Odio entrare a lavoro, odio vedere tutte le vittime, e soprattutto odio dover dare la critica notizia alle famiglie, odio I casi irrisolti, e vorrei solo poter mettere giustizia, ma la giustizia devo farla prima per me, se non inizio a migliorare me stessa, non riuscirò a reggere gli altri,
<<un cappuccino grazie>> ordino al bar vicino al distretto di polizia dove lavoro, non è un poso accogliente, ci sono giusto due o tre tavolini, ed è tutto cupo qui dentro.
<<ecco a te Jennifer, tutto bene ?>> dice il barista porgendomi il mio cappuccino e guardandomi con aria incuriosita.
-Pensi davvero che direi qualcosa a te ? Non vado mica a sperperare i miei segreti così come se fossero caramelle.-
Gli faccio cenno di si e accompagno il cenno con un mezzo sorrisino, per poi prendere il mio cappuccino e andare a lavoro.
<<Jennifer finalmente sei arrivata! Tu non puoi capire, il tuo ex marito, rischia di uscire di galera!>> disse Wozniak con un tono abbastanza preoccupato.
-Non posso credere che un mostro del genere possa scamparla. Non dopo tutte le menzogne che ho detto per farlo andare dentro, ma stavolta, non ci siamo di mezzo solo io e Wozniak, c'è di mezzo anche la mia piccola Christina, e nessuno può rovinare ciò che sto provando a fare per lei- lo guardo sconvolta, per quanto io riesca realmente a guardarlo, dato che sento la testa pesante, e vedo tutto intorno a me girare, deve essere davvero brutto vivere con le vertigini ora che ci penso(lol scusate)
<<Jennifer? Stai bene?>> sento Wozniak avvicinarmi a lui per poi tenermi.
<<si, sto bene>> non mi muovo, resto lì ferma tra le sue braccia. -e sempre stato una famiglia, mi ha fatta crescere come persona, come poliziotta, e mi ha insegnato che la vita è dura solo con i deboli. E io, l'ho tradito..- chiudo gli occhi un attimo e sospiro <<sto bene>> prendo le distanze da Wozniak e vado a sedermi nella mia scrivania.
-non ho proprio voglia di lavorare oggi, vorrei solo, tornare a vivere senza rimorsi, ma non credo sia possibile.-
Vedo passare la giornata lavorativa come praticamente ogni giorno, è come un dejavou, solo che le persone sono diverse, -e ogni giorno senti un peso che ti opprime sempre di più siamo qui per salvare la gente che ne ha bisogno, ma chi salva noi ? Abbiamo promesso di levare il male dal mondo, ma infondo tutti sappiamo che il male, siamo noi.- tranne però uno di loro, che sembra essere un avvocato -o almeno presumo- in giacca e cravatta, tutto tirato, con barba e occhi azzurri -cavolo ho una vista da urlo. Ma comunque, siamo a New York dove pensa di andare vestito così ?- mi alzo e vado da lui <<ti serve qualcosa ?>> lo guardò negli occhi o almeno ci provo, è più alto di me -non che sia una cosa molto difficile superarmi- cavolo se è carino
-è proprio bello- anche lui mi guarda a sua volta, e mi fissa per due secondi
-due luuuuuunghi secondi-
<<sono il procuratore distrettuale James Nava, mi occupo del caso Zepeda insieme ad altri, so che i loro fascicoli sono qui, quindi sono venuto per ritirarli>> dice lui tutto d'un fiato, per poi tornare a fissarmi, ha anche una bella voce -cazzo mi bagno-
Lo guardo e non riesco a dire nulla, parlava sempre del mio ex marito in carcere eh. Gli indico l'ufficio di Wozniak e vado via, tanto avevo già finito il mio turno di lavoro.
(Vi va di vedere il pov's di James ? Commentate e posterò l'altro capitolo peopleeeee😼💪🏻)
STAI LEGGENDO
Try to not lie
Ficção AdolescenteHo deciso di chiamare la storia così perché la cosa più difficile che possiamo fare è non provare a mentire, siamo esseri umani e vogliamo essere superiori a tutti e per esserlo a volte -la maggior parte delle volte- ricorriamo a mentire. Mentiamo a...