"Gli insegnamenti più grandi non vengono dalle persone più sagge. In realtà non ci sono proprio insegnamenti. Nella vita si combatte, per un po' di felicità che potrebbe esserci, come no. Quante volte il tempo sarà sprecato, e ce ne accorgeremo quando non potremo fare più nulla. Gli insegnamenti che gli altri hanno istituito, sono serviti a loro, e non serviranno mai agli altri. Ognuno si crea la sua storia, con le proprie cancellature, e, decorazioni. "
Era mercoledì, e non vedevo né Harry né Dylan da due giorni. Da quel famoso giorno al centro commerciale. Nessuna chiamata, nessun messaggio. Niente di niente. Avevo scritto a Dylan, ma nemmeno una sua visualizzazione. Forse sarei stata meglio così, pensando che forse il suo cellulare si fosse rotto, o che non aveva avuto tempo per leggere il messaggio. Ma ogni scusa era inutile, sapevo che voleva evitarmi. Quel giorno a scuola non feci granché, mi annoiai di più. Nessuno che veniva a disturbarmi, e in un certo senso, sentivo una mancanza degli insulti di Harry. Ma mi aveva trattato male, molto male. Neanche io ero stata gentile con lui, ma poteva risparmiarsi quel suo solito tono laminante.
Tornai a casa a piedi, con le mie sorelle. Non erano taciturne come i giorni precedenti, al contrario parlavano, ridevano e scherzavano. Ero felice di vederle così spensierate dopo tanto. Io le sentivo soltanto, non le ascoltavo. Di tanto in tanto sorridevo, quando loro si facevano sotto dalle risate, per non essere una guastafeste. Nessuna di loro notò il mio stato d'animo malinconico. Poteva essere idiota, strano, ma mi sentivo in colpa. Solo nei confronti di Dylan. Anche se mi era dispiaciuto dire quelle parole ad Harry. Ma lui non meritava il mio dispiacere. Speravo ci stesse male anche lui, cosa che credevo totalmente impossibile. Soffrire per me? Forse stava soffrendo ad essere in astinenza di insulti. Questo sì.
Mi chiusi in camera mia lasciando Cath fuori. Non bussò, quindi, molto probabilmente, aveva capito che non volevo essere disturbata. Iniziai a chiamare Dylan in modo insistente. Le chiamate squillavano, ma era come se fossero state lasciate scorrere. Senza la preoccupazione di prenderle. Volevo assolutamente parlargli, e spiegare tutto. Decisi di andare al centro commerciale, nel negozio di scarpe dov'ero stata nei giorni precedenti con Harry. Se lui non voleva parlare con me, sarei stata io a parlare con lui. Non spiegai niente a nessuno, scesi soltanto le scale, e mi chiusi la porta alle spalle, senza dar conto alla presenza di Alex o Nell. Camminai senza sosta, seguendo con il navigatore la strada che mi avrebbe portata da Dylan. Ero stata davvero stupida a non chiamare un taxi. Ma poco me ne importò, quando dopo quaranta minuti, giunsi a destinazione.
Entrai all'interno del centro commerciale e cercai di trovare, sforzando la mia memoria, il luogo dove si trovava il negozio. Ripercossi lo stesso tragitto della domenica, e senza accorgermi di nulla, arrivai davanti ad esso. Entrai e vidi subito Dylan alla cassa. Presi alcune paia di scarpe qualunque e mi misi anche io in fila. Presi un bel po' di scarpe, così avrei avuto più tempo di parlargli. Ero l'ultima della fila, ed anche questo mi rilassò.
Quando arrivò il mio turno, il suo viso sembrò illuminarsi. Confondendo totalmente le mie idee, mi sorrise.«Beth, temevo di non vederti più» disse facendo scintillare i suoi occhi grandi e verdi.
«Credevo fossi arrabbiato con me, per quel brutto incontro di domenica. Ti ho scritto e chiamato un centinaio di volte, e non mi hai mai risposto» dissi sorpresa dalla sua reazione nel vedermi.
«Oh, immaginavo una cosa del genere. Purtroppo non è come pensi tu,» disse iniziando a passare alla cassa il primo paio di scarpe. «Cole mi ha preso il telefono lunedì, e mi ha vietato di presentarmi a scuola, se no, lui e la banda di Styles mi avrebbe picchiato fino alla morte. Mi mancavi Beth, ma avevo paura di venire a casa tua, che magari ce l'avessi con me» terminò prendendo il secondo paio.
«Non mi immaginavo una cosa del genere, assolutamente. E soprattutto non posso credere a tale comportamento da parte di Cole. I vostri genitori non dicono nulla sul come si comporta?» chiesi e me ne pentii subito quando lo vidi irrigidirsi, così provai subito a recuperare. «Perdonami, non sono affari miei. Scusami, davvero.»
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All of you|| harry styles
RomanceElizabeth Winter si definisce una semplice studentessa, una semplice ragazza di New York che ama passeggiare per la sua città, con un libro in mano, e un taccuino sul quale prendere appunti. Lei e la sua famiglia perfetta vorrebbero che quella pace...