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Chapter III

L'unica cosa che desideravo sul serio in quel momento era sparire, ma purtroppo la mia mente non è ancora in grado di sopportare i poteri del teletrasporto, quindi sono dovuta rimanere lì, a guardarlo dalla vetrina del negozio di vestiti dove mi aveva trascinata Simon.

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Mentre Simon ammira i vestiti sul mio corpo e cerca invano di riprendere il controllo della mia mente, continuo a guardare fuori dalla vetrina dove il suo viso è ben visibile, i suoi occhi rimirano il mio corpo, più volte si soffermano sulle gambe scoperte dal vestito, i suoi occhi si fermano sui miei mentre il rossore prende colore sul mio viso cerco di distogliere lo sguardo, ma è come una droga, il colore dei suoi occhi si può vedere anche da questa distanza, non sono totalmente blu, neanche totalmente nocciola, è decisamente un colore intrigante.

La voce fragorosa del mio amico dai verdi capelli, mi riprende data la mia distrazione e giro la testa verso di lui cercando di concentrarmi su ciò che mi dice ma faccio fatica dato che sento ancora i suoi occhi su di me.

Mi porta prepotentemente un vestito al petto.

-"prova questo, sbrigati!"

Mi ordina per poi indicarmi con la mano, con fare da supremo, i camerini.

Entro dentro e metto subito il vestito, forse un po' troppo corto per i miei gusti, o almeno per quelli di mia madre che mi ucciderà come minimo se mi vede uscire con questo vestito.

È nero che arriva fin sopra, decisamente molto sopra le ginocchia, dietro lascia intravedere leggermente la schiena, aderisce perfettamente al mio corpo, mostrando le mie curve, per fortuna è elastico, cosi potrò ballare, una leggera scollatura mostra il mio seno abbastanza prosperoso, ma non troppo, purtroppo.

Scosto la tendina cercando di intravedere la pianta umana.

-"Simon, dove diavolo sei?"

Sussurro, cercando di evitare di attirare l'attenzione delle commesse civette, hanno sempre quel dannato sorriso cordiale che cordiale poi non è.

Esco cercando di non farmi notare da altra gente e sopratutto dalle civette pronte a fare qualche commento dolce per farmi comprare qualcosa per forza.

-"Simon!"

Urlo esasperata.

-"vieni di qua e fatti vedere!"

Sento la sua voce dall'altra parte della stanza.

I suoi occhi scrutano per bene come il vestito mi avvolge, mi fa con la mano segno di fare un giro e io faccio quello che mi dice, lasciandomi sfuggire una risata.

-"Sei perfetta con questo vestito addosso."

Dice sorridendomi, fa segno ad un impiegata di venire, ci scherza con fare sensuale e poi vanno verso le casse.

Mi osservo un ultima volta allo specchio, toccando il tessuto del vestito volto la testa verso la vetrina, lui non c'è più.

-

La mano di Simon si intreccia alla mia, il mio sguardo si sposta sul suo viso, non mi guarda ma posso vedere che è tranquillo con questo contatto, ma io no.

Non ci siamo mai dati la mano, mai in tanti mesi di amicizia.

Lo considero il mio migliore amico, e io sono la sua, ma mi fa rabbrividire il fatto che qualcuno possa pensare che ci sia di più, non perchè sia brutto, anzi Simon è molto bello ma, siamo amici punto, fa un brutto effetto.

Ci fermiamo alla caffetteria "Diamonds", ci sediamo ad un tavolo accanto all'enorme finestra che da sul parcogiochi, è il mio posto preferito in assoluto, ci vado da quando sono una bambina, ricordo che mi ci portava spesso mio padre, ci sedevamo sempre vicino a questa finestra, io spesso intenta a guardare quei bambini con i loro genitori mentre erano felici e contenti, ma per me non era così, mio padre era stato appena nominato generale del USArmy e appariva qualche volta come maggiorGenerale in casi gravi nei Marines, quindi la sua vita non era con noi, e la sua vita era il lavoro, dopo un paio di anni tutti l'abbiamo capito e accettato, non torna a casa da qualche anno credo, non tengo più il conto da quando passarono i 365 giorni senza il suo ritorno, oh, non è morto, è un grande generale e la maggior parte delle volte non prende del tutto parte alle missioni quindi in quelle poche volte potevamo stare tranquille; divorziarono, due anni dopo al sua nomina, non so il perchè, eppure quando si rivedevano, quando lui tornava sembravamo una famiglia normale, loro stavano insieme e si baciavano tranquillamente, forse mia madre aveva paura, non so, forse la paura di dover un giorno buttare la fedina o venderla quando sarebbe apparso il generale di tutti gli USArmy per dichiararci la sua morte con tanto di condoglianze e saluto da generale.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 04, 2016 ⏰

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