capitolo 6 (dal punto di vista di Bud)

54 4 3
                                    

Cosa avevo fatto?
Cosa diavolo avevo combinato?
Avevo ucciso un uomo, ecco cosa avevo fatto.
L'avevo fatto per sopravvivere, certo, ma avevo pur sempre messo un fermo la vita di un essere umano.
E pensare che fuori dal campo da gioco sono sempre stato abbastanza pacifico. Sì, adoravo partecipare alle feste e bere a dismisura, ma non avevo mai partecipato ad una rissa al di fuori della partita.
Mi guardai attorno,avevo il fiatone e il cuore che pulsava rapidamente nel petto. Era lì, lui era lì a fissarmi.
Kane aveva stampato sul viso uno sguardo che non avevo mai visto, un misto tra orrore e consapevolezza, la consapevolezza che avevo fatto ciò che doveva esser fatto.
Girai leggermente il capo a destra e i miei occhi notarono Vanessa: era completamente in lacrime, distrutta; ciò che si era trovata costretta a fare l'aveva sconvolta più di quanto avesse fatto con me.
Feci per avvicinarmi a lei, ma cosa avrei potuto dirgli? Eravamo dei ragazzini ed eravamo diventati degli assassini.
Calmo, dovevo sembrare calmo.
Contai fino a tre, presi un bel respiro e cercai di fare il riepilogo della situazione.
-Dobbiamo sbrigarci, presto se ne accorgeranno e manderanno qualcuno, molto probabilmente per ucciderci.
Speravo di aver convinto tutti a collaborale per la fuga. Lo speravo con tutto me stesso.
E fu così, o almeno lo credevo.
Mi guardai per l'ennesima volta intorno, con sguardo urgente e la mascella contratta per il  misto di nervosismo adrenalina.
Finn aveva trovato una sacca e stava mettendoci dentro più cianfrusaglie possibili; Kane invece prese un bastone, un paio di manganelli, un teaser e li distribuì a noi altri.
-Io prendo il manganello, preferisco avere più mobilità
Finn non volle niente, Carrie nemmeno e Vanessa era troppo scossa per rispondere.

 Kane, invece,  tenne il bastone, con tutti i film di arte marziali che abbiamo visto insieme, sapevo quanto infondo lo eccitasse l'idea di usare quel'arma.

