La prima sera al campo

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[...] e tornai a guardare il vecchio pugnale. Lo presi e lo tirai fuori. Legai la custodia alla cintura che portavo. Impugnai l'arma e provai qualche affondo ai manichini infondo all'armeria.

Un colpo di tosse.
Mi giro di scatto e rimango impietrita.

Un ragazzo vestito di nero era appoggiato alla porta e stava guardando la sua spada.

Stavo per giustificarmi ma lui mi precede.
- io... ecco...
- non dovresti essere qui
- beh ... io - lui alzo lo sguardo e cominciai a impappinarmi. Di guai ne avevo combinato tanti, ma non mi ero mai sentita tanto in imbarazzo, avrei voluto essere mangiata dalla terra, ma riuscì a tenere lo sguardo alto e a dire qualche frase a senso compiuto.
- io ... ecco ... ero a fare un giro per il ... per il campo con ... con ... con Annabeth ma arrivate in Arena una ragazza di nome ... - ci pensai un po', ma rispose lui al posto mio.
- Clarisse, incitò Annabeth e si sono messe a litigare e tu te ne sei andata. C'ero anche io in arena.
- ecco ... si - Ovviamente nessuno mi nota mai, ma mi nota LUI mentre gioco con delle armi.
- io sono Nico Di Angelo, figlio di Ade.
Lo guardai un po' incuriosita, Annabeth aveva parlato di tanti dei ma di Ade, il dio degli inferi, non ne aveva fatto parola.
- figlio del dio degli inferi? Io sono Angela, figlia di ... non lo so- e feci spallucce.
- ti piace quel pugnale?
- ah... mmm ... si - mi ero scordata di avere il pugnale e lo rigirai nella mano - posso prenderlo?
- si. seguimi - e si spostò dalla porta rimettendo la spada al proprio posto, cosa che mi tranquillizzo. Misi il pugnale nel fodero e lo seguì.

Nico si stava dirigendo verso l'arena, mi starà portando da Annabeth, imprecai. Speravo che non si fosse accorta della mia mancanza, se no mi sarei presa una bella sgridata. Che bel inizio. Sono qui da qualche ora e sono già nei guai... fantastico!

Entrai nell'arena dopo Nico, stavo pregando almeno per una volta che non mi notassero, ma ... ovviamente l'intera Arena si girò verso di me e Nico... ti pregoo fa che un buco si formi sotto i miei piedi e io ci sprofondi dentro sparendo, non successe nulla. C'era un silenzio tombale, cosa che non migliorava il mio disagio e la mia ansia.
Dal gruppo di ragazzi emerse Annabeth, con faccia preoccupata, che si trasformò all'istante in una faccia arrabbiata. Fissavo Annabeth che si avvicinava. Si fermò davanti a me, mi guarda con una faccia che era un miscuglio tra rabbia, sollievo e disprezzo. A me sempre in eternità prima che lei dicesse qualcosa.
- mi sono preoccupata molto - Certo, come no. Facile crederci se me lo sputo in faccia così- tu sei sotto la mia sorveglianza, avremo passato seri guai se ti fosse successo qualcosa.
Appunto. L'unica tua preoccupazione era di non avere guai, te pareva. La gente si preoccupa di più di non passare guai per colpa mia che di me.
Io non dissi niente la guardavo e basta, quelle furono le uniche parole che mi rivolse per il resto della sera. Si girò verso Nico.
- Dove era finita?
- non importa - le rispose Nico - la porto io al dormitorio. E se ne andò facendomi cenno di seguirlo. Mi girai e segui il ragazzo. Prima di attraversare la porta mi guardai alle spalle, Annabeth era abbracciata a Percy, il ragazzo incontrato prima, e ci stava parlando, anche lei si girò per guardarmi e io distolsi lo sguardo per poi uscire.

