七👜

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"Izumi, sappi che al mio tre sfonderò questa porta se non apri immediatamente!" strillò Hino continuando a battere il pugno sulla porta.
Quella ragazza aveva una forza devastante e di certo non scherzava quando diceva di sfondare le porte.

"Arrivo ma che palle che sei!" strillò Yuta, tutto intento a spazzolarsi quei bellissimi capelli neri e a guardarsi nello specchio.

"Ma senti un po'! Ragazzina, vedi di portare rispetto a me e alle tradizioni giapponesi! Non hai il permesso di rispondere così ad una ragazza più grande!" protestò da buona giapponese che era.

"Ho fatto, quasi."

Hino si innervosì e decise di prendere in mano la situazione.

"Ora ti faccio vedere io."

Si allontanò di un paio di passi, prese la rincorsa e si gettò come un rinoceronte contro la porta! Peccato che proprio in quel momento Yuta avesse deciso di spalancarla...

La ragazza finì a terra cacciando un urlo sorpreso e tirandosi dietro la tendina della doccia che era riuscita ad afferrare mentre cadeva.

"Uh, ti ho detto che avevo quasi finito..." si giustificò Yuta facendo spallucce.

Hino si alzò immediatamente con una vena pulsante sulla fronte.

"Ma guarda te chi mi doveva capitare."

Poi giunse Airi che si mise a guardare la scena dalla porta.

"Cosa succede? Siete pronte?"

Posò gli occhi sul ragazzo e fece una smorfia disgustata.

"Come diavolo ti sei vestita? Stai per andare a mangiare dalla nonna o a fare shopping in un centro commerciale?"

Yuta uscì dal bagno.

"Qual è il problema?"

"E me lo chiedi pure? Al centro commerciale ci saranno più di mille ragazzi pronti ad agganciare discorso, se tu vieni vestita così nessuno ci guarderà!" si spiegò.

A Yuta venne da ridere. Certe cose che dicevano le ragazze non avevano proprio senso per lui.

"Ora vatti a mettere qualcosa di carino come una gonna o dei tacchi!"

"T-tacchi?"

Alla fine Yuta si ritrovò ad indossare un vestitino sui toni dell'azzurro, stretto sul petto e svolazzante in basso, calze bianche fin sopra il ginocchio e, per terminare in bellezza, dei tacchi che oggettivamente non erano nè alti nè bassi ma che a lui fecero venire le vertigini.

"Così sì che ci noteranno" esclamarono le amiche.

Per arrivare al centro di Osaka dovettero prendere il pullman delle quattro del pomeriggio, quello più affollato.

"Come diavolo faccio a camminare su questi cosi?" si lamentò fissandosi le punte dei piedi.

"Dai Izumi, l'altra volta abbiamo fatto pratica assieme, ricordi?"

Yuta logicamente rispose di no.

"Tranquilla ti terrò io a braccetto, così nel caso dovessi cadere, sarò pronta a prenderti" si offrì Airi. Lui le sorrise dolcemente.

Il centro commerciale era pieno di negozi alla moda e Yuta, guardando le facce compiaciute delle amiche, capì che per loro era il paradiso.
Entrarono e, su quei tacchi "vertiginosi", si avventurarono recuperando Fumiko e le altre due coinquiline che erano già arrivate.

"Ehi Izumi! Airi! Hino! Siamo qua" strillò Kaori sventolando la mano per aria. Niki gliela abbassò facendo una faccia severa.

"Non urlare così! Si gira tutta la gente" la sgridò.

I am you, you are me ✿ yuta nakamotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora