Capitolo 1

2.3K 64 1
                                    

24 settembre 1944

Adelaine era seduta sulla scala che serviva a raggiungere gli scaffali più alti per afferrare i libri. Ormai era quasi un abitudine per lei riutilizzare quello strumento come sedia o come scomodo giaciglio. Infatti quella notte non aveva dormito molto, giusto quattro ore, per la troppa voglia di finire il suo nuovo libro. Amava sfogliare quelle bellissime pagine profumate e imbrattate, amava toccare la rilegatura dei libri e osservare il materiale delle rispettive copertine. Insomma, Adelaine amava i libri e soprattutto la lettura. Adorava immergersi in quel mondo parallelo che non comprendeva né guerre, né terrore, né dittatura e nemmeno sofferenza. Ma purtroppo amava fare ciò di notte, adorava la quiete che il manto scuro portava a suo seguito e non perdeva occasione per bearsene. E proprio per ciò finiva per dormire ovunque durante il giorno e questo non giovava affatto alla sua persona.
Con uno scatto repentino si alzò in piedi e cominciò ad osservare il negozio in cerca di qualche lavoro o svago.
La libreria era abbastanza grande, non molto bella ma almeno sembrava vissuta. La grande vetrina esponeva molti dei volumi appena arrivati, la maggior parte trattava le idee naziste e proprio per questo rendevano molto. Molta gente li trovava interessanti ma ad Adelaine questo non faceva né caldo né freddo. Doveva vendere bene, anche se ciò avrebbe compreso il pubblicizzare idee per lei del tutto folli. Se fosse stato per lei avrebbe preso tutti quegli ammassi di stupide e insensate parole di un dittatore e li avrebbe bruciati, ma sapeva che in quel caso ci sarebbe stato suo padre a punirla.
Infatti, la libreria apparteneva al signor Wagner il quale credeva abbastanza ai principi nazisti sia per sua spontanea volontà sia per non avere problemi. In fondo aveva anche ragione, la sua missione era proteggere la sua numerosa famiglia, soprattutto il piccolo Karl di cinque anni e la moglie, gli altri figli se la cavavano benissimo anche senza di lui.
La famiglia Wagner era composta da sette membri, la signora Wagner, il signor Wagner, il piccolo Karl, Jhoasen di diciotto anni, Adelaine di ventisei anni, Raul di ventisette anni e Sarah di ventinove anni. Però di quella famiglia ne era rimasto ben poco. Il fratello maggiore si trovava in Italia, mentre il padre aveva voluto seguire il figlio e trovare un occupazione come "scrittore di lettere da mandare alle famiglie dell'esercito tedesco". Lui amava farsi chiamare così, ma Adelaine aveva capito che in realtà non imprimeva quasi mai cose piacevoli su quella carta. Tra telegrammi, lettere dei soldati prigionieri e rapporti era raro che scrivesse del dolce ritorno di un ragazzo a casa o di un padre che non aveva subito mutilazioni prima del congedo.
Si lasciò andare ad uno sbuffo e cominciò a sistemare qualche libro, nonostante la gonna non favorisse i suoi spostamenti. Aveva sempre odiato quel capo d'abbigliamento ma non poteva indossare i pantaloni, anche se li riteneva una delle cose più comode del mondo. Molte volte li aveva rubati a suo fratello e in risposta lui aveva sempre detto che gli sarebbe piaciuto avere un fratello minore. Odiava tantissimo anche quelle scarpe con i tacchetti, le causavano un forte dolore ai piedi ogni volta che finiva la giornata, molte volte avrebbe voluto indossare quei comodi anfibi dei soldati, ma dopo averci riflettuto bene, capiva che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non indossare l'uniforme.
Sistemò anche l'ultima macchina da scrivere su un tavolino leggermente appartato e controllò la data in cui sarebbero dovuti arrivare i nuovi libri. Esattamente dopo due settimane. Appuntò le ultime cose sulla sua agenda prima di distrarsi per l'enorme trambusto proveniente dalla piazza. Uscì lentamente dal suo negozio e notò la causa di tutta quella agitazione. Quel giorno sarebbero arrivate le nuove squadre di soldati per pattugliare la città di Buchenwald dando così il cambio a coloro che avevano protetto la città dall'estate precedente.
Quasi esultò quando vide il viso di Tristan e quello di Lude, due suoi carissimi amici conosciuti il primo in fabbrica e il secondo a scuola. Si sistemò una ciocca di capelli mentre correva all'interno del negozio, afferrò la mantella e dopo aver chiuso la porta si incamminò verso il mucchio di gente. Loro due erano gli unici uomini a cui non importava se lei indossava dei pantaloni, anzi, per il compleanno le avevano regalato un paio di pantaloni a bretelle fatti su misura. Ormai essi erano leggermente più stretti e le fasciavano molto di più le lunghe gambe. Molte donne la ritenevano una tipa che si vestiva in modo volgare proprio per questo, ma a lei non importava molto.
Tra gomitate e commenti poco gradevoli da parte della gente, Adelaine riuscì finalmente ad avvicinarsi a uno dei due amici. Picchiettò un dito sulla possente spalla di Tristan e aspettò che si girasse.
Infatti dopo poco il ragazzo si voltò, la giovane davanti a lui non riuscì a trattenere un sorriso e cercò di alleggerire la situazione.
-Sai, cominciavo a darti per disperso.-
Il tedesco lasciò cadere la sacca che portava in spalla e l'abbrracciò con una tale intensità che la sollevò permettendole di fare una giravolta.
Appena l'appoggiò a terra ella si spinse ancora una volta sulle punte per abbracciarlo in modo decente, posò il mento sulla sua spalla, dato che per stringerla aveva innarcato la schiena, e chiuse gli occhi. Da sempre Tristan era come un fratello più grande per lei, di fatto egli possedeva l'età di Sarah e lavorava nel suo stesso padiglione all'inizio della guerra.
-Mi scuso umilmente signorina ma sono stato molto occupato, a proposito: avete impiegato in modo consono il vostro tempo?-
Adelaine sollevò un sopracciglio e sorrise, il tono che egli aveva messo nella frase faceva capire cosa intendesse.
-Oh signore, non mi dire che ti sei sposata senza la mia approvazione?!-
Il ragazzo assunse un aria fintamente offesa e per niente reale. Era sempre stato una persona giocosa e adorava scherzare con Adelaine. L'aveva sempre vista come una sorellina minore da difendere da calci e pugni, dato che nel parlare era come una fattucchiera che riusciva a farti morire le parole in gola.
-Caro Tristan, se avessi trovato un marito ora avremmo un nuovo santo in circolazione.-
Tristan rise rumorosamente con lei a seguito, ma ciò che li distrasse fu un colpo di tosse poco potente per nascondere una debole risata.
Solo allora Adelaine notò due uomini, uno biondo e l'altro castano, che li osservavano entrambi abbastanza divertiti e solo allora Tristan cercò di sistemarsi i capelli castani per poi sistemarsi il cappello caduto per l'impatto dei due corpi.
-Scusate, Adelaine loro sono il maggiore Dietrich e il capitano Ziegler , signori lei è Adelaine Wagner.-
I due uomini porsero uno alla volta la mano alla fanciulla che le strinse senza esitazione.
-Molto lieta.- I suoi occhi si incontrarono con entrambe le iridi, quelle castane del maggiore e quelle color grigio bluastro del capitano, il quale sembrava il più riservato tra i due. Erano entrambi giovani, anche se il maggiore sembrava leggermente più anziano. Ella si lisciò la gonna per poi appoggiare la testa sul petto di Tristan, da sempre quel ragazzo era grande quanto un armadio.
Fu il signor Dietrich ad interrompere il silenzio.
-Herr Albrecht, se mi avesse detto che a casa vi aspettava una così cara fanciulla vi avrei lasciato di certo un congedo seppur minimo.-
La ragazza sorrise per nascondere la sua confusione, non comprendeva del tutto cosa volesse insinuare il maggiore ma un ipotesi appena emersa la fece quasi ridere.
