Presente e infanzia (capitolo 1)

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Suona la sveglia, mi alzo e la prima cosa che vedo è la foto sul comodino di mio fratello Gabri e mia sorella Marika. Mi alzo con un sorriso, mi faccio una doccia ed esco per andare a lavorare per la Daed, un azienda in cui lavorano dei commercialisti e io sono l'addetta alla fotocopiatrice.
Passo per il centro e sento delle urla, incuriosita mi avvicino e vedo una coppia che sta litigando brutalmente:

<<Sei solo una sgualdrina!!!!>> a quel punto mi appare davanti mio padre che urla contro mia madre umiliandola e io e i miei fratelli che scappiamo al riparo.

25 anni fa:

Mia madre trema perché mio padre le urla contro e gli si avvicina rabbioso
<<Sei solo una sgualdrina!!! >>e gli tira uno schiaffo talmente forte da farla cadere. E perche'?
Perché non aveva apparecchiato come lui voleva.
Mia sorella Giulia di 16 anni mi prende in braccio e mi porta sotto il letto,le lacrime cominciano a scendere dai miei occhi, a quel punto delle braccia mi avvolgono, quelle di mio fratello Francesco di 14 anni che mi tiene stretta al suo petto.
<<Io lo so che tu mi tradisci!! ....questi figli non sono i miei... Sei una sgualdrina!! Non riesci neanche ad apparecchiare come si deve>>
Francesco mi massaggia la schiena e Giulia mi tappa le orecchie mentre Lisa le tappa a Marika di 7 anni.

Mi risveglio dalla trance e mi accorgo di essermi fermata davanti alle striscie pedonali, l'autista mi guarda come se fossi pazza, abbasso lo sguardo e attraverso la strada.

Due isolati dopo mi appare la Daed, alta e imponente, i suoi vetri luccicano, rimango sempre incantata a guardarlo.
Passo l'entrata, entro in ascensore, digito il nono piano e tiro fuori il mio badge osservando la mia foto, sembro la versione bionda di Mortisia della famiglia Adams, con il viso che sembra un pallone gonfiato, piu che una foto da lavoro sembra una foto segnaletica.....perfetta per andare in carcere, sembro una ricercata dall FBI.
Arrivo al nono piano e esco guardando ancora la foto del badge e dato la mia goffagine vado dritta a sbattere contro un mio collega di lavoro, Federico un antipatico ragazzo sulla trentina....il classico pallone gonfiato biondo occhi azzurri, mi guarda malissimo e mi dice:
<<Ehy idiota! Occhio a dove metti i piedi>>.
Penso tra me e me il solito antipatico, ma odio litigare o mettermi al centro dell'attenzione quindi mi scuso, passo il badge e comincia la mia giornata di lavoro.
Molti lo definirebbero noioso, ma a me piace non essere notata sono un chiusa e non mi piace essere al centro dell'attenzione quindi e' il lavoro perfetto per me.
I miei colleghi mi hanno dato un soprannome '' RIGIDA'' perche' non do confidenza a nessuno e mi pensano fredda, quasi come se fossi sempre arrabbiata, in realta' sono molto affetuosa e dolce solo non con chiunque, ho bisogno di tempo per aprirmi e comunque non con tutti, ma a me sta bene cosi'....in generale qui al lavoro sono il contrario di me snob e altezzosi.
Mentre io sono molto semplice,in tutto, nel camminare e nel vestire.
Non do importanza ai vestiti firmati o all'aspetto esteriore,ci sono cose piu importanti!!
So di essere diversa dalle altre persone, me ne accorgo dal modo in cui le persone mi guardano, come se fossi un aliena.
Ma la cosa non mi tocca minimamente.
Comunque la giornata lavorativa procede, verso meta' giornata viene Aldo Braglia, il mio capo, un uomo sulla cinquantina moro basso grasso e riccioluto che si crede il piu bello ed intelligente perche' molto ricco.
Col suo passo deciso mi si avvicina e dice <<S...TEFANIA portami le fotocopie dell'ultimo progetto mi serve subito>>.
Ormai sono 10 anni che lavoro qui e non ha ancora imparato il mio nome....anche se stiamo facendo progressi almeno la prima lettera la azzeccata!!
Rispondo:<<Sara, signor Braglia, certamente, le sue fotocopie arrivano subito>>.
<<Si si e' uguale, tu portami cio che mi serve immediatamente>>.
Appena fatte le fotocopie dei documeti porto il tutto nel suo ufficio, sto per uscire e mi dice:
<< MARGHERITA per domani mattina mi servono le fotocopie del progetto Darteen mi raccomando, è la prima cosa da fare>>.
Mi guarda compiaciuto e tutto convinto come se stavolta avesse azzeccato il mio nome...
Decido di non correggerlo nuovamente e mi metto al lavoro, sono piu di cento pagine da fotocopiare.

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