Mi avvicinai a Vanessa e li tesi la mano e la aiutai ad alzarsi. Dovevo aiutarla in qualche modo, ma cosa potevo fare in una situazione del genere, decisi allora di optare per un semplice sorriso, e lei ricambio, anche se timidamente e per poco. Come biasimarla.
Mi guardai attorno e ,senza neanche aver bisogno di dirlo, ci dirigemmo verso l'uscita della palestra.
Non avevamo tempo da perdere in ciance o in piagnistei, toccava a me prendere in mano la situazione.
Non mi trovavo più sul campo da gioco, ma dovevo comunque guidare una squadra.
Non verso la vittoria, ma verso la sopravvivenza.
Cercando di fare meno rumore possibile, nonostante il respiro ripieno di ansia e rumoroso di Finn, percorremmo il corridoio per poi raggiungere l'ascensore che avevamo usato in precedenza.
Tutto sembrava procedere per il verso giusto, eravamo quasi arrivati all'elevatore quando tutto d'un tratto delle luci iniziarono a lampeggiare, e gli allarmi a suonare. Dietro di noi le porte iniziavano a sbarrarsi: ci avevano scoperti.
-Correte! Non c'è tempo da perdere
Urlai, cercando di non farmi prendere dal panico.
Ci dirigemmo in fretta e furia verso l'ascensore, ma quando Kane premette il pulsante, l'unica cosa che successe era l'illuminarsi di rosso del bottone
-Merda, hanno bloccato l'ascensore, non possiamo più usarlo.
Kane era furibondo, non lo avevo mai visto così impaziente, e soprattutto non lo avevo mai visto senza un piano in mente.
Ansia, paura, panico, tutte emozioni che in quel momento si alternavano nel nostro cuore con un ritmo vertiginoso.
-Perché non proviamo a scassinarlo che ne so, basta che trovate una soluzione- Disse Carrie con quel tono impaziente e preoccupato, ma come biasimarla, cercai di prendere in mano la situazione preparando il manganello per sbatterlo con forza contro quella che sembrava una chiusura elettronica. -E alla svelta.- aggiunse scostandosi i capelli su una sola spalla.
Ma mentre stavo per colpire, il mio braccio venne fermato.
- Cosa diavolo stai facendo, non abbiamo tempo!
- Cosi bloccherai l'ascensore, levati ci penso io.- Disse Finn mentre lasciava il mio braccio.
Con una calma quasi disumana, Finn si tolse lo zaino dalle spalle e lo mise per terra. Frugò per qualche secondo e tirò fuori un paio di strumenti presi evidentemente prima di uscire dalla finestra, c'era d'aspettarselo dato il suo soprannome.
Con una specie di spatola, solo che di dimensioni inferiori, fece leva per sollevare la parte di plastica del pannello affianco del ascensore, per poi poggiarlo a terra e concentrarsi sui cavi.
L'unico pensiero che mi passava per la mente è che poteva farcela, doveva farcela, o saremmo tutti morti.
Dopo vari tentativi, e innumerevoli imprecazioni, una luce verde si accese, andammo tutti ad abbracciare Finn, ma non ci stava tempo, dovevamo sbrigarci, così lo sciogliemmo dopo nemmeno cinque secondi.
Entrammo nel ascensore, ma qualcosa non andava. Qualunque pulsante spingessimo non successe niente, l'ascensore non aveva intenzione di funzionare.
E pensare che per un momento, ero convinto ce l'avessimo fatta, ma mentre stavo sfogando le mie angosce prendendo a pugni l' ascensore, finalmente lo vidi.
Kane aveva quello sguardo, lo sguardo di quando gli veniva in mente un'idea.
-Bud, presto vieni! Mi serve un po di forza bruta.
Non me lo feci ripetere due volte, mi fidavo di lui, quindi mi avvicinai e capii subito il suo piano: uscire dal tettuccio del ascensore e usare le scalette d'emergenza.
Sì, lo so. Era un piano azzardato, pericoloso, ma su una cosa eravamo tutti d'accordo.
Era la nostra ultima chance.
Mi misi in ginocchio per fare da scaletta a Kane e, dopo un paio di gomitate, riuscì a sfondare il tettuccio.
Salì sul tetto del ascensore e man mano aiutò gli altri, compreso me, a salire.
-Ma non è pericoloso?- chiese Vanessa. Dal suo viso i poteva benissimo capire quanto fosse spaventata, e cercai di rassicurarla mettendogli una mano sulla spalla.
Stavo anche per abbracciarla quando vidi lo sguardo di Kane, mi stava incenerendo.
Che avesse una cotta per vanessa? Non ne ho idea, ma non era questo il momento per pensarci.
Stavamo per iniziare a salire quando ad un certo punto, sentimmo dei passi, stavano venendo verso l'ascensore.
-Presto muovetevi! Sono qui!-
E' questo ciò che la guardia urlò per segnalare la nostra presenza.
Dovevamo scappare e in fretta, incitai  le ragazze a salire per prime, e loro non ci pensarono due volte.
Ma quando arrivò il turno di Finn, successe qualcosa di inaspettato.
-Voi andate, io li tengo occupati-
Disse Finn stringendo ben salda in mano una chiave inglese presa dallo zaino.
-Tu sei pazzo. Ti farai uccidere!- Dissi io per cercare di farli cambiare idea, ma era inutile. Neanche il tempo di finire la frase che lui era già sceso.
Dopo quel momento mi ricredetti su Finn, era coraggioso, era un eroe, e non potevamo rischiare che il suo sacrificio fosse vano.
Senza guardarci indietro iniziammo la salita verso la libertà.

5 yearsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora