Fourth.

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Primo novembre, ore 03:30.

Cara Morgaine,

Orario improbabile per scriverti, ma ormai, io non dormo tantissimo, di questi tempi.

La Notte è l'unico momento in cui posso scriverti senza essere disturbato da persone irriverenti e ficcanaso, amo scriverti, ma non molto, ad essere sinceri.

Non potrai leggere mai ciò che scrivo, sembra quasi inutile.
È come se scrivessi all'aria.

Ma l'aria non ha un nome.
Sto solo scrivendo a qualcuno che non esiste più.

Amo la Notte, è sempre costante, e può essere interpretata in vari modi.
Positiva e Negativa.
La Notte nasconde, La Notte infesta, La Notte ti permette di fare qualsiasi cosa, qualsiasi.
Senza che nessuno se ne accorga.
Poi, quando incombe Il Giorno, sembra che non sia mai accaduto niente.

Come se non fossi mai esistito, come se non avessi mai avuto colpe, come se non avessi mai fatto niente.
La Notte è molto furba, ti può concedere qualsiasi cosa, ti fa perdere la concezione del tempo, mentre esso passa, inesorabile e tu, ignaro della tarda ora continui.
È tutto così affascinante, non credi?

Non ti ho mai espresso questo pensiero, tu non sei una ragazza da notte fonda, sei così pura e casta, eri La Mia Rosa delicata, che non doveva essere toccata da nessuno.
Non ti ho mai fatto vedere i miei peccati, ma ti ho raccontato del mio passato.
Amore Mio, vorrei non avertelo mai raccontato, ma tu sai, io odio mantenere i segreti.
I segreti ti lacerano, ti mangiano viva, ti logorano.

Ebbene, penso di aver finito.
Mi duole doverti lasciarti così, in verità.
È solo per smettere di piangere almeno per un po'.

Ti amo.

Sempre e solo Tuo,
Lucas.

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