Surprise!

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“Vegeta ti prego, di’ qualcosa…”
E lui vorrebbe, lo vorrebbe davvero. Vorrebbe dirle che è stata una totale idiota, che è colpa sua, e che è arrabbiato con se stesso, con lei, con il mondo intero. Eppure ciò non gli è possibile poiché il filtro cervello-bocca si è momentaneamente guastato. Rimane lì immobile davanti a lei, senza muovere un dito. Gli occhi della terrestre si riempiono di lacrime ed è solo questo dettaglio che permette al Principe di risvegliarsi da quel suo sogno ad occhi aperti, per riprendere in mano la situazione. Solleva lo sguardo, rammaricato. L’ha fatta piangere di nuovo. Con fare dubbioso si avvicina cauto a lei; l’ultima volta che l’ha fatta piangere e ha provato a toccarla, lei gli ha rifilato due sonori ceffoni. Non che i colpi lo avessero disturbato minimamente, anzi era lei che aveva riportato maggior dolore fisico, tuttavia l’essere colpito aveva provocato una ferita nel suo animo. Questa volta però Bulma non accenna a compiere nessun movimento. Lui azzera del tutto la distanza che c’è tra di loro e fa in modo che i loro corpi aderiscano perfettamente l’uno con l’altro, abbracciandola. Poggia una mano alla base della sua schiena e fa scorrere ritmicamente l’altra su e giù, cercando di tranquillizzarla. Il Saiyan ottiene l’effetto che desiderava e il pianto cessa del tutto quando la sua compagna, alzando gli occhi su di lui, gli dice con voce spezzata: “Mi dispiace.”
Lui per un momento rimane confuso da quella dichiarazione. Le dispiaceva? Per cosa?
“Per aver pianto?”, azzarda lui. Ma lei con fare complice sussurra debolmente: “No, per questa situazione. So che è accaduto tutto troppo in fretta…però io non credo che questo sia un male. Potremo conoscerci meglio in questo modo…”
Finalmente lui afferra il senso delle sue parole e le sistema una ciocca di capelli ribelli dietro l’orecchio, ma non accenna ancora a parlare.
Lei continua fino a quando non mormora, tra le tante sciocchezze, una frase che fa cristallizzare il Saiyan: “Non sei arrabbiato? E’ strano. A questo punto pensavo che mi avresti già uccisa…”
Lei ridacchia, ma la sua risata è diversa dalle altre. E’ triste, come se pensasse davvero che lui avrebbe potuto ucciderla. Scuote la testa, e riprende a stringerla con maggior forza. “Sono arrabbiato eccome, donna. Anzi sono furioso. Sto bruciando di rabbia, ma nonostante ciò io non potrei mai farti del male. Sei forse l’unica persona al mondo che salverei al mio posto, se ne dovessi scegliere.”
Quasi lei non ha un mancamento dinanzi a queste parole. Era estremamente raro che Vegeta esprimesse i suoi sentimenti così tranquillamente e in modo esplicito. La tiene più stretta a sé per impedirle di cadere, e lei gliene è immensamente grata. Sta per ribattere, quando lui le poggia la mano sul ventre, osservando con voce mesta: “Finirai per amare lui, e non più me.”
Questo Vegeta lo sa bene, e poiché è  sempre stato sincero con lei, lo dice apertamente.
“Non dire sciocchezze! Come potrei smettere di amarti? E poi anche lui ti amerà. Incondizionatamente.”
“Bulma, per una volta nella tua vita cerca di essere razionale. Come potrebbe volermi bene? E poi che razza di padre credi che potrei essere io?”
Di certo non aveva avuto una figura maschile modello, ed era terrorizzato all’idea che potesse sbagliare e mandare tutto in malora. Lui non ne sapeva niente di come si comportava un padre.
Ma lei lo rincuora, gli dà speranza.
“Un padre meraviglioso. Gli insegnerai a camminare, poi a parlare ( ma sta’ attento: la sua prima parolina sarà “mamma”, non Saiyan, Kakaroth, Vegeta, papà o Galik Gun, intesi? )…”
“…poi  a combettere?”, fa lui speranzoso ed entrambi ridono.
“Sì, potrai insegnargli anche quello. Sarà il bambino più forte del mondo…”
“Ed anche il più bello. Ma quello sarà solo merito tuo.”

An unsung hero -- Vegeta & BulmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora