Pensieri e riflessioni (capitolo 2)

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<<Dove diavolo sei finita? Mi hai fatto preoccupare tantissimo! É tutta la notte che provo a chiamarti!! E come se non bastasse non trovo neanche mio fratello! Questa me l'hai combinata grossa!>>
<<hai ragione ad essere arrabbiata, lo sarei anche io se andassi via senza avvisarti ma non sono stata molto bene, tuo fratello mi ha vista e mi ha portato a casa poi è rimasto a dormire da me>>.
<<Cosa??>> urla Elena <<ERA ORA>>
Io divento rossa come un peperone ha sentito anche Alex che mi guarda in maniera seducente si morde il labro in modo sexy e mi fa arrossire ancora di più, sono fucsia
<<Elena cosa hai capito!! Sei la solita pervertita è rimasto qui per accertarsi che stessi bene e ha dormito sulla sedia, non farti idee strane!! E poi che significa che 'era ora'?>>
Elena sospira e dice << niente, comunque, ora stai meglio? Cosa hai avuto? Tranquilla non sono più arrabbiata sai che con te non riesco a rimanere arrabbiata>>·
<<Niente di grave ora è passato tutto, vuoi venire a fare colazione qui?>>
<<Sii arrivo, preparami i pancake alla nutella, come li fai tu non li sa fare nessuno>>poi chiude la chiamata.
Chissá cosa voleva dire con 'era ora'?
Alex mi distoglie dai miei pensieri <<Immagino che mia sorella ti abbia chiesto di fare i pancake, giusto?>>
Mi metto a ridere <<esatto, me lo chiede ogni volta>>
<<Dai ti aiuto a prepararli>>
<<Si grazie>>.
Mentre prepariamo la colazione Alex comincia a tirarmi la farina addosso
<<Questo non dovevi farlo....hai appena scatenato la terza guerra mondiale>> .
Comincio a tirargli la farina anche io e inizia una lotta incredibile fino a che suona il timer, segno che i pancake sono cotti. Tra le risate generali li tiro fuori dalla padella e mentre spargo la nutella sopra arriva Elena.
La scena che trova è esilarante : farina sparsa ovunque. Ovviamente scoppia a ridere e dice
<<Ho chiesto pancake alla nutella non Sara impanata e fritta, sei piena di farina ovunque dalla testa ai piedi>>.
Rido di gusto anche io <<dai mettiamoci a far colazione se no si raffredda>>.
Elena non ci pensa due volte si siede e prende ben tre pancake e inizia a divorarli sporcandosi tutta di nutella,  io e Alex ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
<<Che c'é da ridere?>> dice Elena con la bocca piena e un sopracciglio alzato  guardandoci con curiosità, io gli scatto una foto e gliela faccio vedere. <<Con questa posso ricattarti per tutta la vita, per sbaglio potrei mandarla a Giorgio>>
<< Non ci provare nemmeno>> dice scattando in piedi minacciosa cercando di prendermi il telefono ma io sono più veloce quindi scappo ridendo
<<Dai che scherzavo è solo un ricordo non la vedrà nessuno>>.
<<Sarà meglio per te se vuoi vivere ancora>>poi anche lei si mette a ridere guardandosi allo specchio.
Alex la guarda con una tenerezza infinita prende un fazzoletto e la pulisce poi l'abbraccia.
<<la mia pasticciona preferita>>.
Guardo quella scena con un misto di tenerezza e invidia, non quell'invidia che ti porta a far male agli altri o piena di rancore, anzi sono molto contenta del rapporto che c'è tra loro due e i loro genitori, potrei dire che il loro rapporto è sempre quello che ho sognato, avere dei genitori che si preoccupano per te, sapere che puoi contare su di loro, che non ti faranno mai del male, che ti dedichino quelle attenzioni, tempo e affetto, che ti spiegano cosa è giusto e cosa è sbagliato, che ti ascoltino quando ne hai bisogno.
Ma quello che mi piace ancora di più sel loro rapporto e che si dicono spesso 'ti voglio bene' anche se a volte può sembrare infantile, riescono a dimostrarsi affetto abbracciandosi.

Quando ero piccola tutti in casa mi davano qualche carezza, o mi prendevano in braccio ma poi crescendo, tutti questo è svanito, pur volendoci molto bene abbiamo sempre faticato a dimostrarci l' affetto o anche semplicemente a dirci ti voglio bene.
Questa è una cosa che mi è sempre mancata tantissimo, anche se sono la prima a fare fatica ad aprirmi ed ad esprimere i miei sentimenti.
So di essere adulta e che ormai non dovrei più avere questo tipo di mancanze ma c'èuna parte di me che continua a rimanere bambina ed ad averne un forte bisogno, anche se quando qualcuno cerca di abbracciarmi, soprattutto se è un uomo, mi irrigidisco e pur avendone bisogno, dall'altra parte ne ho paura, paura che fraintenda e vada oltre, che mi faccia del male, la paura mi domina quindi alzo un muro impenetrabile intorno a me e mi faccio vedere fredda come se non avessi bisogno di queste attenzioni, anche se a volte mi mancano così tanto e così forte da sentire una voragine nel petto.
Alzo lo sguardo visto che ero concentrata in un punto e noto che
Alex mi guarda con fare preoccupato <<Tutto bene? Hai uno sguardo malinconico>>.
Cambio immediatamente espressione, non riuscirò mai a parlarne, sorrido << si, si ero solo sovrappensiero>>.

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