CAPITOLO 12 - UN DIFFICILE ADDIO

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Aren corse immediatamente alle scuderie del paese, dove trovò il suo fedele Euter, che quando lo vide scalpitò di gioia e nitrì rumorosamente. Il cavallo era stato accudito con cura, nutrito, strigliato, lavato e tutto quanto. Sembrava proprio nel pieno delle sue forze e impaziente di partire per respirare di nuovo l'aria della libertà col suo padrone. Aren lo fece uscire e lo abbracciò forte, contento di poter riavere il suo compagno di avventure.

‹‹Sei pronto per partire?›› gli chiese Aren portandolo verso casa di Maula. Il cavallo sbuffò.

‹‹Pazienta ancora un po', aspetteremo l'alba. Prima devo salutare.›› replicò il Guerriero. Il cavallo non sembrò molto contento, ma non fece storie.

Una volta fuori, Aren fu sorpreso da una leggera folata di vento, che gli scompigliò il ciuffo di capelli castani sulla testa. Fu come una doccia fresca, fugace e rinvigorente, sembrava sollecitare il Guerriero fuori dalle mura del Paese, nel mondo che lo aspettava fuori. In quell'aria, il giovane respirò una sensazione di novità, come se il vento stesse voltando le pagine del libro della sua avventura. Era vero, un capitolo del suo viaggio si stava concludendo ed Aren era ormai pronto ad andare avanti, ma c'era ancora qualcosa che lo ancorava nel presente. Il giovane sapeva che non se ne sarebbe andato da Liethon senza sistemare le cose con Danya. Non sapeva come avrebbe fatto ad annunciarle una simile intenzione, quella di andarsene, perché neanche lui era sicuro di come entrambi avrebbero reagito; era come saltare nel vuoto.

La mente di Aren era ancora avvolta in questi pensieri quando arrivò a casa di Maula. Il Guerriero lasciò Euter fuori ad aspettarlo, quindi entrando iniziò a prepararsi per la partenza. Si cambiò con degli abiti adatti al viaggio e lasciò i vestiti prestatigli da Rhog su una sedia. Riempì una delle sue sacche di provviste attingendo dalla dispensa di Maula; prese solo quello che bastava per arrivare da lì a Freithen, non volendo approfittare troppo della donna, e per lo stesso motivo mise qualche moneta al posto delle provviste che aveva preso. Raccolse i pochi averi che aveva lasciato nella casa e li mise anch'essi in una delle borse. Infine riprese in mano la sua amata Neyrost, reduce della sua prima battaglia. Essa era ricca di graffi e sporcizia, perciò il Guerriero spese qualche minuto per lucidarla in modo approssimativo, il minimo indispensabile per ridonarle l'aspetto degno del suo nome.

A lavoro terminato si potevano ancora scorgere alcuni graffi riportati in battaglia, ma ad Aren non dispiacevano. Ora Neyrost sembrava brillare di una luce nuova, diversa da quella che aveva quando era appena stata forgiata: se allora la sua bellezza era dovuta alla novità e alla splendida fattezza, ora a tutto questo si aggiungeva l'orgoglio di aver combattuto per la prima volta. Adesso era una vera e propria spada, degna di un vero e proprio Guerriero. Aren sorrise mentre scorse il brillio dei suoi occhi riflessi nella lama: anche lui si vedeva diverso, dopotutto era stata anche la sua prima battaglia. Adesso non si sentiva più un ragazzino impaziente di impugnare la sua prima, vera arma e scendere in battaglia. Aveva ormai scoperto la brutalità della guerra, assaporato la sensazione di uccidere e aveva imparato l'amara lezione. Grazie a quelle esperienze, finalmente riflesso nella lama riusciva a riconoscere un uomo, un Guerriero.

Mentre riponeva Neyrost nel fodero e se lo legava in vita, la porta d'ingresso si spalancò con violenza e Danya irruppe nella sala come un uragano, seguita da Maula, la quale aveva un'espressione preoccupata sul volto. L'allegria che aveva mostrato Danya quella sera alla festa era ora svanita del tutto: i capelli erano tutti spettinati e non ormai c'era più neanche l'ombra del sorriso che solo qualche ora prima le si apriva sul volto; nei suoi occhi bruciava un terrore che risaliva a quando la sua famiglia era stata smembrata dai traffici di schiavi degli Elfi. Aveva perso la sua famiglia, allora, e la nuova famiglia che aveva appena trovato stava per andare via. In quel momento, Aren dubitò di quello che stava per fare, ma ormai aveva deciso. Danya puntò il suo sguardo di fuoco contro il giovane, e non appena vide come era vestito l'espressione nei suoi occhi da fiamma vivace divenne rigido marmo.

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