Chapter four

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Il rumore provocato da qualcuno che bussava alla porta mi svegliò, aprii gli occhi e vidi Taylor entrare mentre si stropicciava gli occhi. Mi stiracchiai e mi sedetti appoggiandomi al muro. Era una giornata soleggiata e la mia stanza era inondata di luce, cosa che mi fece chiudere gli occhi per un momento.

'Dormito bene?' le chiesi scherzando e facendo una piccola risata. Mi lanciò uno sguardo truce e si sedette di fronte a me. 

'Non ce la faccio ad andare giù e sorbirmi i ragazzi.' sbuffò e mi guardò. 

Presi il cellulare e guardai l'ora, erano le 11:30, non avevamo dormito molto connsiderando il fatto che eravamo andate a dormire alle 4. 

'Già, ma almeno ne è valsa la pena, ci siamo divertite un casino ieri sera.' Mi tolsi le lenzuola nere di dosso e andai in bagno a farmi una doccia veloce, avevo ancora i vestiti di ieri sera e mi sentivo sudicia. Una volta fuori lasciai i capelli bagnati sciolti e mi misi una t-shirt nera e dei pantaloncini di tuta.

'Dai, scendiamo' dissi mentre ero appoggiata alllo stipite della porta in attessa che Taylor si alzasse dal letto e mi seguisse. 

Mentre percorrevamo il corridoio sentivamo i schiamazzi dei ragazzi provenire da giù. Scendemmo le scale e entrammo in cucina dove erano tutti riuniti a fare colazione. Appena sorrisi ai ragazzi ci lanciarono delle occhiate truci.

'Wow, calme tigri' risi e presi del caffè mischiandolo con del latte per poi sedermi  affianco a Michael.

'Cosa cazzo vi è passato per la testa ieri sera?' Ashton ci lanciò uno sguardo accusatorio facendo saettare i suoi occhi da me a Taylor, la tensione si poteva tagliare con un coltello. Lanciai uno sguardo a Taylor e vidi che giocava con le sue mani, segno che era nervosa, e conoscendola sapevo che era davvero dispiaciuta, io invece alzai gli occhi al cielo non volendo iniziare una discussione. 

'Dobbiamo perforza parlarne?' borbottai guardandolo scocciata. 

'Si, dobbiamo.' Questa volta a parlare fu Calum che serrò la mascella e poggio le mani sul bancone. 

Luke e Michael non parlavano, i loro sguardi saettavano da me a Taylor, mentre Soffiavo sul mio caffè bollente.

'Gesù Cristo, cosa volete? Abbiamo quasi 18 anni e abbiamo solo bevuto un pò, non abbiamo ucciso nessuno, calmatevi.' Alzai un pò il tono della voce sapendo che avrei parlato solo io visto che a Taylor non piaceva litigare e in queste situazione preferiva rimanere zitta e subirsi i rimproveri.

'No, siete sotto il nostro controllo e se pensate che potete fare quello che volete avete sbagliato  di grosso, non ci mettiamo niente a rispedirvi da dove siete venute.' Ora ci stavamo praticamente urlando addosso. Mi alzai facendo strisciare la sedia contro il pavimento e sbattendo le mani sul bancone sporgendomi di più verso Calum e Ashton in segno di sfida.

'Oddio, ma sentiti, credi di farmi paura con le tue cazzo di minacce? Sei ridicolo, se vuoi posso ritornarci da sola' urlai.

'Bene, allora per-' venimmo interrotti da dei singhiozzi che provenivano, ovviamente, da Taylor.

'Taylor perché cazzo stai piangendo? Per una volta nella tua vita affronta le cose senza scoppiare a piangere come una fottuta bambina' Presa dalla foga del momento mi girai verso di lei e le urlai tutto in faccia, odiavo le persone deboli, e odiavo ancora di più quando qualcuno scoppiava a piangere. A quel punto Luke si alzò e si mise davanti Taylor per proteggerla da me mentre gli altri ragazzi si avvicinarono a lei rassicurandola.

'Credo davvero che dovresti andare ora.' disse calmo, anche se potevo vedere la sua masccella contratta e le sue spalle tese.

' Grazie a Dio.' dissi alzando le mani al cielo andando verso la mia camera, mi misi un paio di pantaloncini di jeans, mi aggiustai e scesi giù prendendo il telefono. Erano tutti ancora in cucina e non sentivo Taylor piangere. Uscì di casa sbattendo la porta e iniziai a camminare. Guardai l'ora sul teleono ed era passata più o meno un oretta da quando mi ero svegliata e non avevo la più pallida idea di cosa fare.
Iniziai a camminare e decisi che dovevo vedere cosa mi ero persa in quegli anni, con le cuffiette nelle orecchie e il vento che mi solleticava il viso mi lasciai andare rilassandomi un po'.
Dopo aver camminato per un bel po' sentì il mio telefono vibrare nella tasca dei pantaloncini e lo presi leggendo un messaggio da parte di Ashton.

Ash: Sono passate più di due ore dove sei?

Sbuffai e rimisi il telefono nei pantaloncini decidendo che era l'ora di tornare a casa.
Non avevo neanche un po' di senso di colpa per quello che era successo x in fondo non avevo fatto niente di male, stavo solo vivendo la mia vita al meglio dopo essere stata rinchiusa in quel posto di merda per troppi anni, e di certo non avrei chiesto scusa a nessuno.
Fermai un taxi per strada e gli dissi la mia destinazione e nel giro di dieci minuti mi ritrovai davanti l'enorme villa.
Pagai il tassista ed entrai.
'Non rispondi ai messaggi?' Appena entrai Ashton mi aggredì come un avvoltoio con uno sguardo arrabbiato.
'Avevo il telefono scarico' dissi scocciata togliendomi le scarpe e andando a mettere i calzini nella cesta dei panni sporchi.
'Cazzate' sputò Ashton. Stava osservando attentamente ogni mio movimento in attesa di qualcosa. Scuse forse? Avrebbe aspettato per l'eternità.
'Vado in camera' dissi dirigendomi verso le scale.
'Non finisce cosi' urlò Ashton dal piano di sotto mentre sbattevo la porta dietro di me.
Già mi ero scocciata di tutto.

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