Capitolo 5

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VITA NUOVA E UNA VECCHIA CONOSCENZA.

Dopo le lezioni e dopo aver pranzato in mensa, decidemmo di fare come avevamo stabilito quella mattinata. Prendemmo la macchina di Bonnie e ci dirigemmo verso il centro commerciale più vicino per prenderci un gelato. Mentre stavamo degustando i nostri gelati, sedute su una panchina, Bonnie se ne saltò su dicendo:

«Cavolo stamattina stavo morendo di fame. A forza di fare le corse non abbiamo nemmeno fatto colazione».

«Già, a chi lo dici. Comunque, pensavo che magari per stasera potremmo ordinare delle pizze, così potremmo fare una serata film accompagnata da delle succulenti pizze. Che dici?»

«Ottima idea, Lily! E per il dessert non ti preoccupare, dovrei avere delle schifezze che mamma avrà sicuramente infilato nella valigia».

«Tua madre è una grande».

E nel mentre scoppiai a ridere, perché mi balenò in testa un'immagine di quando la madre di Bonnie dovette rincorrerla per tutta la casa per costringerla a mettere in ordine la sua stanza. Già, Bonnie era veramente una casinista totale.

«Perché ridi?» mi domandò.

«Stavo ripensando alla scena dove tua madre l'ultima volta dovette rincorrerti per costringerti a rimettere in ordine la stanza. Tutto sommato andò a finire bene, senza coltellate o massacri di vittime innocenti».

E riscoppiai a ridere, mentre lei mi rispose guardandomi storto, ma solo per finta.

«Sì, andò a finire bene per lei. Ti ricordo che mi minacciò, dicendo che mi avrebbe messa in punizione e che non sarei potuta uscire per una settimana intera, compreso il sabato. Fai un po' te, questo non mi pareva uno scambio equo, anzi tuttalpiù era una minaccia che non andava sottovalutata».

«Eddai B, in vita tua non sei mai stata in punizione. E poi nel caso fossi stata a casa un sabato sera, non sarebbe successo niente, sarei venuta io in tuo soccorso».

« E come? Se mi sarebbe stato imposto di evitare di vedere per una settimana i miei amici, come avresti fatto ?»

«Beh, mi sarei arrampicata di nascosto dalla finestra » aggiunsi e lei mi diede un tenero bacino sulla guancia.

«È per questo che ti adoro. Sai sempre cosa dire. Devo complimentarmi con me stessa, ho scelto una migliore amica eccellente».

«Povera me che mi tocca sopportarti. A quest'ora avresti dovuto farmi una marea di monumenti dorati».

«Contaci» e mi diede una  spallata che quasi mi fece cascare dalla panchina.

Successivamente aggiunse «Che dici se ora facessimo un po' di shopping?»

« A proposito di shopping e spese varie, devo trovarmi un lavoro per non dover essere troppo di peso a mia mamma. Il punto è che non saprei dove andar a chiedere».

Nel frattempo ci alzammo e ci avvicinammo verso a delle vetrine di qualche negozio, per dare un'occhiata a quello che vendevano.

«Beh da quello che so, cercano una cameriera in quel pub che dista a due quartieri più in là dal nostro dormitorio. Volendo potresti fare domanda lì. Inoltre, conosco il proprietario e quindi non dovrebbero esserci problemi».

«Mmm...non ho mai fatto la cameriera, ma potrei comunque sia tentare».

«Esatto! Anzi sai una cosa, al diavolo lo shopping! Ti accompagno al pub. Prima è, meglio è, no? Così se ci andiamo adesso in teoria non dovrebbero aver già trovato una candidata».

Un amore complicatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora