"L'anima resta viva solo quando sei tu a volerlo. L'anima non è immortale come tutti credono. Può morire, e non restarne niente."
Non pensai tanto alle parole di quella sottospecie di essere, qualsiasi sua azione, sarebbe stata a me indifferente. In quel momento il mio pensiero fisso erano le mie sorelle, la mia famiglia. Non potevo perdere tempo a preoccuparmi di una stupida lite scolastica, sarebbe stato inutile. Decisi di tornare a casa dopo circa un'ora da quell'incontro. Molto probabilmente la zia era andata via per iniziare il suo lungo turno, e mi dispiaceva averla fatta gridare nei vani tentativi di chiamarmi. Le volevo bene, era come se fosse una seconda madre per me, per questo avevo deciso di andare subito da lei e da Alex dopo quell'accaduto. Nonostante fossero entrambi dei chirurghi pediatrici molto occupati, non esitavano mai a prendersi cura di noi.
Circa una settimana dopo il primo giorno di scuola, ero ancora viva, stranamente. Le minacce di Harry Styles, non finirono mai. Non perdeva occasione nello stuzzicarmi di continuo ogni qual volta noi ci incontrassimo. Avevo capito che lui frequentava il quinto anno, così come Cole. Quest'ultimo sembrava non volersi mai staccare da me, che si fosse invaghito? In realtà speravo di no. Le mie relazioni non finivano mai a buon fine, e trascinare un bravo ragazzo come lui, nel mio vortice oscuro di insicurezza e testardaggine, non sarebbe stato per niente piacevole.
Tornando a Styles potevo definitivamente dire che lo odiavo, profondamente. Era un insieme di negatività e odio, fusi insieme ad altri elementi tossici e malsani. Nonostante ciò era un bel ragazzo, nulla da togliergli in fatto di bellezza, alto, fisico perfetto, occhi verdi, viso scolpito. Ma il suo carattere rovinava quell'aura angelica che chi non lo conosceva vedeva in lui. Iniziai a chiedermi come facesse la sua fidanzata, Katia, a stare con lui. Provavo pena per quella ragazza, anzi per tutti i ragazzi e ragazze che stavano intorno a lui. Ammiravo invece Dylan. Era riuscito a stargli lontano e a non farsi influenzare. Però, non gli è finita molto bene. In quei giorni ero passata a fargli visita in ospedale, ma non c'era mai nessuno. Né suo fratello, né la pallida ombra dei genitori, infatti quando andavo a trovarlo, gli brillavano gli occhi. Parlammo un po' di tutto, ma non ebbi mai il coraggio di chiedergli cosa fosse successo in quel bagno. Però avevo provato a fare dei collegamenti. Molto probabilmente la ragazza che era con Dylan doveva essere Katia, ma non ne ero proprio sicura.
Eravamo a fine novembre, e faceva un freddo cane. Era il sabato pomeriggio di una freddissima giornata, e non avevo assolutamente intenzione di muovermi dal mio letto. Non avevo idea di che ore fossero, dato che avevo completamente perso la cognizione del tempo. Nonostante non volessi uscire da sotto le coperte, ad un tratto iniziai a pensare, e a realizzare quale fosse davvero la mia vita in quel momento. Senza genitori, tre sorelle con cui parlo a malapena, due zii affettuosi che sono sempre a lavoro, ragazzi a scuola che ti minacciano.«Perfetto», dissi tra me e me. Una vita di merda.
«Betty, scendi giù dal letto. Sono l'una, e inoltre c'è una visita per me.» urlò la voce di Nelle. Dio. Perché doveva chiamarmi con quel nomignolo totalmente idiota. Le avrei riferito questo mio disappunto più tardi. In quel momento il mio unico pensiero, era la persona che mi stava cercando.
Cercai di scendere dal letto con molta calma, ma solo dopo essere caduta sul pavimento mi accorsi di essere aggrovigliata alle coperte. Mi alzai cercando un briciolo di dignità e speranza che Cath non fosse nella stanza a deridermi. Fortunatamente era così. Scesi velocemente, senza notare il mio strano abbigliamento composto da un pantalone felpato con degli orsacchiotti, e una maglia di cotone un coniglietto al centro. Mi tenevano caldo, per non parlare dei calzettoni con i fiocchetti. Ne avevo a centinaia. Mi venne vergogna, quando davanti alle scale ritrovai un Dylan sorridente che mi aspettava.
«Buongiorno... coniglietto» disse con un ghigno sul volto.
«Dio, Dylan! Non ti aspettavo, mi dispiace farmi trovare in queste, ehm, condizioni.» cercai di giustificarmi per il mio terribile abbigliamento, e anche per il mio nullafacentismo, che mi portava a stare a letto fino ad orari incredibili.
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All of you|| harry styles
RomanceElizabeth Winter si definisce una semplice studentessa, una semplice ragazza di New York che ama passeggiare per la sua città, con un libro in mano, e un taccuino sul quale prendere appunti. Lei e la sua famiglia perfetta vorrebbero che quella pace...