Attesi solo qualche minuto, il portone della sala del trono si aprì. La sala poteva essere descritta da una sola parola: Regale; naturalmente era molto tetra e un po' macabra ma la regalità di quel posto era letteralmente palpabile. La stanza era divisa in due parti: un anticamera e la sala vera e propria. L'anticamera, costruita quasi interamente di ebano, aveva un soffitto molto più basso rispetto alla Sala ma per la mia bassa statura era fin troppo alto. Il lampadario di vetro scuro era decorato da complicati intrecci di bronzo battuto a mano che emanava uno strano bagliore violetto. L'anticamera si apriva poi in uno spazio rettangolare immenso, per dare un idea della grandezza immaginate una lunghezza pari a 50 squadre di football allineate sul lato più corto e circa tre volte la misura del lato corto per il lato lungo. La cosa che più saltava all'occhio nella stanza erano i due troni; uno totalmente fatto di ossa saldate insieme e uno totalmente in pietra. Quest'ultimo oltre ad essere meno tetro era anche il più particolare tra i due. La base era un intreccio di radici di rose e betulle, che andavano a diramarsi dolcemente sullo schienale. La seduta era decorata da delle violette del pensiero che facevano da cornice ad un prezioso cuscino di seta nera; infine i poggia braccia non erano altro che delle corone di fiori assortiti da un insolito color rosso sangue. La cosa che però mi colpiva di quel trono era il fatto che i fiori, con il passare dei minuti, appassivano sempre di più. Alzai lo sguardo dal trono e mi stupì la semplicità della stanza intorno a me. Le pareti, totalmente in pietra scura, erano attraversate dalle travi in ebano che andavano ad intersecarsi nelle vetrate in ferro battuto, abbellite dalle sontuose tende in seta, erano delle vere e proprie opere d'arte; i lampadari in ossidiana pendevano elegantemente dall'altissimo soffitto a una distanza di circa due metri l'uno dall'altro, mentre i pavimenti perfettamente lucidati erano in marmo anch'esso nero. Ero così estasiata dalla bellezza della stanza che non mi resi conto dell'arrivo del re e della regina degli Inferi. «Figlia di Chione, vieni avanti». La voce di Ade rimbombò imperiosa nella stanza. Goffamente mi avvicinai ai troni, dove le due divinità annoiate erano sedute, trascinandomi faticosamente dietro la gamba dolorante. Arrivata davanti ai due feci un mezzo inchino trattenendo le smorfie di dolore. «Risparmia i convenevoli, ragazzina» disse Ade seccato mentre si beccava un occhiataccia da Persefone. «In realtà ti abbiamo convocato qui per ringraziarti» disse la dea gentilmente. «Bene ora vattene, non voglio mortali tra i piedi». In quel momento non sapevo se essere divertita o essere offesa dall'affermazione di Ade. «Ade, Dio dei morti, sii più gentile con la nostra ospite» lo rimproverò severa Persefone. Cominciò un battibecco tra i due che però si concluse con un bacio molto passionale. Quando si accorsero che ero ancora lì con le guance rosse dall'imbarazzo si staccarono. «Ti siamo molto grati per quello che hai fatto in questi mesi. So perfettamente che non è stato per niente semplice per te; Nico non ha il carattere più bello del mondo, non lo nego, ma dal suo essere perennemente triste e il suo sguardo vuoto si poteva intuire facilmente che l'unica cosa di cui aveva bisogno era l'affetto sincero di qualcuno che gli stava particolarmente a cuore» concluse la dea avvicinandosi. «N-non credo di essere stata così importante per lui» risposi quasi in un pigolio abbassando lo sguardo. «Ragazzina, ti sottovaluti troppo per i miei gusti. Non occorre essere né Afrodite né Cupido per capire che vi piacete a vicenda». Alzai scioccata lo sguardo incrociando gli occhi del dio, troppo simili ai suoi. «Insomma ragazzina, per sdebitarmi ti terrò qui a palazzo e bla..bla..bla. Sei contenta adesso mogliettina cara? Ed ora vogliate scusarmi ma devo andare; da quando Caronte è in vacanza, è in corso una ribellione sul fiume Stige...Dannato Odisseo» e infuriato sparì in una nuvola nera. «Sembra burbero ma è un coccolone- mi disse Persefone in un orecchio -ora vieni ti mostro il tuo alloggio». E così segui la dea tra i corridoi labirintici del palazzo.
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In your Eyes [Nico Di Angelo]
FanfictionLa vita di un semidio, si sa, non è mai rose e fiori; ma se aggiungi un passato doloroso da dimenticare e scopri che tua madre è una dea maledetta per le sue scelte, ecco che si aprono le porte degli Inferi. Cristal sarà abbastanza forte per soppor...