A pezzi

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Sfiorò distrattamente con le dita il suo freddo riflesso.
Si perse in quello sguardo che non accettava più come proprio, che non riconosceva.
Quei suoi occhi neri, profondissimi, nascondevano un vuoto immenso.
Immagini pericolose gli attraversarono la mente come un flash, così veloci che non riuscì a leggerle tutte, lasciandogli una sensazione di disagio invadente.
Coprì la sua immagine con la stessa mano che poco prima aveva usato per accarezzarla e chiuse gli occhi.
Sperava di cancellare tutto, di spegnere se stesso, ma sapeva bene che non avrebbe funzionato.
《Argh》mugugnò con il viso contorto dal dolore.
Plip.
Plip.
《Cosa diavolo!》
Trasalì.
Gettò di nuovo un fugace sguardo al suo riflesso e si accorse che era incrinato in più punti: un illogico puzzle dai pezzi incastrati a forza, una figura incoerente che non aveva più senso ricomporre.
Poi spostò gli occhi in direzione di quel rumore che lo aveva risvegliato dallo stato di trance semi-cosciente.
Le goccioline avevano tinto il lavabo di cremisi.
《Tch》schioccò la lingua scrollando il pugno, quasi a volersi liberare da quel tremendo dolore.
Il pugno allo specchio aveva momentaneamente estinto la vampata di rabbia ardente che lo aveva travolto, ma non lo aveva di certo aiutato a spegnere l'interruttore della testa.
L'immagine frantumata del suo volto era in linea con il suo cuore più di quanto non si aspettasse e questo lo spaventava a morte.
I suoi "mille pezzi" lo terrorizzavano.
Si accorse presto che il pensiero di essere irreparabilmente rotto, lacero, lo avrebbe tormentato per molto tempo.

Ma il mondo non aspetta nessuno e lottare contro i propri pensieri non fa altro che sfiancarti, rendendoti una facile preda.
Anche se non sai per chi o cosa, essere una preda non è mai conveniente, lo sapeva bene, ed è per questo che ancora una volta aveva dovuto fingere《Che stronzata è questa?!
Sto bene.
...
Ora mi vestirò ed andrò a lavoro,       come sempre.》
Ogni giorno stava lì a raccontarsi un mucchio di bugie perché non poteva fare altrimenti: o quello o sprofondare nel torbido mare che aveva in testa.
Era troppo orgoglioso per ammettere a sé stesso e a chiunque altro di avere un problema.
Grazie a questo suo tenace e stupido orgoglio era riuscito ad andare avanti, ma la battaglia si faceva sempre più letargica.
Il giorno in cui avrebbe mollato stava guadagnando terreno e a breve avrebbe avuto la meglio anche su quel ponte di orgoglio che lo teneva  ancorato alla realtà.

Non poteva immaginare che un fatale incontro gli avrebbe rivoluzionato l'intera esistenza.

Just a bunch of (mine) bullshitDove le storie prendono vita. Scoprilo ora