二🌸

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Un raggio birichino riuscì a superare la tendina e a proiettarsi proprio sul suo occhio destro. Era fastidioso e quindi si rigirò nel letto. Si sentiva libero, l'aria che stava respirando era diversa.

"Izumi! Sveglia che è tardi!"

"Sì va bene" mugugnò tutto assonnato.

Un momento. Che mal di gola! Che cos'era quel versetto delicato che gli era uscito dalla bocca?
Si mise a sedere sul letto, si guardò in giro e si strofinò gli occhi diverse volte per capire se avesse visto male o meno: era finito in una camera rosa, c'era uno specchio decorato con delle lucine colorate, delle foto con delle ragazze sull'armadio, gonne, elastici per capelli, cappellini, magliettine, fiorellini, orsacchiotti di peluche. Dove diavolo era finito? Poi sentì qualcosa sul petto. Ci appoggiò le mani. Le palpò.

Rimase a fissare dritto davanti a sè, non stava capendo niente, forse era un sogno. Abbassò gli occhi e le vide. Erano due, piccoline, morbide, belle sode.

"Cazzo, non possono essermi cresciute le tette in una notte."

Gli sembrava una cosa così buffa. Prese un lembo della maglietta e la sollevò.

"Che diavolo! Ma è uno scherzo?"

Le toccò ancora per un po' finché qualcuno spalancò la porta.

"Izumi! È da ore che ti chiamo!"

Era una ragazza con viso giovane e dolce, occhi scuri come la pece, indossava un pigiamino corto nero e aveva ai piedi delle pantofole pelose.

"Ma chi sei?"

"Hino Ikuko, mi conosci bene" poi lo guardò stranita, "Ma, Izumi, perché ti stai toccando le tette?"

"I-io..."

"Muoviti che è tardi!"

Richiuse la porta. Ancora un po' intontito, andò verso il bagno e si vestì. In quel momento non riusciva a pensare, era molto confuso.

"Che sogno strano..." si ripeteva. Poi si guardò allo specchio.

"Izumi Gurio, perché ti sto sognando? Vediamo se riesci a starmi dietro."

Alzò il braccio destro e anche Izumi nello specchio lo fece. Girò la testa di lato, Izumi lo seguì. Alzò le mani e fece un verso con la faccia, lei lo copiava alla perfezione.

"Vuoi la sfida? E che sfida sia!"

Si mise a ballare in modo sfrenato, improvvisando movimenti rapidi e difficili, abbassandosi e rialzandosi, saltando e sculettando. Si fermò solo quando fu esausto: Izumi aveva mimano ogni suo singolo movimento.

"Molto brava Izumi."

Dovette fare la pipì e, quando si abbassò i pantaloncini, rimase sorpreso.

"Dov'è?"

Si guardò bene, lì mancava qualcosa e all'improvviso si sentì vuoto e oppresso. Stordito e incredulo scese dalle scale arrivando in un salotto dove s'imbatté in tre ragazze sedute sui divanetti e intente a fare colazione.

"Ciao Izumi" salutarono.

"Qual è il tuo problema? Sembri così strana" fece quella ricciolina.

Lui le guardò una ad una con una faccia bianca come un lenzuolo.

"Ho due tette e una vagina."

Calò il silenzio.

"Ma amore, tu le hai sempre avute..."

Quella castana non si trattenne una risata.

"Ma io... ho sempre avuto un pene in realtà."

Ora tutte stavano ridendo.

I am you, you are me ✿ yuta nakamotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora