Capitolo 2

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                           Niall

...Ogni sera aspettavo la mia ragazza seduto a tavola davanti al piatto che lei aveva scelto. Mi piaceva prendermi cura di lei. Mi faceva sentire utile. Fu durante una di quelle cene che la guardai e le chiesi: perché non ci prendiamo un cane? Cosa piuttosto rischiosa visto che da bambino non riuscivo a tenere in vita il mio Tamagotchi per più di tre giorni. Poco dopo Tom entrò nella nostra vita.

Un bellissimo esemplare di Australian Sheperd. Erano giorni che curiosavo tra siti internet e annunci di giornale alla ricerca di un cucciolo, la casa sembrava troppo vuota. Il buonsenso mi suggeriva di fiondarmi nel primo canile e salvare un cane in difficoltà, magari uno di quelli malconci che nessuno si sarebbe mai sognato di adottare, però ero innamorato, capite? Mi ero innamorato di una razza ben precisa.
Ogni pomeriggio passavo davanti al London Eye, mi addentravo in  qualche vietta per qualche metro e poi mi sedevo su una delle panchine libere a leggere un libro. Non faceva per me chiacchierare e improvviasare conversazione con dei perfetti sconosciuti.
  Che palle! Di cosa avrei dovuto parlare poi? Non mi interessavano i loro problemi di coppia, la vicina che curiosava dalla finestra, la ricetta per la pasta fatta in casa, o le bollette astronomiche arrivate con il conguaglio. Mi tenevo alla larga da tutto ciò e ancora di più dalle single over 30 in cerca di compagnia. Erano la specie più pericolosa, soprattutto se tiravano fuori quel repertorio di complimenti da ergastolo immediato. <<Scusa mi daresti indicazioni? Devo raggiungere il tuo cuore>>. Ecco, Mendel non poteva avere a cuore il progresso dell'uomo invecd di quello dei piselli lisci o rugosi? Così mi mettevo comodo, recuperavo dalla mia cartella il mio romanzo e prendevo del tempo per me.

Quando una persona ha un libro in mano, difficilmente chi non ama leggere andrà a disturbarla. Il motivo? Perché non saprebbe da che parte iniziare. È vero che su Facebook si improvvisano tutti poeti, ma non e facile ricordardi le citaziomi senza aver Google sottomano.
Mi capitava spesso di notare famiglie con passeggini e bambini che si rincorrevano. Non li invidiavo, dentro di me non era scattato ancora nessun istinto paterno. Al momento non  desideravamo avere dei figli. Era presto per entrambi e Amanda era troppo concentrata sulla sua promozione.
Poi un pomeriggio, mentre stavo per tornare a casa, un cucciolo di pochi mesi si lamciò contro le mie gambe e ruzzolò poco più avanti, mettendo in mostra un pancino quasi glabro. Una ragazza si mise a correre sbracciandosi nella mia direzione, supplicandomi di fermare il suo cane. Mi abbassai per afferrare quella piccola massa di soffice pelo bianco con sfumature nere e marrone che non la smetteva di mordicchiarmi e allungare la sua lingua, e poi feci il grandissimo e gravissimo errore di incrociare i suoi occhi: erano di un azzurro chiarissimo.
Sembravano due ritagli di un oceano paradisiaco, e me ne innamorai all'istante. Così, qualche tempo dopo, Tom era entrato in casa nostra, colmando quel vuoto che mi sembrava di respirare. Dato il suo temperamento, avevo pensato di farlo partecipare a qualche gara, ma per arrivare a quel punto era necessario affrontare un lungo percorso. Mi ero quindi iscritto a un corso di addestramento pet agility dog, la sua razza si prestava alla perfezione e Tom sembrava nato per quello: era veloce, scattante e preciso.
 
  Eravamo una coppia vincente, insieme. Senza che me ne accorgessi lui mi stava cambiando, mi stava portando a fare cose che nin avrei mai pensato di compiere prima.

Anche se era un cane, o "solo" un cane, come dicevano in molti, lui per me era tutto.

