十一❤

795 76 132
                                    

I giorni seguenti furono tremendi. Yuta, quella mattina, si svegliò e si vestì con una faccia pallida da sembrare quasi malato e mentre passava per il corridoio con la borsa sulla spalla, sentì delle voci provenire dal bagno. Si fermò a origliare. La porta si aprì poco dopo e uscì Hino che tentò invano di fare un finto sorriso.

"Oh Izumi, buongiorno... sei pronta per andare a scuola?"

"Sì ma..."

Yuta cercò di sporgersi nel bagno e, prima che Hino chiudesse frettolosamente la porta, riuscì ad intravedere Machi inginocchiata a terra con le mani sul viso e davanti a lei c'era Airi che le dava delle piccole pacche sulle spalle.

"Che cosa succede?" chiese allarmato. Gli era bastato quel poco per capire che stava succedendo qualcosa di brutto.

"Tranquilla Izumi, tua sorella stanotte non si è sentita molto bene, è solo molto stressata. Tranquilla si riprenderà."

Yuta sentì lo stomaco contorcersi.

"Ma... che cos'ha?"

Hino lo strinse in un abbraccio per farlo smettere di parlare.

"Vai a scuola Izumi."

Yuta andò a scuola pensando e ripensando a mille cose brutte. Era convinto di aver rovinato la vita alla sorella di Izumi e per questo ci stava parecchio male.

✿ ೄ ✿

Invece, dall'altra parte, Izumi soffocava nella solitudine. Il silenzio la stava facendo impazzire. La testa le stava per scoppiare, le orecchie le fischiavano, il suo respiro era l'unico rumore che sentiva mentre stava seduta su quella poltrona con lo sguardo perso.

Yuta aveva talmente tanti scheletri nell'armadio che era rimasta scioccata, confusa, incredula ma soprattutto si era sentita un'ingenua perché aveva creduto fino all'ora che la vita di Yuta fosse... perfetta.
Tutti dicevano che Yuta era felice e lei non era esclusa dal gioco ma, sulla base di tutto quel che era accaduto nei giorni precedenti, si era ricreduta fino all'ultima convizione su di lui.
Yuta non aveva nessuno, un numero limitatissimo di persone gli voleva davvero bene.

Pianse per lui, si torturò per aver creduto alle parole degli altri e si pentì per non aver letto i suoi occhi misteriosi come la notte. Nessuno lo aveva capito.
Yuta era solo.

✿ ೄ ✿

Alla fine della lezione, entrambi si trascinarono sulla terrazza com'erano soliti fare. Yuta era già arrivato e, appoggiato al parapetto, guardava con sguardo imperscrutabile il sole calare.
Izumi lo chiamò.

"Ciao Yuta."

"Ciao."

Si avvicinarono, i loro sguardi dicevano già tutto.

"Come stai?" fece lei accennando un sorriso. Lui fece spallucce.

"Non so darti una definizione precisa di come sto... tu?"

"Oh perfetto, anch'io. Allora, che cosa hai da dirmi? Che cos'è successo in questi giorni?"

Yuta si chiuse nelle spalle e poi distolse lo sguardo sospirando. Non voleva tenersi segreti, anche perché riguardavano la sua vita.

"Tua sorella è stata licenziata ieri."

"Come licenziata? Non può essere! E ora? Oh Dio no, senza lavoro come far..."

"È colpa mia" la interruppe bruscamente, "sono stato io a mandarla nei casini, ti chiedo perdono Izumi."

Yuta aveva un tono talmente serio che Izumi non riuscì a dire altro.

I am you, you are me ✿ yuta nakamotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora