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Solo il rumore affannato del mio respiro mi rilassa più di una lunga camminata, adoro inginocchiarmi sfinita in mezzo alla strada dopo un estenuante corsa mattutina, piuttosto che un percorso di trekking urbano o cose emozionanti come queste.
Sono selvaggia, come in realtà tutti dovrebbero essere, altrimenti in una vita passata non saremmo stati delle scimmie sporche e inquiete ma degli affascinanti cigni obbedienti.

I giorni passano e il mio cervello deve ricordare sempre più cose, ma d'altronde in questo preciso momento della mia vita, sto effettuando un percorso abbastanza monotono, mi sveglio, corro, mangio, lavoro, corro, ceno e dormo, credo sia un vita del tutto normale, e quindi mi pongo questa domanda: Perché non mi va bene?

Voglio essere qualcuno, non importa se in modo negativo o positivo, voglio che la gente parli di me, non per merito di altri però, ma per merito mio.

"Bentornata Wekesa"
Il mio viso stranamente si addolcisce al suono di questa sinfonia, mi tranquillizza molto la presenza del matto di fronte a me, forse perché abbiamo più cose in comune di quanto sembri.
"Salve" dico con nonchalance, mi porto la mano sinistra sulla bocca e rimango immobile ad ascoltare questo frastornante silenzio.
"Come sta oggi? È cambiato qualcosa nella sua vita? Ci sono nuove presenze umane oppure oggetti a lei molto cari? Mi dica Wekesa" il suo accento clandestino si sente molto ogni volta che pronuncia il mio nome, ma tutte le domande che mi ha posto sono difficili da riprodurre in una risposta.

"Non penso ci siano nuove persone o cose in particolare nella mia vita, ma posso dire di star bene, quasi appagata se devo dire, forse uno dei miei viaggi potrebbe aiutarmi ulteriormente, lei che ne dice?" Lo dico in modo provocante, non sapendo il perché, non mi attrae particolarmente come uomo, ma nella vita non si devono mai avere aspettative, quindi non mi pento di come e cosa ho appena detto.

"Beh le consiglio una meta lontana se deve partire, per sgomberare la sua mente in totale sintonia con il suo corpo, che formano un tutt'uno, che formano la persona che lei è diventata e che non smetterà di crescere."

Continua a parlare, ma le mie orecchie si disperdono in altri suoni e rumori, un incidente attira la mia attenzione al di fuori dell'enorme vetrata di fronte a me e senza accorgermene mi avvicino alla finestra camminando lentamente e mi abbaglio alla visione dei feriti, mi distraggo solo quando colui che mi sta sottraendo tempo esclama: "allora dove andrà ?" Avendo ascoltato queste sue ultime parole rispondo in modo sicuro:"Nepal "

Undressed skinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora