Eccoci di nuovo qui! Allora avevo già detto che ho finito gli "scritti" del 2011? Beh avrò da postare poco perché mi è quasi finito il materiale (piange dentro per aver scritto così poco nei suoi miseri anni di vita). Ma va beh continuiamo no?! Non vorrei annoiarvi
Amy
Un libro, un letto, un cuscino morbido, una finestra che affaccia al mondo , una camera come rifugio e una ragazza. Amy vive in quella camera, come se fosse rinchiusa in una prigione di cemento e sentimenti e pensieri ed emozioni ma soprattutto lacrime. Ma quella prigione era un rifugio. Tutti dicevano che Amy era strana e che il suo modo di affrontare la realtà fosse alquanto insolito e triste. Nessuno di quei tutti capiva che lei era diversa, nessuno capiva chi lei fosse.Amy in verità non faceva molto caso alle critiche delle persone, agli sguardi : a lei non interessava, lei semplicemente andava avanti e non si curava di nessuno, solo dei suoi libri e dei suoi fiori. Lei amava i fiori infatti aveva un giardino molto fornito, i suoi preferiti erano di certo le calle. Raramente usciva dalla sua camera e quando lo faceva incontrava gli sguardi duri e severi di sua zia e le perfidie delle sue cugine invidiose che non perdevano occasione per prenderla in giro o farle dei dispetti.Non aveva nessuno al mondo da quando i suoi genitori l'avevano abbandonata, così fu costretta a trasferirsi da sua zia. Era una ragazza davvero dolce Amy, purtroppo però non aveva conosciuto amore, per lei delusione e abbandono erano totalmente segno di normalità. La normalità però per lei era dolorosa e non riusciva a spiegarselo, così ogni giorno si sfogava col suo cuscino e abitualmente leggeva un libro. Ogni libro per lei era una nuova vita da gioire ed era bello essere una persona differente, sognare e sperare tante cose tutte scollegate tra di loro. I libri erano l'unica cosa per cui valeva la pena lottare, lei viveva per i suoi libri. Ma purtoppo non aveva capito una cosa: a vivere le vite altrui si è proprio bravi e lei era una maledetta vigliacca. Sì una vigliacca, perchè non aveva il coraggio di alzarsi le maniche , stringere i pugni, indossare il sorriso più bello che potesse avere, affacciarsi alla finestra per vedere la bellezza del mondo e uscire. Uscire dal suo rifugio/prigione per far vedere a tutti che persona meravigliosa sia. Uscire per vivere.
Ehm... scrissi perché ero triste. Non ricordo di preciso cosa fosse successo ma probabilmente era una di quelle tante volte in cui mi estraniavo dagli altri, dal mio gruppo di amici, dalla mia famiglia, da tutti, quasi non meritassi di stare bene, di essere felice, di essere spontanea, di sorridere senza pensare a nulla. Mi sentivo fuori posto costantemente e quindi mi estraniavo ancora di più costruendo un muro tra me e gli altri. "Loro sono felici anche senza di me e se io non ci fossi sarebbe la stessa cosa"...ecco quello che pensavo. Beh la colpa era anche mia: se le persone che mi stavano accanto non mi dedicavano sempre la loro attenzione era perché io non ero l'unica a cui dovevano dedicarla. Un' anima si circonda sempre di più anime, mica di una sola! E io dovevo far qualcosa per avere il tempo degli altri che tanto volevo. Non si può stare seduti ad aspettare che qualcuno ti noti e ti "salvi", puoi salvarti anche da solo, alzarti e combattere. Far vedere al mondo quanto sei bello. (Fortunatamente comunque c'è sempre stato qualcuno che ha notato il mio muro di incertezze e lo ha scalfito in modo che potessi aprirmi sempre, almeno un po').
Giuro che mi sento un po' sola. Giuro di avere tantissime persone al mio fianco,molte più di quante io ne abbia mai avute ma mi sento comunque sola. Sola tra tutti e strana. Ma giuro, mi sento sola, sola solo un po'
Il tempo
"Cosa intendi dire?"
