ROMEA E GIULIETTO (II)

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Romea tornò nel mondo reale.

Intravide un uomo di spalle che beveva un caffè, una spremuta di mirtilli, una fanta e ingurgitava tre muffin contemporaneamente; non poteva che essere il suo uomo, e decise di avvicinarsi.

Giulietto! Sussurrò la dolce donna, accarezzandogli la spalla.

L'uomo sbiancò dalla paura non appena la mano della Romea lo sfiorò. Con un filo di voce le disse di andar via: E' troppo pericoloso farci vedere insieme, ci sono loro... i grillini.
 Se ci vedono insieme penseranno che stiamo complottando. Vai via! Ecco che ne passa uno.

Un ragazzo dalla carnagione pallida, con un zaino sulle spalle della Kipsta e munito di smartphone dual sim passeggiava proprio davanti i due.
Il giovane grillino si fermò qualche istante, il suo istinto gli diceva che qualcosa di losco stava per accadere in quel momento, ma dopo aver notato la presenza di Gasparri capì subito da dove proveniva tale timore e tirò dritto, avviandosi verso l'uscita.

I grillini erano i parlamentari del movimento cinque stelle e il terrore di tutti gli altri parlamentari. Facevano tutto sul webbo, e si sa, sul webbo so tutte persone brutte e cattive.

Ma Romea non era stata messa al corrente, pensava che il parlamento fosse solo del PD, e che tale partito comandasse fino in Asia.

Vieni con me! Giulietto la presa con vigore e la spinse in un bagno e, accertandosi prima che i pippatori di cocaina fossero andati via, le si avvicinò a tal punto che il bacio fu inevitabile.

Amore mio! Disse Giulietto, voglio che tu sappia che ti ho amata dalla prima volta che ti ho vista.

Ma anche io! Urlò Romea.

SìSì ok, però mo statt zitt.
Replicò con tono alterato il panzone. Ma se vogliamo continuare a vederci non possiamo farlo alla luce del sole, è troppo pericoloso.

Ma perché dici così Giulietto? Io Ti amo! E voglio stare con te in ogni momento.

Oh mia dolce Romea, non è così facile. Io sono di Forza Italia e tu del PD... riesci solo ad immaginare alle conseguenze che avrebbero sui nostri partiti?

Ti prego non dire così, ti prego, scappiamo insieme!

Non posso, devo maturare il vitalizio... e pure tu!

A me non frega nulla, voglio solo stare con te.

Shh, Giulietto mise un dito in maniera decisamente sensuale sulle labbra della giovane. Shh Romea basta così, ti prego smettila,  io devo davvero andare ora.

Ti prego no! Resta con me!

Mi dispiace Romea, ma devo andare... è meglio così.

Promettimi che ci rivedremo presto? Replicò la giovane ragazza quasi in lacrime.

Ma Giulietto era già andato via, ma si fece vivo molto presto... al cuore non si comanda.

E così passarono giorni, mesi, anni... i due usavano ogni occasione per incontrarsi e fare l'amore, e perché no, giocare a burraco.

Erano momenti unici, ma come tutte le cose belle anche questa era  destinata a finire.

Dopo un'intensa seduta alla camera i due corsero fuori dal palazzo nel loro posto segreto. Era un luogo perfetto: era situato nei pressi di un giornalaio, dove il brav'uomo, chiamato Er magico, era solito porre i giornali di ambiente e salute.  I due sapevano che nessun italiano passando di lì avrebbe notati, era un punto cieco perfetto in cui star insieme lontano da occhi indiscreti.

Romea e Giulietto si abbracciarono lungamente, quella sera di mezza estate era fantastica. Un vento dava sollievo alle loro membra e alla vagina della Romea. Ma non avevano fatti i conti con il terribile Conte Beppe. Il destino volle che passavo proprio di lì mentre i due ci davano dentro con il turbine di lingue.

Il Conte Beppe, munito del suo fischietto, fece arrivare al suo cospetto gronde di grillini. Grandi
fuochi furono accesi sulle Alpi, sugli Appennini e dicono che un fuocarello sia stato acceso anche a Rohan.
Tutti insieme uniti per svelare al mondo questo scempio. In men che si dica le foto dei due amanti furono trasmesse sul webbo e la notizia fu di pubblico dominio.

Da allora i poveri amanti furono costretti a non vedersi più, Romea piangeva tutte le notti il suo amato. Mentre Giulietto trascorreva le sue serate tra bottiglie di vodka cubana e sigari russi.

La loro storia fu spalmata su tutti i giornali creando un tale scalpore che pure il Papa fu costretto a dire la sua su tale argomento: Guarda che mignottone... ao sei peggio de Cecilia!

   I due preferirono scappare da tutti gli sguardi rifugiandosi nelle loro rispettive stanza. Neanche Ciruzzo o panettiere, che era solito portare il pane caldo caldo a domicilio, riuscì a ricevere udienza da loro.

Qui ci voleva un pezzo grosso, qualcuno capace di dividere le acque permettendo il libero passaggio: Matteo... il Magnifico, detto anche il giusto, andò personalmente a bussar alla porta della dolce Romea.

Bastò solo il suo pensiero che tale porta si aprì al suo cospetto. La donna era distesa sul suo letto, con le gambe aperte, e non appena notò la figura nella sua stanza ritornò in quella sorte di estasi, con le gambe aperte, provata la prima volta in cui l'aveva intravisto.

Mia cara, esordì Matteo il Giusto, sono costernato per questa situazione, son qui per aiutarti e porre fine alle tue tragedie, con un extra di 12 euro posso anche confessarti.

Mio caro Leader! Non so come ringraziarla, è un onore per le mie orecchie ascoltare ciò che ha da dirmi.

Prima di tutto apriamo queste finestre, un puzza simile l'avevo sentita solo in casa di d'Alema. Ecco ora va meglio, Matteo si prese una sedia, la mise di fianco al letto e ci si sedette con grazia divina.

Cara Romea, non mi è mai piaciuto fare tanti giri di parole, quindi andrò direttamente al punto della questione: mi sono permesso di scegliere il tuo uomo ideale.
Nono, non ringraziarmi, l'ho fatto per il nostro partito.

Ma Maestà! Come?  Perché? Io ho già il mio uomo, la donna era visibilmente scossa da tale notizia.

Ma che dolce ragazza che sei, Matteo le accarezzò la guancia con fare paterno. Ascoltami bene Romea, tu e quello lì... Giulietto, non avrete nessun futuro insieme, quindi tanto vale farla finita da subito.
Ed ora basta frignare! Così ho deciso e così sarà.
Tu sposerai Don Bersani!

Ma ha 102 anni!

Ottimo, è uomo di esperienza.

Ma io non voglio... mi rifiuto!

Matteo scoppio in una fragorosa risata, poi fece il suo celebre sguardo sexy e le disse: questo è il mio paese, queste sono le mie regole, poi si alzò in piedi e si avviò verso la porta. Ma prima di uscire dalla stanza si voltò e, nuovamente con il suo sguardo sexy e bocca semi aperta, le ribadì: questo è il moment the lunch... Addio.

Il nobile Matteo uscì dalla stanza, mentre la dolce Romea, ormai in silenzio e senza più lacrime, accese la wii.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 03, 2017 ⏰

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