introduzione

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Ho sempre pensato che una ferita si possa definire tale solo quando da essa sgorga sangue, non è vero il dolore che si prova se da essa non fuoriesce neanche una lacrima rossa, preferisco pensare ai problemi reali, fisici, come il sangue che ultimamente aveva tinto la mia pelle ambrata.

La nebbia è fitta e i rami degli alberi sono contorti, la loro corteccia è di un verde grezzo e il muschio ai miei piedi mi impedisce di condurre un passo deciso, il grigio presente mi fa dedurre che tra un po il cielo inizierà a sudare, un suo lieve sospiro invade il mio corpo fino ad arrivarmi alle ossa.

La mia bocca si apre in una fossa diversamente chiamata sbadiglio, negli occhi mi si formano vulcani pronti ad eruttare un liquido salato pronto a percorrere ogni centimetro della mia pelle ruvida e scorticata.

Guardo le mie mani grinze nonostante la mia giovane età e ammetto di preferire delle mani aspre e grezze perché daranno sempre l'impressione di una persona vissuta e mi scosto dai miei pensieri solo quando una goccia d'acqua arriva all'orlo del mio labbro inferiore, poi un altra mi passa tra le lunghe ciglia, finché una mandria di lacrime del cielo non decidono di farmi una doccia. La goccia che si era casualmente posata sulle mie labbra piene viene catturata al loro interno, fino ad arrivarmi in profondità.

I miei occhi verdi si riscaldano al pensiero di una candela, la singola fiamma nonché fonte di attrazione è l'unica cosa che spinge la gente a comprare candele. Un oggetto insignificante che serve puramente ad abbellire luoghi ma che per molti può essere essenziale, come per me in questo momento che pagherei per avere una candela, solamente per osservare la sua fiamma danzare in questo buio e bagnato bosco.

***

Cosa ti piace fare Taiana?

Cosa mi piace fare? Potrei rispondere in mille modi, ma mi limito a dire che mi piace poter parlare con qualcuno di reale, poter guardare qualcuno, ma più di tutti preferisco odorare l'aroma di una persona reale o realmente esistita.

E invece cosa non ti piace fare?

Non mi piace per niente pensare queste cose. Io non ho bisogno di nessuno se non di un autovettura, perlomeno in questo momento.

Mi sto riducendo a parlare con il mio subconscio, ma cosa c'è di male? E' molto meglio parlare da soli che con un essere umano, le persone non mi piacciono particolarmente e credo si sia capito, ma come biasimarmi, noi siamo gli artefici di tutto. Se c'è qualcosa di sbagliato al mondo, siamo noi.

Corri.

Cosa? Perchè dovrei correre?

Solo così puoi sopravvivere, correndo. Pronti, partenza, via.

Senza accorgermene inizio veramente a correre e il fango a contatto con i miei piedi nudi mi rinfresca la pelle, ho il fiatone e dun'tratto inizio a ridere, una di quelle risate che nascono dal nulla senza aver detto parole o averle sentite, pura, ecco la definizione più appropriata alla mia ristata. Assomiglia a quella di un bambino, puramente pura.

Non so perchè ma inizio a guardarmi le mani osservando tutto nei minimi dettagli, finchè non sento la gola estremamente secca, guardo la mia pelle ancora fradicia dalla diluviata di prima e come un gatto inizio a leccarmi disperatamente, mi inginocchio e sempre come un felino bevo dalla pozza che sfiora il mio naso.

S/a
Salve a tutti questa è la piccola introduzione di questo particolare libro, sto cercando di creare una storia diversa dal solito per emergere dalla normalità, mi farebbe piacere se commentaste sul modo in cui è scritta se vi farebbe piacere che continuassi a scrivere o meno, ringrazio in anticipo chi inizierà a leggere la mia prima storia.
Bacioni!

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