" Beh se avessi davvero tutto quel tempo metterei in valigia il mio passato, tutta la vita che mi sono costruito. Prenderei quel cassetto stracolmo di sogni e speranze e che tuttavia continua ad avere un piccolo spazio vuoto dove accumulare nuovi sogni , nuove speranze e ci infilerei anche quello nella stramaledetta valigia. Magari porterei con me anche quel cuscino a cui sono molto affezionato . Lo ricordi? Quello su cui eravamo soliti appoggiare le nostre teste prima di dormire, quello su cui piangevamo parlandoci del nostro presente e del futuro che ci eravamo prefissati. Quel cuscino lo amo, davvero. E' stato un compagno di vita, mi ha sempre ascoltato e mai giudicato, ha lasciato che piangessi e mi sfogassi quando te ne sei andata lasciandomi l'amaro in cuore e quella lettera sulla scrivania. Quel bellissimo cuscino trapela ancora di emozioni vive, intense... sa e profuma ancora di noi. Sì sono sicuro che lo porterei con me."
"Una valigia? Non ti seguo, parli del nostro passato come se ti importasse ancora, parli di una valigia... Non capisco giuro. Se avessi tutto quel tempo partiresti? E' questo che vuoi dire?"
"In un certo senso, sì, è proprio quello che farei. Partirei."
"E lasceresti davvero tutto? Hai una vita meravigliosa, perchè partire? Non ti capisco.Non ha senso buttare via tutto è da codardi."
"Invece è quì che ti sbagli. Ci vuole davvero un bel coraggio a lasciare una vita meravigliosa come la definisci tu, davvero un coraggio gigantesco. E poi abbandonerei solo la parte mondana della mia vita il resto , come ti ho già detto lo porterei con me."
"No davvero è da pazzi. Non ti capisco, non ti capisco proprio. E abbandoneresti tutto per fare cosa? Per andare dove?"
"Non so sinceramente dove vorrei andare, girare il mondo senza una meta precisa sarebbe meraviglioso. Solo io e la mia valigia. Vivrei appieno, sono sempre stato maledettamente razionale ed è questo che non ti andava giù, è questo che ci faceva litigare. Non ricordi ? Sembri cambiata tanto, tantissimo, sembri tu quella razionale ora. Sono sicuro che mi lascerei guidare dalle mie emozioni senza rimpianti. Sì, proprio così."
"Sono cresciuta per questo ragiono al posto di fare pazzie. La vita non perdona le pazzie e tu se pensi di vivere così sei pazzo."
"No sei tu che non capisci la vita, fare 'pazzie' sarebbe l'unica cosa che ti renderebbe felice. La vita è pazzia. Quella che credi di vivere tu non è vita. Non ti rendi conto di non essere libera così? Sei intrappolata dai mille dubbi di "cosa potrebbe succedere se" e non ti rendi conto di essere schiava di queste paure che tu chiami vita. Era questo che più o meno mi dicevi tanto tempo fa e giuro, solo ora che ti ho rivisto l'ho capito. Ho capito che dare sfogo ai propri sentimenti fa bene a sé stessi e agli altri. Tu te ne andasti perché non riuscivo ad esprimere i miei sentimenti e credevi fosse tutta finzione, credevi che la mia troppa razionalità mi stesse ostacolando e avevi ragione. Era questo il contenuto della lettera. Tu non sai quanta amarezza, dolore misto a sensi di colpa e a rabbia piansi quella notte. Non era finita e se proprio vuoi saperlo non è finita ancora. Ti amo e ti ho sempre amata. Ed è proprio per questo che ora, avendo a disposizione tutto quel tempo me ne andrei a vivere incondizionatamente perché per tutto il tempo in cui non ci sei stata e mi sei mancata non ho vissuto come tu volevi che facessi. Andrei via a vivere o con te o senza di te ecco. E in quella valigia sappi che ci metterei anche quella lettera, quella che porto sempre con me e che leggo e rileggo in continuazione lasciandomi travolgere dal passato felice. Ecco, ora che te l'ho detto posso anche andare via ma sappi che ti aspetterò ancora e ancora e ancora per cui se anche tu vorresti partire, fare la più grande pazzia del secolo e raggiungermi io sarò sempre lì e ti accoglierò e ti proteggerò. Ti lascio e vado via con una domanda, sentiti libera di rispondere quando sarai pronta se mai lo sarai. Tu cosa faresti se avessi tutto questo tempo su quell'orologio?"Va beh... ora basta! Come sempre i miei scritti sono spesso deprimenti ^^" quiiiiiiindi vi saluto per oggi, alla prossima!
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Just a bunch of (mine) bullshit
RandomL'inglese fa figo hahahah non ci fate caso xD Ho deciso di pubblicare una raccolta di cosucce che ho scritto nel tempo (ho cominciato quando avevo credo circa 14 anni). Non uploderò spesso: non si tratta di una storia ma di tanti piccoli racconti o...