•••

  Passai un piatto sottp l'acqua e poi lo infilai nella lavastoviglie e l'azionai prima di salire di sopra. Mi assicurai per ben due volte di averlo fatto correttamente e tirai un sospiro di sollievo quando si mise in funzione.
Ero ossessionato dagli elettrodomestici di ultima generazione. Io non andavo d'accordo con loro e loro non andavano d'accordo con me.
  Ti brucerai, piccola stella senza cieloooooo, canticchiai ad alta voce per spezzare quel silenzio innaturale che c'era dentro casa. Era un tentativo di trovare conforto sentendo una voce, anche se era la mia. Aiuta a stare meglio.
Camminavo scalzo, era piacevole la sensazione del legno sotto i miei piedi, mi trasportava indietro nel tempo a quando ero un bambino e trascorrevo le mie giornate nella casa di montagna, giocando a nascondino per interi pomeriggi.

Mi rifugiai in bagno e mi feci una doccia rilassante ripensando al fatto che neanche quella sera Amanda sarebbe tornata per la cena.
Entrai in camera e una folata di aria fresca mi investì.
Avevo dimenticato di chiudere la finestra. Sbirciai fuori, il posto auto di Amanda era ancora vuoto.
Tom intanto si accomodò sopra il tappetino di fronte al letto, facendo diversi giri su se stesso prima di trovare la posizione giusta. Girava, girava e poi si lasciava cadere a peso morto, producendo un suono di ossa schiacciate. Metteva i brividi. Certe volte accompagnava il tutto con tanto di sbuffo finale, come a dire "Ooooooh, era ora! Una fatica oggi...". Due zampe appoggiate sotto al muso e uno sguardo assonnato.
  <<Certe volte mi domando se sei un piccolo Dumbo o un cane. La delicatezza non fa parte del tuo vocabolario... comunque hai ragione, si è fatto tardi e siamo ancora qui e, ovviamente, soli. Sai che novitá...>>, gli dissi controllando la sveglia sopra il mio comodino. <<Però noi ce la siamo spassata stasera, vero ragazzo? Resterà un nostro segreto, non diremo niente ad Amanda dei due biscotti in più che hai mangiato>>.

Tom inclinò leggermente il muso e strizzò un occhio.
Anche se era una pura coincidenza, sembrava d'accordo con me. Adoravo comunicare con lui, anche se ero consapevole che il massimo di risposta che avrei potuto ricevere da lui consosteva in un bau bau o una grattata con quelle sue zampe grassoccie, quando era in cerca di attenzioni.

Almeno lui c'era. C'era sempre.

Dopo essermi messo il pigiama mi misi a letto e provai ad addormentarmi.
Era quasi mezzanotte e non c'era verso di chiudere occhio. Continuavi a girarmi e rigirarmi nel letto.

La casa era silenziosa, e passarono esattamente due minuti dalla prima volta che guardai l'ora sulla sveglia.
Iniziai a preoccuparmi. Forse avrei dovuto chiamarla per verificare che stesse bene?
Se non si fosse presentata entro un'ora l'avrei chiamata...

Qualche tempo dopo...

Proprio mentre dicevo si alla partita di CandyCrush, la serratura di casa scattò e la porta si richiuse poco dopo. Sentii Amanda levarsi le scarpe all'ingresso, e la sentii borbottare per aver calpestato un gioco di Tom.
Almeno aveva la decenza di fare piano per non svegliarmi. Anche se il più delle volte fingevo.

Spensi in fretta il telefono e lo misi nel cassetto del comodino.
Quell'infame di Tom, però, scattò in piedi e corse ad accogliere la mia fidanzata con tutto il suo entusiasmo. Maledetta palla di pelo!

Il mio orecchio riconosceva il rumore di ogni singola azione, dal togliersi il completo, andare in bagno, indossare il pigiama e infilarsi sotto le coperte.
Sapevo anche che, appena spenta la luce, si sarebbe girata dal mio lato del letto e mi avrebbe abbracciato da dietro, tenendomi stretto. Era un gesto abitudinario, familiare.
Il materasso cedette sotto il peso di Amanda e una folata d'aria mi colpì la schiena. Poi lei mi avvolse con le sue braccia e depositò un tenero bacio sul mio collo, e un altro all'altezza dell'orecchio.
Il suo alito era caldo e sapeva della menta del dentifricio.

<<Buonanotte, amore>>, disse debolmente.
<<Buonanotte amore>>, dissi io, per poi addormentarmi.

.

Continua.

La Distanza Tra Me e TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora