Mi diressi in centrale.
E mi spiegarono che Jose,
sotto effetto di Alcool e stupefacenti
aveva rapinato un piccolo negozio in periferia.
Così rimasi da sola
ancora una volta ma ad essere
sincera la cosa non mi dispiaceva affatto.
Preferivo restare in quella
casa buia e sporca da sola piuttosto che con Jose.Lui non aveva nulla, la casa era l'unica
cosa che possedeva, e per mantenermi fui
costretta a trovarmi un piccolo lavoro da fare
dopo la scuola, in una caffetteria
non molto lontano dalla caserma.La scuola andava un po' meglio, avevo fatto
amicizia con Chatrin, una ragazza che si era
trasferita da poco e che non conosceva tante
persone proprio come me.
Mentre Parlavo con Chatrin del mio nuovo
lavoro un foglietto sul mio
armadietto catturò la mia attenzione.
Quella ero io, era una mia foto di quando
andai a trovare la mia mamma.
Già avevo la sensazione che qualcuno
mi stesse seguendo ma non credevo fosse reale.
Una piccola frase sotto quella foto mi ferì
molto più dell'immagine stessa.
"La figlia di nessuno"
Fu in quel preciso instante che mi accorsi che
quella foto non c'era solo sul mio armadietto,
ma bensì, su quello di tutti.
Durante tutta la mattinata non riuscivo a
togliermi di dosso quegli sguardi
che proprio non mandavo giù.
Chi era stato? Ma soprattutto
perché l'aveva fatto?
Non avevo mai parlato con nessuno
della mia infanzia, non mi piaceva farlo,
nemmeno Chatrin sapeva che vivevo da sola.
A proposito di Chatrin, era quasi ora di pranzo
ed erano ormai passate un paio d'ore
che non la vedevo così decisi
di mandargli un messaggio.
-"hey, ho il succo ai mirtilli, dove sei?"- le
piaceva così tanto, sapevo convincerla
in ogni situazione con esso.
Non aspettai molto tempo che subito
mi arrivò una risposta.
-"No,non mi va"- non gli andava?
Lei lo amava avrebbe ucciso chiunque
per un po' di succo.
Mentre ci pensavo era già suonata
l'ultima campanella e finalmente
dopo sette ore di scuola tutti casa,o almeno per gli altri.
Arrivai a lavoro con 5 minuti di anticipo,
giusto in tempo per farmi spiegare dove sitrovavano le cose e cosa avrei dovuto fare.
La giornata passo velocemente per fortuna,
ero anche abbastanza contenta di come fosse
andata anche se ero stanchissima, adesso
capisco mia madre perché lo era sempre.
Quella sera faceva un freddo pazzesco
e di certo tornare a casa a piedi non aiutava.
Mentre camminavo per una stradina buia
e isolata, sentii una voce alle mie spalle.
-"dove vai piccola? Perché sei tutta sola ?"
Iniziai improvvisamente a correre finché
qualcosa non mi blocco per un braccio.
-quando una persona ti fa una domanda si
risponde, non ti hanno insegnato l'educazione?.In quel momento non ci vidi più dalla rabbia
e la mia saliva colpi la fronte di quest'uomo
a me sconosciuto.
-"oh no ragazzina hai sbagliato di grosso" disse
mentre iniziò a ridere.
Da quel momento non capii più niente mi
ritrovai al suolo dolorante e con dei calci che
continuavano a colpirmi il ventre, tutto questo
fini fin quando in lontananza sentimmo
un suono lieve, come quello della sirena
della polizia.
L'uomo era ormai scappato ed io ebbi
solamente il tempo di chiamare Chatrin e
dirgli dove stavo che persi i sensi..
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Salve ragazze, scusateci per il ritardo, ma questa è stata una settimana un po' impegnativa per noi..
Comunque volevamo ringraziare ogni singola persona che sta seguendo la storia..
Grazie Grazie Grazie a tutte.♥️
A breve per il prossimo capitolo 🔜
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La figlia di nessuno
Ficción GeneralLara è una bambina che cresce con la madre Emily in un paesino non lontano da Bradford. A causa di un lutto, viene mandata in un orfanotrofio dove incontra Harry. L'unico capace di capirla. Anche se durante il loro percorso di vita si perderanno di...