-Maggiore, sul fatto che sia una cara ragazza aspetterei a dirlo, è una persona fin troppo vivace.-
Adelaine scattò in allerta e si allontanò dall'amico mettendo le mani sui fianchi, da lì a poco ci sarebbe stata un'accesa conversazione tra i due e un gruppo di anziane li stava già osservando. Tutte loro avevano sempre ritenuto le loro frecciatine giocose uno spasso, ma in realtà tutti sapevano che era una scusa per osservare il bel soldato da sempre amato dai cittadini per la sua simpatia e la sua disponibilità.
-Hey, hey, hey... Herr Albrecht cosa volete insinuare con questa affermazione? Guardate che mi reputo offesa-
Ella portò le mani al petto con fare teatrale, ma Tristan dopo una risata la strinse a se per posarle un piccolo bacio sulla tempia e ciò non fece che aumentare l'idea che era spuntata in testa ai due uomini con cui stavano avendo quella discussione.
-Tranquilla, rimarrai sempre la mia preferita.-
Adelaine si sistemò una ciocca di capelli sfuggiti alla crocchia e sbuffò.
Il capitano aggrottò le sopracciglia, indispettito dal comportamento della ragazza. Si tolse il cappello, un ciuffo scuro del tutto disordinato spuntò sul suo capo e molte ragazze si fermarono ad osservarlo.
Era bello, questo lo avrebbe potuto dire anche un cieco, ma c'era un qualcosa nei suoi atteggiamenti e nei suoi occhi che rendeva Adelaine irrequieta.
Il maggiore li guardò più che allegro, osservandoli ricordava la sua giovinezza e la sua amata moglie, fu questo a spingerlo a fare una domanda un po' azzardata.
-Per essere così affiatati vi dovete conoscere molto bene, e ditemi: da quant'è che vi conoscete?-
Tristan era uno dei migliori soldati del suo reggimento e proprio per questo era curioso di conoscere colei che, almeno lui credeva, lo completasse.
-Ci conosciamo ormai da sette anni signore.-
L'uomo si rabbuiò per un po', non aveva mai visto quella ragazza in caserma e non aveva neppure mai udito voci che la riguardassero al suo interno.
-Strano signorina Wagner, di solito le fidanzate dei soldati vengono in caserma per una breve visita, ma non mi è mai sembrato di vedervi.-
Adelaine sgranò gli occhi dalla sorpresa e con molto sforzo riuscì a soffocare leggermente una risata. Invece Tristan non riuscì ad affievolire quel suono, era da fin troppo tempo che non rideva tranquillamente.
-Aspetti Herr Dietrich, voi vi siete fatto un'idea sbagliata, Adelaine non è la mia fidanzata.-
-Siamo amici, maggiore.-
Egli cambiò rapidamente espressione, ma si ricompose allo stesso modo. Non sapeva cosa dire rigurado al comportamento dei due giovani che attendevano una loro qualsiasi espressione. Fu in quel momento che Adelaine udì per la prima volta la voce del capitano.
-Allora è vero che in questo luogo vi risiedono ancora le ragazze sfrontate e poco pure. Molti soldati mi hanno parlato molto di questi comportamenti inadatti a delle signore.-
A Peter non erano mai piaciute molto le dimostrazioni d'affetto in luogo pubblico, ma tra fidanzati gli sembravno cose del tutto normali. Vedere come quella ragazza aveva esageratamente sfoggiato il suo affetto per un semplice amico lo aveva fatto irritare, ma mai quanto ciò che successe in seguito.
-Herr Ziegler, i vostri uomini quando incontrano queste "signore" sono del tutto ubriachi e lontani dalle loro donne sono come animali pronti a prendersi anche una mezza carcassa della peggior selvaggina pur di mangiare. È stato un piacere fare la vostra conoscenza, arrivederci signori-
Ella sorrise all'amico, gli si avvicinò e gli disse di raggiungerla appena possibile e se ne andò a cercare i due innamorati.

Nonostante tutto [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora