Primavera di sangue

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Lei lo sentiva.
Sentiva l'odore pungente dei pini, il luminoso sole che le accarezzava tiepidamente il viso, l'umida terra dei campi appena smossa.
Sentiva il timido frusciare del vento tra le vaporose chiome arboree, il delicato ronzare delle api tra gli alti fiori dei campi.
Sentiva il sapore dolciastro della primavera stuzzicarle timidamente il palato.
Una piccola pressione sul polso le fece aprire gli oziosi occhi azzurri e lo sguardo combaciò alla perfezione con quello del ragazzo seduto lì accanto; si puntellò perciò sul gomito destro e sorridendo, ammirò la sua eterna bellezza."Pensavo ti fossi addormentata" Disse lasciandole un live bacio sulla punta delle labbra. La donna, che continuò a guardarlo e a sorridere, non rispose, tanto era intenta a imprimere nella mente il suo dolce e magentico sguardo
"Perché mi fissi in quel modo?" Chiese l'uomo ridendo.
Incantata, si ridestò velocemente dai teneri pensieri appena sbocciati e spostando una piccola ciocca di capelli bruni che le era caduta davanti al viso, chiese in che cosa intendeva.
"Come se avessi paura di perdermi" Rispose meditativo dopo qualche attimo di riflessione e la ragazza imbarazzata arrossì, incrociando le ginocchia al petto e nascondendovi parzialmente il timido volto "Forse perché ho veramente paura che accada..." Al giovane si illuminò lo sguardo di ilarità e sorrise. "Mi dispiace per te, ma non accadrà mai. Se non lo hai già dimenticato fra tre giorni sarai costretta a sopportarmi tutta la vita... finché morte non ci separi" Lei rise e si baciarono, intrecciando le piccole mani fra le sue. "A quanto pare dovrò farci l'abitudine" Sussurrò poi fra le labbra. E la sentiva, ancora.
Gioia si chiamava. Amore, felicità. La vita scorrere vivida dentro di sè.

Finchè, non aprì gli occhi.

Il sangue scorreva, scarlatto, denso e veloce, ricoprendo il candido abito che aveva indossato trepidante per quell'atteso giorno speciale. I pizzi, le perle, il delicato velo di raso, non erano neanche più riconoscibili in mezzo a quella spietata carneficina che si era consumata per motivi a tutti ignoti.
L'unica cosa certa è che la sposa, prima che ciò avvenisse, si stava dirigendo verso il grande altare e il suo sguardo imperlato di emozione era dolcemente incatenato a quello dell'amato, che nel vederla entrare così vestita di luce pensò di aver sicuramente già raggiunto il paradiso. L'aria densa fremeva di aspettative e tutte le centinaia di persone che si erano recate in quel luogo per vedere il matrimonio dell'anno con il fiato sospeso, erano unicamente concentrate nel lento proseguimento della cerimonia appena iniziata. E forse, fu proprio questo a stroncare drammaticamente la vita di ognuno di loro: se avessero notato le precipitose anime oscure che si dilagavano indistinte tra gli ignari invitati, esse non avrebbero raggiunto in così poco tempo il loro subdolo scopo ed alcuni, pur se pochi, sarebbero riusciti a salvarsi. Sta di fatto che solamente la sposa tremante esalava ancora qualche tiepido respiro, quell'ultimo racimolo di una vita che in breve, sarebbe scomparsa del tutto.
E fu proprio durante questa lenta agonia che scelse di non pensare a quello che aveva inevitabilmemte perso, bensì a tutto ciò che era stato, di rivivere quei momenti che le avevano illuminato il volto e che avrebbe voluto finissero mai: i baci, le risate, i sogni e le speranze, ogni singolo minuto di quella vita che le era ormai scivolata fra le candide mani.

E così, con la felicità nel cuore, si lasciò lentamente andare, librandosi nella notte con il suo ultimo soffio vitale.

Quando le forze dell'ordine arrivarono, non vi era già più speranza per nessuno. Pur di negare qest'evidenza, gli uomini in verde perlustrararono il cupo pavimento scarlatto, tra i volti talvolta contratti dalla paura ed i sorrisi lasciati a metà. Non un debole segno di vita arrivò e la notizia, iniziò a diffondersi in prima pagina per le strade delle città.
Solamente dopo vari minuti quegli uomini cominciarono a realizzare cos'era realmente accaduto intorno a loro e si recarono perciò all'altare, dove due figure abbracciate avevano attratto la loro attenzione.
Lì infatti, un uomo con una rosa appuntata al petto, stringeva tra le braccia un'esile figura bianca il cui volto sorrideva piangendo; le loro mani, fortemente intrecciate, portavano al dito una luminosa fede nuziale.

Il sogno dell'ubriaco Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora