un ora al freddo come una stupida!»
«beh stai calma ora sono arrivato e poi avevo un impegno.»dice concentrato sulla giuda.
«se avevi un impegno potevi anche scrivere un messaggio no? Visto che hai il mio numero anche se non so chi mai te lo abbia dato.»
«certo che sei proprio pesante tu eh!»brontola lui.
Solo dopo questa sua affermazione mi rendo conto di essermi comportata in modo eccessivo, come se io e lui fossi molto più di quello che siamo ora, anche se non so con esattezza cosa siamo visto che fino a due giorni fa non mi aveva mai rivolto la parola se non per offendermi.
«scusami é che non mi piacciono le persone ritardatarie.»
«fa nulla.»risponde tranquillo.
«dov'è che andiamo?»chiedo curiosa guardando fuori dal finestrino.
«a divertirci!»risponde lanciandomi un occhiata scherzosa, sapendo che sicuramente sto pensando a ciò che intendeva lui ieri per "divertirsi".
Sorrido a questa sua affermazione e attendo pazientemente di arrivare a destinazione.

La mia eccezione sei tu // (#Wattys 2017)❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora