Lo amo.

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E così adesso mi ritrovo ad "ascoltare" il professor Grifoni, con un sonno di prima categoria, delle occhiaie che sfiorano i 2000 m (sotto terra), la testa che vaga nell'universo "Gerardiano" e la voglia di seguire che sfiora il sublime, sì... lo sfiora, senza toccarlo però.

L'unica cosa positiva in me, è la mia coscienza, la quale però deve fronteggiarsi con un cuore leggermente malinconico. E va bene...lo ammetto: avrei voluto baciarlo, avrei voluto sentire il sapore di quelle labbra (anche se ormai è conosciuto da tutte)...avrei voluto, ma non ho potuto.

Ho fatto bene, continuo a ripetermi, quando...

"Sterdini, può smettere di addormentarsi sul banco e seguire la lezione! La sera ci si riposa, non si va in questi locali pieni di microbi, lo Sto arrivando! che rischi la mononucleosi?!" Grazie prof sempre d'aiuto direi...magari nei locali, meglio ancora la mononucleosi. Fosse quello...

"Mi scusi, la prossima volta terrò un comportamento più adeguato" Rispondo, nascondendo uno sbadiglio che avrebbe potuto avere un'apertura di 30 m.

Finite quelle due ore in cui non sono riuscita a memorizzare una definizione, tento di uscire dall'aula, ma Grifoni mi ferma:

"Clarisse, ho notato che ultimamente non segui, hai la testa fra le nuvole, stai prendendo dei voti bassi...per caso è successo qualcosa?"

Quanto odio LE PREFERENZE, se io sono una studentessa e lei un professore, non si deve permettere di entrare in confidenza con me. Come sono brava a deludere!!! Lo so solo io, e forse anche un po' voi...

"No Prof, nente di particolare, adesso mi scusi che devo scappare."

Esco dalla stanza senza neanche salutarlo in modo consono, la mia confusione mi sta conducendo a diventare maleducata. Ci mancava solo questa...

Cammino per i corridoi cercando una finestra, ho urgentemente bisogno di aria, di respirare aria leggera.Mi viene in mente il posto pieno di finestre, un po',come dire, infernale. Entro nell'aula della "Milanesi", la professoressa più temuta dell'università. Alta, magra, capelli mori, tacco a spillo (5cm) color rosso, un tubino nero, e occhiali a forma di ellissi sempre rossi, sono proprio quelli che incutono timore, che nascondono gli occhi di colore indecifrabile, a causa delle spesse lenti. Fortunatamente l'aula sembra deserta...entro e mi affaccio alla finestra, FINALMENTE! Non vedevo l'ora...

"Anche tu hai bisogno di un po' d'aria" Mi giro e vedo Anna Antonardi che si sta avvicinando a me...con fare amichevole.

"Sì, le ore del Grifoni stancano troppo." Le rispondo, fosse solo per quello...

"Ti capisco...scusa se l'altra volta, si ehm, insomma ti ho aggredita"

L'occhio nero dipinto da Rocky sembra esserle andato via, e devo dire che adesso un po' mi dispiace. Indossa delle scarpe grigie topo, ornate di paiettes giallo canarino, delle calze a rete, gonna verde petrolio che copre "leggermente" il fondo schiena, una camicetta bianca sempre "leggermente" sbottonata, ornata con dei ricami che riprendono il verde della gonna... in due parole: Perfettamente impeccabile!.

"Non ti preoccupare, ho sbagliato io..." Ammetto.

"Allora amiche come prima?" Propone.

Se quella di prima per lei era un'amicizia...andiamo bene!!!!!!!!!!!!!!!!!

"Ehm... si va bene" rispondo non nascondendo il mio imbarazzo.

"Anna andiamo" Lino la sta chiamando dal fondo dell'aula. Entra dentro e vedendomi mi saluta con cordialità impassibile...penso che le mie parole lo abbiano profondamente ferito. Così, istintivamente, senza rendermene conto gli dico:

"Puoi rimanere un attimo, dovrei chiederti un parere scientifico..." invento.

Anna esce senza fare storie ed io mi avvicino a Lino ducendogli:

"Forse ho esagerato, ma il concetto era quello..."

"Lasciamo fare, ho capito, non ti cercherò più" il suono di queste parole lacera il mio sentimento...sta per andarsene, ma:

"Aspetta Gerardi"

"Che c'è???" domanda ancora deluso.

"La sento anche io quella chimica, quella alchimia che c'è tra noi, ma non voglio ferire Federico non so se mi spiego" adesso che ci penso io e Federico non stiamo insieme, ovvero non me lo ha mai chiesto.

"State insieme?" domanda.

"Non lo so"

"Clarisse ho paura delle relazioni serie..."

"Io no."

Mi avvicino e lo bacio, un bacio di quelli lenti appassionanti che mi gelano il sangue e fermano il battito cardiaco. Lo amo.

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