Siamo a questo stupido centro commerciale da ore, io con la mia famiglia; c'è anche la famiglia della sorella di mia mamma.
Non ricordo perché siano qui anche loro; non è festa, e non è successo nulla di brutto.
Ad un certo punto, entriamo in una stanza con panche e divanetti, tutta bianca, arredo compreso.
Non so cosa sia quella stanza, se un camerino o una stanza riposo.
Vedo i miei parenti che siedono tranquillamente, anche la mia famiglia.
Io resto in piedi, non sapendo che fare.Poi, non so chi, ma qualcuno, mi dice che non sono vestita bene, nel modo appropriato.
Così, mi innervosisco, e rispondo a tono.
Ad un certo punto mi trovo faccia a faccia a scontrarmi con mio padre, che mi aggredisce con parole davvero brutte; diceva cose che non mi sarei mai aspettata di dover ascoltare e incassare,da mio padre.
Io rispondo, e anche in modo irrispettoso nei suoi confronti, ma ho dovuto.
Così me ne sono andata, senza telefono, senza dire nulla.
Giravo per ore in quel centro commerciale enorme, e devo dire anche bello, ma continuo a non capire quale sia, e se lo conoscessi prima di adesso.
Mi ritrovo nel reparto ristoro, e ci trovo una mia compagna di classe, krizia.
<< Hei Sofia, perché mi hai guardata male?>>
<< No no, scusa. Stavo pensando ad altro. Che ci fai qui?>>
<< Sto aspetto Michela, vuoi mangiare con noi?>>
<<No, ma grazie. >>
Dopo pochi secondi arriva Michela con Chiara e ci salutiamo. (Michela e Krizia sono mi compagne di classe, Chiara è una loro amica che conosco poco).
Arriva il cameriere a prendere gli ordini, ma si mostra molto amichevole, e resta per un quarto d'ora al nostro tavolo, mangiando le patatine fritte che Krizia aveva preso durante l'attesa.
Mi alzo stanca di quella situazione, e mi dirigo non so dove, perché quel posto proprio non lo conosco.
Quando meno me lo aspetto,sono in un negozio, e passa davanti la mia famiglia, che mi cercano da ore, disperati.
Mi portano a casa, e lì nessuno mi parla.
Cerco mio padre, non so perché, di solito se litighiamo lo evito e basta.
Lo trovo sul balcone a fumare una sigaretta, con le spalle voltate.
Io sto lì a guardarlo. Lui si gira e mi vede. Mi guarda con uno sguardo deluso e dispiaciuto. Poi si gira e io mi volto per un attimo.
Poi tutto si ferma, mi torna tutto alla mente, mi giro di scatto per parlargli, o solo guardarlo un altro po', e lui non c'è più.
Apro gli occhi, svegliata dal rumore che sta facendo mia madre per prepararsi ad andare al lavoro.
Resto sul letto per un po', a pensare al sogno appena fatto.
Ormai ho fatto l'abitudine, che ogni tanto, sogno mio papà.
D'altronde, non mi resta altro che viverlo e passarci del tempo nei sogni, perché nella realtà non c'è più.
È la cosa più brutta è che, ogni volta che lo sogno, finiamo sempre che litighiamo, e io incazzata con lui. Proprio come quando è morto.
Questo genere di sogni, mi capitano spesso quando sono triste, e in questi giorni sono triste spesso: esattamente da cinque giorni di seguito.
Sabato ho tenuto l'esame di matematica, per quel debito che mi son fatta rifilare tre mesi fa.
E sai come è andato? Di merda.
Prima di andare, arrivarono a casa degli ospiti: un vecchio amico dei miei genitori, e il loro discorsi, mi diedero da pensare.. troppo. Lui è l'ex dell'amante di papà. Questo "amico", era in casa mia, a parlare di quella donna che ci ha rovinato la vita, un'ora prima del mio esame.
Restai un po' scossa, notavo mio fratello che mi guardava un po' preoccupato, quando mi portava in auto da Krizia.
Quel giorno sono andata a far colazione con Krizia e Chiara, ero preoccupata, ma pensavo che fosse la solita ansia da prestazione,e dopo l'esame ero tutt'altra cosa.
Mi son buttata giù, e non son stata più capace di rialzarmi.
