Capitolo 8

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Salve lettrici/i! Sopra vi ho caricato la foto di chi secondo me incarna il personaggio di Phoebe.
(Provate a sostituire gli occhi scuri con quelli azzurri)
E voi? Come l'avevate immaginata? Fatemelo sapere. 😘

WILL'S POV:

"Non te ne andare...", la sua voce è un sussurro.

"Piccolina, non me ne vado, resto qui". Mi avvicino a lei e sedendomi sulle ginocchia le scosto una ciocca di capelli che le ricade sugli occhi, dietro all'orecchio.

"Dovresti avere sempre i capelli legati. Sciolti coprono questo splendore", rivelo indicandole gli occhi.

Avrei voluto dirle che in essi si rispecchia la tristezza. Ma sono pur sempre bellissimi.

"Dovrebbero metterli in esposizione in uno di quei grandi musei dove sono raccolti tutti gli oggetti di valore", continuo legandole i capelli con il nastrino azzurro che ha legato al polso.

"Che sciocco che sei", ride.

"Perché?", chiedo quasi offeso.

"Perché non sono un oggetto da esposizione. Sopratutto ora in queste condizioni"

"Se fosse per me guarderei i tuoi occhi per tutta la vita. Guarderei te, perché non solo sei bellissima, ma coraggiosa, simpatica, buona, bionda, la lista potrebbe continuare all'infinito"

"Bionda? Credo di averti contagiato la febbre", dice dandomi un pugnetto privo di forze sulla spalla.

"Sì, bionda. Ora cerca di riposarti. Sogni d'oro fragolina"

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PHOEBE'S POV:

Le mie parole l'hanno spiazzato.

D'altronde lui ha fatto lo stesso. Com'è possibile avere la sensazione di conoscere una persona da sempre anche se l'hai appena conosciuta?

"Ah, è questo quello che pensi di me? Bizzarro", dice mettendo le mani dietro la nuca.

"Sì, lo penso. E penso anche che il tuo essere introverso non è altro che una maschera per allontanare le persone", sbotto trucidandolo con lo sguardo.

Will appoggia di nuovo le braccia sul tavolo e alzando un angolo della bocca dice

"Non mi conosci affatto e ciò non ti permette di dare dei pregiudizi, che posso accettare, mi sta bene. Ma dovresti imparare a conoscere le persone prima di giudicarle. Il conto, grazie", alza un dito per richiamare l'attenzione del cameriere che risponde di arrivare subito.

"Allora dovresti fare lo stesso", replico puntandogli gli occhi addosso.

Lui per primo mi ha giudicata, nonostante abbia letto dentro di me come nessuno aveva fatto mai.

Ma confessarglielo significherebbe dargliela vinta.

Restiamo a fissarci in silenzio fino a quando non arriva il cameriere che ci porta il conto.

"Lascia, faccio io", dice Will cacciando dalla tasca dei pantaloni i soldi.

"No, non de..."

"Hai da ridire anche su questo?", sorride.

Dopo aver pagato, si alza e dice

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