Confessione

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Tornai a casa completamente sconvolto. Ero ubriaco, fatto e chissa cos'altro. Avevo perso totalmente la lucidità. Entrato in camera mia iniziai a rivoltarla. I libri caddero a terra alcuni rompendosi altri resistendo. I miei vestiti vennero sparsi per il pavimento. Iniziai a calciare il mio armadio dimenticandomi della presenza di chiunque, colpii il muro con i pugni stretti permettendo che il sangue scorresse sulle mie nocche. Ero disperato, stravolto. Mi accasciai al pavimento piangendo forse come non avevo mai fatto, gridavo il nome di Suga, mi sentivo morire. Il petto si faceva più stretto e capii che quel dolore cosi forte proveniva da un singolo sentimento e faceva paura ammetterlo, era amore.

Ero perdutamente innamorato di Suga, di ogni suo lato. Ero innamorato del ragazzo dalla pelle pallida che osserva i fiori cadere dalla finestra della classe, quello che mi osserva da lontano scontroso, quello che furioso mi attacca, quello che mi sorride perverso mentre sfrutta il mio corpo per soddisfarsi, amavo tutto di lui. E questo sentimento faceva cosi tanta paura che gridai ancora senza ritegno.

"Ti amo, min Suga". Faceva cosi tanta paura. Sapevo che la mia vita non sarebbe stata facile, soprattutto perchè Suga non mi avrebbe mai amato. Cosa dovevo fare?

Il cuore continuava a martellarmi nel petto e i suoi occhi continuavano a tornarmi in mente. Le lacrime non volevano smettere di scendere e ricordavo nel brio dell'alcool quando aveva soltanto per poco tremato tra le mie braccia. Quanto avrei voluto rivoltare la situazione e stringerlo ancora senza spaventarlo, senza farlo diventare ciò che è stato dopo. Tutta colpa mia.

Ma dopo tutto ero sicuro di una cosa: lo amavo. Il suo viso mi torturava mentre il dolore alla mano passava al secondo piano. Mi piaceva quasi quella sensazione, mi faceva sentire quasi meglio, faceva lenire il dolore al cuore.

Mi addormentai cosi, con le lacrime agli occhi che sgorgavano mentre le mie iridi si arrossavano e le ciglia erano bagnate.

Mi svegliai con il collo poggiato all'armadio. La luce del sole metteva in mostra il disastro che avevo combinato la sera prima.

Presi l'orologio che segnava le tre. Decisi di alzarmi dolorante, farmi un caffè, farmi una doccia fredda e uscire. In cucina trovai un piatto con del cibo e un biglietto: la prossima volta che torni ubriaco vedi di fare piú piano o tuo padre ti ammazza. Sei un cretino. Mangia e metti a posto tutto.

Strappai il bigliettino e lo gettai via.

Decisi che avevo bisogno di aria, il pensiero di Suga era costante, e la notte di sonno peggiorò solo la situazione. Ero ancora piu convinto ora che l'alcool aveva abbandonato il mio corpo e questo faceva paura. Ricordai i dettagli della serata e mi massaggiavo le tempie cercando di venirne a capo. Il problema però rimaneva li, e quel sentimento morboso continuava ad assillarmi. Dovetti uscire, indossai dei vestiti comodi e andai in un campo da basket poco lontano da casa. Iniziai a giocare anche non essendo bravo. Ricordai però mentre lanciavo la palla a quando osservavo Suga giocarci. Era fenomenale. Mi eccitava da morire vederlo mentre lanciava la palla con maestria e delicatezza. Aveva un tocco cosi elegante e pensai piu volte di voler essere toccato da lui con la stessa delicatezza.

AVerlo era sempre stato il mio cruccio. Ma ora mi ritrovavo a pensare che avrei voluto avere lui, non soltanto sessualmente. Avrei gridato al mondo che quella meraviglia mi apparteneva. Avrei voluto che mi appartenesse.

Lanciai la palla piu forte e questa rimbalzo contro il canestro.