Nico era più avanti già di qualche metro, lo raggiunsi e mi misi di fianco a lui. Era più alto di me di qualche centimetro e aveva capelli e occhi scuri come i miei e carnagione chiara.
- lo sai... sono poche le persone che Annabeth non piacciono- mi disse Nico ad un certo punto, guardava fisso davanti a se è teneva le mani in tasca.
- diciamo che sono poche le persone che mi sopportano- io concentrai lo sguardo sulle casette qualche chilometro più in là.
Lui si fermò di colpo, mentre io mi fermai qualche passo più avanti.
Mi stava studiando dalla testa ai piedi e io feci lo stesso. Indossava una t-shirt e una felpa rigorosamente nera, e dei jeans neri, è la spada legata alla cintura, e indovinate un po'... anche essa era nera. Io indossavo dei jeans strappati al ginocchio, una semplice maglietta rossa è una camicia da boscaiolo, mentre al collo una collana con un dente, di non so che animale, che mi era stata regalata da mio padre.

Riprese a caminare senza dire niente. Eravamo arrivati agli alloggi. Nico si avvicinò a una delle casette e bussò.
Rispose una ragazza alta, capelli biondi lasciati sulle spalle, indossava una canottiera grigia e dei pantaloncini fino al ginocchio.
- si? Oh... ciao Nico - sorrise a Nico poi sposto lo sguardo su di me - e tu sei?
- Lei è Angela, la nuova arrivata.
- Piacere Angela, io sono Serena, una figlia di Ermes, ti do il benvenuto nel nostro alloggio. Mi occuperò io di te. Entra. - e si spostò dalla soglia della porta.
Nico salutò e se ne andò.
La camera era piena di ragazzi e ragazze che passavano dai 7/8 anni a 20/21 circa.
Serena fece per schiarirsi la gola e per attirare l'attenzione - Attenzione prego. Lei è Angela - e mi indicò facendo un sorriso amichevole - starà qui per qualche giorno, qual è il letto che le è stato assegnato? - si guardo in torno e poi mi indicò un letto a castello in fondo alla camera. Si fece spazio tra i ragazzi per poter arrivare al letto.
- ecco questo sarà il tuo letto.
Una ragazza scese dal letto di sopra con un balzo, cosa che mi fece prendere uno spavento perché non l'avevo vista.
- piacere io sono Giorgia, ora siamo compagnie di letto - mi sorrise che io ricambiai. Avevamo più o meno la stessa età e altezza, ma lei aveva capelli ricci color caramello, molto voluminosi, pelle abbronzata  e occhi marroni. Anche lei aveva una maglietta del campo e dei leghins neri.
- posso farti una domanda?
- certo. Dimmi
- padre o madre è il tuo genitore mortale?
- mia madre, perché?
- quindi tuo padre è il dio... quindi può essere Zeus, Poseidone, Ade, Ermes, Ares, Efesto o ... credo di averli detto tutti ... credo, non sono qui da molto tempo neanche io.
- c'è molta scelta. - passammo qualche minuto a parlare e a scherzare.
Serena si avvicinò a noi.
- cosa c'è da ridere tanto? Eh? - lo disse facendo finta di essere arrabbiata finendo con il far ridere tutte e tre - ora dobbiamo andare al falò e poi andare a dormire, domani c'è la Caccia alla bandiera.
- si - Giorgia mi intimò di seguirla - vieni andiamo al falò.
Parlammo per tutta la strada è gli raccontai anche di quello che era successo poco prima con Annabeth.

- a proposito, che cos'è la caccia al tesoro - chiedi mentre arrostivamo dei mashmellow.
- è un gioco programmato dal campo, le case si dividono in due gruppi, i rossi e i blu, ognuno deve nascondere la propria bandiera al interno del bosco e recuperare quella avversaria. Vince la squadra che la prende per prima - assaggio il suo mashmellow - quella di domani è la seconda volta che partecipo da quando sono venuta, spera di non incontrare figli di Ares o di Atena.
- già , figli del duo della guerra e della dea del saggezza e strategia militare, fantastico.
Ridemmo e continuammo a parlare.
La serata stava per finire, era da tanto che non passavo del tempo a parlare e scherzare con qualcuno in quel modo, una serata iniziata male ma finita nei migliori dei modi.

La figlia di AresDove le storie prendono vita. Scoprilo ora