Capitolo 3

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POV'S NICOLAS
La scuola è veramente molto grande ed era un miracolo che non mi fossi perso. Sono i minuti dell'intervallo e mi trovai nei corridoi ad ammirare i cartelloni: ce ne sono infiniti e sono tutti bellissimi. Ammetto che qua gli studenti hanno molta fantasia e sono molto bravi. Mentre camminavo vidi Chanel ridere con alcune ragazze che avevano l'aria di essere delle troie. Era bella quando rideva, faceva tenerezza. Stavo per continuare la mia strada quando vidi un ragazzo avvicinarsi a lei: non aveva un volto molto rassicurante. Il ragazzo cacciò le tro-ragazze che erano con Chanel. In meno di qualche secondo quest'ultima diventò pallida, non sembrava affatto felice di vederlo. Rimasi in aguato in caso alzasse le mani su di lei, ma vidi che le urlò irritato qualcosa per poi andarsene. Vidi Chanel correre verso di me : pensai mi volesse raccontare ciò che fosse successo, ma mi sbagliai... Voleva andare al bagno delle ragazze, il quale era a qualche metro dietro di me. Prima di superarmi mi venne contro con la spalla e all'ultimo secondo, prima di rigirarsi, vidi una lacrima che le bagnava la guancia.
Andai in bagno e, sinceramente, non me ne fregava che fosse delle ragazze, volevo solo sapere come stesse Chanel. La vidi davanti allo specchio che si fissava, ma i suoi occhi sembravano persi.

<<Ehi, come stai?>> mi schiaffegiai mentalmente per la domanda stupida fatta. Era ovvio che non stava bene...

<<Bene.>> continuava a fissare lo specchio. Sorrise, ma era un sorriso pieno di tristezza e di delusione. Come se fosse delusa da se stessa.

<<Cos'hai?>> dissi con un pizzico di disperazione e avvicinandomi a lei piano piano.

<<Io? Io sto b..>> non riuscì a finire la frase che la vidi cadere. La presi al volo <<Io sto bene...>> disse respirando affanatamente. Vidi qualche lacrima rigarle il volto.

<<Dovrai fidarti di me>> dissi prendendola a modo principessa : dovevamo uscire dalla scuola. Cercai di non farmi vedere da nessuno. Con Chanel in braccio mi avviai al parcheggio della scuola e cercai la sua macchina.

<<Chanel mi servono le chiavi della tua macchina>> dissi appoggiandola lentamente sulla macchina. Lei aveva gli occhi chiusi e continuava a traballare come se non riuscisse a tenersi in equilibrio. Abbassò la testa verso la tasca della felpa che aveva addosso come per indicarmela. Infilai piano la mano ed estrassi le chiavi. Sembrava così debole ma non capivo perchè...

Aprii la macchina e posai delicatamente Chanel nel sedile davanti vicino a quello del guidatore, feci il giro della macchina da davanti e mi sedetti pronto a guidare, misi in moto e partimmo verso casa mia.

<<Chanel. Mi senti? Ti prego resisti siamo quasi arrivati.>> dissi cercando di non farle chiudere gli occhi.

<<Mmh...m-mi f-fa ma-male la t-testa...>> disse senza forze e con gli occhi socchiusi.

<<Si lo so, sarà solo un calo di pressione. Resisti siamo arrivati>> dissi scendendo dalla macchina e, arrivato dall'altra parte dell'auto, aprii lo sportello e vidi che Chanel ha completamente perso i sensi. La presi in braccio come prima e mi diressi all'ingresso di casa mia.

Citofono <<ti prego, avanti, rispondi...>> pensai ad alta voce finchè non sentii una voce femminile rispondere.

<<Si? Chi è?>>

<<Ti prego apri Grazia>> dissi sperando che non mi facesse domande .

<<Oh signorino Nicolas. Certo, entri pure.>> detto questo mi aprì il cancello ed entrai nel giardino immenso di casa mia con Chanel ancora in braccio. Cercai di non correre però di non andare piano, una camminata svelta.
Ancora prima di arrivare, vidi Grazia aprirmi la porta. Grazia è la mia cameriera, ma per me è come una madre quando la mia non c'è. È una donna alta e magra, con occhi verdi e capelli marroni.

L'impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora