4 Ottobre 2005

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Lucy correva da un punto all'altro della casa, aveva deciso di indossare il suo vestitino preferito, di un giallo canarino con dei nastrini blu abbinati al cinturino dello stesso colore che le cingeva la vita fino a terminare in un morbido fiocco sul dietro.

Prese una sedia dal soggiorno e la trasportò fino all'armadio guardaroba in fondo al corridoio poi ci salì sopra in punta di piedi cercando di raggiungere lo scatolo che conteneva la sue ballerine preferite, riposto sullo scaffale più alto.

<<Mamma,mammaaaaaa>>urlava dal fondo del corridoio, <<Arrivo Lucy ,arrivo!>>,dissi mentre mi accingevo a tirare fuori dal forno lo sformato di melenzane.

Quella mattina mi aveva tempestato di richieste, le ho fermato il fiocco e acconciato i capelli in una morbida treccia da cui usciva un ciufetto rosso e corto sulla fronte tempestata di lentigini.

Io ero terrorizzata all'idea di rivedere Noah dopo tutto questo tempo,lei invece era emozzionatissima e con un sorriso raggiante. Mi rendeva felice e mi rasserenava tantissimo sapere che non era arrabbiata con lui. Aveva l'irrefrenabile curiosità di conoscere il suo papà e mi stava tempestando di domande per saperne il più possibile come se ad un tratto fossimo tornate indietro di qualche anno al famoso  e tormentato periodo dei "Perchè".

Mise in ordine la sua cameretta mettendo in pila tutti i quaderni sulla scrivania lasciando in cima quelli che voleva mostrargli, con due graffette attaccò alla bacheca un disegno che aveva fatto per lui.Ricordo ancora tutte le palline di carta che aveva formato e cosparso per casa prima che non fosse sicura che fosse perfetto. Si comportava come se dovesse bramare il suo affetto.

Ad un tratto con una vocina lieve disse da dietro il bancone della cucina:<<Mamma secondo te ..gli piacerò?>>, disse con i suoi  luccicanti e sgranati occhi verdi in attesa di approvazione, <<Ma certo amore, ti adorerà, ne sono sicura>>, lei sorrise e quel sorriso illuminò la stanza,si sedette sullo sgabello ad osservarmi e distolse lo sguardo da me solo quando il campanello di casa suonò più volte.

<<E' arrivatoooooooooo>> urlò lei balzando giù dalla sedia e saltellando al mio fianco. "é arrivatooo è arrivato.." continuava a ripetere tirando la gonna del mio vestito. 

<<Vai ad aprire su!>>, esclamai incitandola a farsi avanti, ma lei corse via in fondo al corridoio.

 Il campanello suonò ancora ed io sciolto il grembiule da cucina corsi ad aprire. 

Gli occhi dell'innocenzaWhere stories live. Discover now