L'infanzia

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Quando ero piccola, ero solita scrivere su dei diari, i così detti "diari segreti", che di segreti non ne avevano.

Avevo 3 diari, a cui avevo assegnato 3 nomi differenti, essendo tre amiche inesistenti diverse.
Iniziai a scrivere a 9 anni, esattamente quando la mia prima mestruazione arrivò, esattamente nel momento in cui diventai Donna.

Potrebbe sembrare non importante, ma quel momento, quegli ormoni prematuri, mi crearono molti cambiamenti.

A 8 anni avevo una prima di seno, a 9 anni iniziai ad avere la peluria ormonale della crescita, il mio metabolismo cambiò e crescevo in fretta.
A 10 anni ero alta 1,57 cm, mentre le mie compagne di classe arrivavano a mala pena a 1,40cm.
Questo mi portava anche a ingrassare, nonostante facessi sport.
In 5 anni di scuola elementare ho provato di tutto: danza classica, hip-hop, ginnastica artistica, pallavolo.
In ognuna di queste attività mi sentivo ridicola. Però la sensazione cui ero solita vivere, non era dovuta sempre al mio peso, non era eccessivo, insomma, avevo 10kg più del peso forma, cosi come attualmente; ma era dovuta alla scarsa autostima che mi ero indotta a mantenere.
Le continue prese in giro, il continuo disprezzo della gente verso i miei confronti, mi faceva odiare tutto ciò che ero.
Mi sentivo inadeguata.
Non sono cambiata di molto, sai?
Oggi ho 17 anni e 11 mesi, e sono alta 1,60 cm, quindi deduci che io smisi di crescere e le mie compagne divennero grattaceli.
A 6 anni iniziai il periodo del bullismo che cessò a 14.
Ho passato un'infanzia di merda, oltre ad essere una bimba timida e riservata.
Ero la tipica bimba che non parla, eccetto con le maestre, ma anche lì entrava in gioco il mio carattere.
Le mie interrogazioni erano mute.
Le maestre pensavano che io avessi buone capacità, perché nello scritto rendevo, ma nelle interrogazioni facevo scena muta.
Mi vergognavo fottutamente di me.

C'è da chiedersi come facesse una bimba così piccola, ad avere così tanta consapevolezza di sé, al punto da vergognarsene.

All'età di 4 anni, imparai a dire la mia lettera peggiore: la R.
Tutt'oggi la dico in modo strano, come una "r" liscia, non moscia, è strana e la odio.

A 3 anni conobbi l'amica di sempre, quella che sento come la sorella che non ho mai avuto: Isabel.
Mantenevo sempre la mia timidezza, anche con Isabel, eppure con lei giocavo, parlavo, ridevo, piangevo.. solite cose da bimbe.
Siamo cresciute insieme: andavamo al parco insieme, a casa, passavamo i fine settimana a fare i "pigiama party" con sua sorella Sharon, di due anni più grande di noi.
Tutto ciò durò fino all'età di 8 anni, poi lei si trasferì in un paese vicino, ma non la vidi più. Quello fu un colpo basso per me, perché non avevo istaurato alcun rapporto con la mia classe, non sapevo nemmeno il carattere delle persone che mi circondavano, ne conoscevo solo i nomi.
Perciò al quarto anno, quello del 2008-2009, fu l'inizio dello schifo.

L'anno del 2008 soprattutto; quello fu l'anno che precedette gli anni tristi nella mia famiglia.

Era il novembre del 2008.
Avevo finito scuola alle 16.00 e mia madre era passata a prendermi a scuola in macchina.
Ai tempi avevamo una macchina grigia, piccola per una famiglia di 4 persone.

<< Dobbiamo passare in ospedale per prenotare la mia visita e ritirare gli esami di Filippo. >> disse mia mamma appena salì nell'auto.

<< Va bene >> dissi io.

Eravamo nel bel mezzo del viaggio, quando ci trovammo in un incrocio e aspettavamo il momento giusto per passare dal lato opposto della strada.

Fu un attimo.
Mi vidi girare tutto attorno, e poi più nulla.

Una macchina arrivò ad alta velocità verso la nostra direzione e ci colpì in pieno.
Mi colpì, perché colpì esattamente dove ero seduta io.
Nel momento stesso in cui realizzai che eravamo nel bel mezzo di un incidente, urlavo.

<<Mamma! Mamma!>>.

E piangevo. Mia mamma mi teneva la mano stretta.

<< Sofia stai zitta.>>

Capii negli anni, che in quel momento mi zittì perché era terribilmente spaventata.
Aveva paura di morire e di perdere me.

La macchina si fermò quando andammo a sbattere contro un palo, sopra un'isola di traffico.
Il palo mi era accanto e mi schiacciava, dato che la mia portiera era già stata piegata.
Mia mamma mi aiutò a uscire fuori dal lato del guidatore, perché la macchina cominciava a perdere benzina e c'era il rischio che scoppiasse.

Ricordo che ero arrabbiata con la coppia dell'auto che ci era venuta addosso.
Ricordo che io e la mamma stavamo vicine, abbracciandoci.
Ero piena di adrenalina al punto da non sentire tutte le botte che avevo appena preso.
Dei passanti si fermarono a soccorrerci, chiamarono l'ambulanza, chiamammo Filippo che aveva solo 12 anni che chiamò mio padre. Essendo lui al lavoro lontano, mio fratello ci raggiunse con mia zia  e mio cugino.

Di quel giorno ricordo l'impatto, l'ambulanza, la caserma e un signore del 118 che ci diceva "Dio vi ha mandato un miracolo.. questo era un incidente mortale."

Mio padre ci raggiunse in caserma, io stavo con mio fratello che provava a distrarmi. Arrivammo a casa alle 21.00, non cenai, non parlai, ma chiesi aiuto a mio fratello.

<< Cosa ti serve? >> disse lui.

<< Mi aiuti a fare i compiti di inglese? >> chiesi io.

Ma nel bel mezzo di un esercizio, l'adrenalina cessò, ed io scoppiai a piangere.

Quelle lacrime erano la paura, il terrore.

Quelle sono le stesse lacrime che scendono sul mio viso in questo momento, rivivere quei momenti è terribile.

Io però restavo la stessa bimba riservata e timida.
Dopo due giorni tornai a scuola, coperta fino al collo.
Implorai mia madre di coprirmi bene, avevo il corpo nero, lividi a chiazze.

Andai a scuola, e ripresi la mia vita, senza farne parola con nessuno.

🌕🌖🌗🌘 SPAZIO AUTRICE 🌒🌓🌔🌕

Questa è la prima volta che parlo di un evento che traumatizzò la vita di Sofia, spero che abbiate la pazienza e il rispetto meritato, per ascoltare il resto della sua vita iniziata male.
Grazie mille a tutti per la vostra lettura, se vi è piaciuto votate.
Grazie 😘
Ps. Per il prossimo capitolo vi aggiorno domani sulla mia pagina

Un bacio, chiara

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