Tornata a casa, mi son buttata sul letto come un sacco di patate a piangere per tutto il pomeriggio, e i giorni seguenti.
Ho smesso di parlare qui in casa, ho smesso di mangiare, di parlare con i miei "amici".
Isolata, completamente.
Sembra banale, ma la scuola è tutto ciò che mi resta, l'unica cosa su cui posso concentrarmi per non pensare a tutto quello che mi è accaduto e continua ad accedere.
Sono stata stravolta da un senso di fallimento, che l'idea di essere graziata e promossa in un esame che non ho superato, nonostante avessi studiato tutta estate, seguito ripetizioni, e avessi una certa competenza in materia, ed aver rovinato tutto per via delle emozioni che non so gestire.. bè mi delude, e mi rattrista.Ieri c'è stata una breve tregua.
Prima di andare a scuola guida, mi telefona un mio compagno di classe con Michela, e passano da casa a salutarmi, ma finisce che mi inducono a restare con loro per un'ora e grazie a loro mi sono un po' distratta da tutto quello che era successo prima di uscire, ovvero, a piangere in camera mia come una depressa.A scuola faccio qualche quiz, trovo da chiacchierare con qualche ragazza che ho conosciuto al corso, e poi sto per un'ora ad ascoltare la lezione.
Quando esco andando verso casa, si avvicina un vecchio compagno di classe delle elementari, Andrea, che frequenta il corso anche lui, e chiacchieriamo un pò.
Arrivata a casa, mi fermo un attimo e penso: "Ma che è tutta sta gente oggi?".
E mangio, finalmente, un pasto semi completo, anche se da sola, ma ormai la solitudine è mia amica. Faccio una doccia e vado a letto a fare qualche quiz per ripassare.
Verso le 22 mi chiama Stefano, un amico che avevo smesso di sentire da un pò. Mi invita a uscire con loro, dato che erano in paese di passaggio. Accetto e vado a cambiarmi.
Passo una serata ad ascoltare le storie della sua amica, Tiziana, molto simpatica, ma una gran chiacchierona. Sembrava non si stancasse mai di parlare, e meno male, perché io non ce la facevo più di fingere tutto il giorno a parlare e stare serena, per non far notare che ero molto giù di morale. Così ascoltavo, e in questo sono molto brava.
Ma nel mentre che ascoltavo lei parlare, ascoltavo anche Stefano che parlava con Mattia, e diceva qualcosa come:
<< .. ormai sono rimasto solo, Alexia non caga più nessuno, i vecchi compagni di classe sono tutti falsi, e poi lo sai com'è uscire con Sofia.. mi è rimasta solo lei, ma non è..>>
E li non riuscivo più a sentire, perché abbassava la voce progressivamente.
Non ci restai molto male al sapere che io ero solo una compagnia, tanto perché è solo, dato che ogni volta che trova gente diversa, si dimentica totalmente di me. Forse son così depressa che ormai non riesco a starci male per tutto il resto, perché son già triste quindi non sento l'impatto. Lo sentirei se accadesse qualcosa di bello, allora si, sentirei quell'impatto, ma così no.
Prima che si facesse l'una di notte, torno a casa, stanca da quella giornata, col solito umore depresso, e mi addormento, sognando papà.🌕🌖🌗🌘 SPAZIO AUTRICE🌒🌓🌔🌕
Ciao a tutti :)
Scusate se per questi mesi non ho potuto aggiornarvi, ma sapete i soliti imprevisti, quando arrivano non sai come gestire il tutto.
Ho notato che quando ero assente, molti hanno continuato a leggere la storia, mi fa piacere.
Mi rattrista invece, che molti si fermano ai primi capitoli ed abbandonano la lettura, infatti, non so ancora se questa storia continuerà, se non ha lettori.
Grazie a quei pochi, che continuano a seguirmi in questo percorso, vi ringrazio di cuore.
Vi aggiornerò sul prossimo capitolo.
👋🏻
Un bacio, chiara
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Il mio momento
General FictionQUESTA STORIA È TRATTA DA UN FATTO REALMENTE ACCADUTO. Questa è la storia di una ragazza quasi diciottenne che ha subìto un trauma. Perde il padre a sedici anni e viene stravolta da emozioni e stati d'animo che non le appartengono. Lei è incazzata...