Il giorno successivo mi svegliai di buon umore, soprattutto perché non ce la scuola.
Scesi con calma le scale e guardai l'orologio: 9:30.
Bene.
Mi sedetti ancora stralunata, subito dopo realizzai. Guardai ancora paralizzata L'orologio mentre speravo che, ancora assonnata, avessi visto male: 9:30.
Cazzo!
E adesso chi li sente quelli?
Dovevo incontrarmi alle 10 al parco con la mia famiglia ed ero sicurissima che in 30 minuti non sarei neanche riuscita a finire di prepararmi.
Presi la biancheria e vestiti e mi rinchiusi in bagno. Dopo 40 minuti fui pronta, cercai il mio cellulare dappertutto e quando lo trovavi vidi le 5 chiamate perse e i 13 messaggi.
Uscii ed iniziai a correre. Il parco di stava solo 10 minuti da casa mia, quando giunsi a destinazione li vidi da lontano seduti su una panchina. Con un ultimo scatto li raggiunsi, mi piegati sulle ginocchia per riprendere fiato.
- Ce l'hai fatta finalmente! Pensavo che ti fossi scaricata nel cesso o che Willy Wonka ti avesse scambiata per un Umpa Lumpa.- disse ironico, come sempre, James comodamente seduto, che non ci pensava nemmeno ad alzarsi per farmi posto.
Ridendo per quanto potessi, a corto di fiato, gli dissi: - Zitto babbano! Non sei degno delle mie scuse. Experiarmus!- James si allungò di scatto sulla panchina facendo finta di essere stato colpito, facendo così scoppiare tutti in una grossa risata.
Mi ricomposi, così solo allora notai la presenza di un estraneo nel nostro gruppo: era una ragazza, bella, alta, con folta chioma mora ribelle.
-Ciao.- dissi sorridendo.- Io sono Giada, e tu sei...?-
- Celeste.- mi suggerì Mark che le mise un braccio attorno alle spalle.- Te ne sei dimenticata, vero?-
- Eh eh eh... ma certo che noooo.- recitai, da pessima attrice quale so di essere,
- Giada...- incominciò fra l'esasperato e il divertito Mark, ma non gli diedi tempo di finire che presi in "ostaggio" Celeste e la trascinai per la strada parlando del più e del meno.
- Senti...- dissi guardandomi alle spalle, per essere certa di aver messo abbastanza distanza fra me e gli altri- Ma che rapporto c'è fra te e Mark?-
- Beh, siamo fidanzati.- disse arrossendo.
- Lo sapevo... Comunque come vi siete conosciuti? Quando vi siete fidanzati? Insomma raccontami un po' tutto... per favore- dissi facendo gli occhi dolci da cucciolo.
Lei fece una breve risata ed incominciò raccontare.
Si erano conosciuti in una spiaggia e sin dal inizio Mark l'era parso un po' impacciato( cosa che di solito faceva solo quando era nervoso, molto nervoso), mi confessò che quando fecero una passeggiata alla riva al chiaro di luna, e lui si confessò, lui sia stato in grado di inciampare nella sabbia e a cadere con la faccia nell'acqua.
In seguito parlammo di argomenti prettamente femminili, cui non potevo neanche accennare quando ero con i ragazzi. Dopo un po' Mark ci interruppe.
- Potrei riavere la mia ragazza ora?-
- Sei solo geloso perché preferisce parlare con me piuttosto che con te.-
- Ti piacerebbe...- disse Mark facendo un segno vago con la mano ed io gli feci la linguaccia rallentando il passo, per far sì che rimanessero da soli. Intanto raggiunsi i restanti membri della mia famiglia.
***
Quando venne sera Celeste se ne dovete andare e Mark si offrì di accompagnarla.
Proposi agli altri di continuare la passeggiata ma loro mi "tradirono" stendendosi sul prato.
- Infami! Avremmo fatto si e no 100 km- gli urlai contro scherzosamente.
Alex mi alzo il dito medio facendo un'affannosa risata, mi buttai a peso morto su di lui facendo uscire in un colpo solo tutta l'aria che aveva dentro e facendogli emettere un prolungato gemito di dolore strozzato. Mi stesi in mezzo a loro e ci fermammo a fissare cielo.
In quel momento c'era amo solo noi, tutto il resto del mondo si era fermato, eravamo invisibili.
I suoni in lontananza degli pneumatici delle macchine che, dopo una stressante giornata di lavoro tornavano finalmente a casa, il suono delle scarpe che precedevano spedite sull'asfalto umido di settembre, il fruscio dei rami degli alberi o il lieve profumo della fresca brezza. Tutto ciò che ci circondava sembrava non toccarci minimamente, non appartenerci.
Eravamo solo noi, abbandonati in balia delle onde in tempesta dell'adolescenza, ma non eravamo soli.
Noi eravamo sempre insieme, ogni momento, bello o brutto che poteva essere, noi eravamo pronti ad affrontarlo, insieme.
Sotto quel cielo stellato, conquelle dei testa, con l'erbetta che mi solleticava il viso e con delle mani chemi accarezzano la testa chiusi gli occhi beandomi del momento.
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Odi et Amo
RomanceGiada, estroversa, forte e intraprendente, condivide la propria vita con i suoi quattro migliori amici, ma a rendergliela più movimentata ci penseranno i due gemelli che, con scherzi e provocazioni, metteranno a dura prova la sua pazienza.