Mi sentii strano, come se mancare il canestro centrasse con la ma vita, avevo mancato il bersaglio. Mi riscoprii a piangere ancora e mi accovacciai per terra con le ginocchia strette al petto.

Mentre scaricavo la mia frustrazione, un colpo mi arrivò alle spalle. Qualcuno mi aveva lanciato la palla addosso e non avevo forza di reagire.

Mi voltai stremato mentre altre lacrime bagnavano il mio viso.

Quando mi voltai notai la persona che più di tutto mi stava massacrando.

Il suo viso era arrabbiato ma in qualche modo stremato, sembrava provare i miei stessi sentimenti, sembrava aver pianto, oppure stavo immaginando? Avrei voluto che fosse vero, in modo che le nostre sofferenze potessero unirsi.

"Che cazzo fai Jimin? Eh? Ieri facevi il leone e ora mi guardi così?"

Era cosi arrabbiato e sofferente per colpa mia, il senso di colpa mi stava facendo annegare e le lacrime iniziarono a scendere ancora. Piansi disperatamente.

Suga corse verso di me prendendomi per un braccio e sferrandomi un altro pugno in faccia.

"Reagisci forza, picchiami, aggrediscimi come volevi fare ieri sera! Perchè ora stai li a piangere come una ragazzina"

Mi diede un altro pugno che mi fece barcollare.

"Reagisci!" grido ancora.

"Mi dispiace" piansi stringendomi a lui.
"Mi dispiace tanto"
"Non posso farti del male." gridai. "Non posso non lo capisci?" Mi prese per le spalle scuotendomi con forza.

"Ieri volevi violentarmi, eri cosi sicuro di te. Non accetto che ora tu pianga, non accetto che fai la parte della vittima, non accetto questa tua vighiaccheria ora!" mi grido a due centimetri dalla faccia.

"Colpiscimi come hai fatto ieri. Fallo" mi colpi ancora.

"NOn posso farlo" ormai singhiozzavo.

"Perchè sono innamorato di te. Ti amo Min Suga. Ti amo da impazzire"

Suga rimase fermo a guardarmi. sorrise isterico, incredulo. Si calmò.

"Ti amo, ti ho sempre amato. Ti amo cosi tanto che fa male. qui vedi" colpii il mio petto. "Qui brucia ogni volta che ti vedo. Fa male e trema per ogni tua parola. Suga.. Ucciderei per te, morirei per te. Solo per toccare ancora le tue labbra. Sono pazzo di te da quando eravamo alle medie. Pensavo fosse solo una questione di sesso, pensavo che avendoti avrei risolto questo groppo in gola che mi porto da anni, ma niente, ho provato ad averti e quel tuo sguardo perverso mi ha fatto capire che non era solo la tua purezza che mi piaceva. Suga io sono innamorato di ogni parte di te. Io amo quando sei intento a guardare fuori dalla finestra e riesco a vedere solo il tuo profilo, amo quando eviti tutti e riservi  i tuoi sguardi solo a me, amo quando sei perverso e amo quando sei puro, amo quando fai l'angelo e amo quando sei diavolo. Amo tutto di te, anche se tu dovessi portarmi alla morte, ti amerò finche ne avro le forze e anche a quel punto continuero ad amarti fino a cadere nell'oblio"

rimase per attimi infiniti a guardarmi sconvolto.

"tu sei pazzo" sussurrò.

non risposi.

"Ci faranno a pezzi.. se si venisse a sapere sarebbe tutto finito. Non sopravviveremo"

Sembrava parlare piu a se stesso che a me.

"Suga.." parlai piano.

Mi guardò ancora, mi morsi le labbra.
Si strofinava i capelli cercando un appiglio.

"Ah fanculo tutto"

Si avvicino a me e con violenza mi afferro i capelli.

"A tuo rischio e pericolo. Solo perché so che riuscirai a sopportare tutto quello che ti farò"

Mi baciò le labbra e non potei fare a meno di ricambiare.

Avevo paura ma in qualche modo sentivo che i pezzi rotti dentro al mio petto stavano iniziando a mettersi in ordine.

My disease, my perversion {Yoonmin}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora