Chapter Seven

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Spesso, sopratutto quando sono in posti affollati, vengo inghiottita dalla solitudine, e mi ritrovo a pensare a quanto tutto questo sia precario: gli amici, la spensieratezza, la "felicità". Ora ci siamo e domani non si sa.
Non si sa se tra 10 anni staremo sempre con le stesse persone, dove o cosa saremo.
Alla fine, per quanto possiamo illuderci, nasciamo soli e moriamo allo stesso modo, non ci sono scappatoie.
È una cosa così triste da pensare, da giovani si è circondati di persone che reputiamo i nostri affetti più cari e che alla fine ci abbandonano, chi per un motivo è chi per un altro.
A volte mi piacerebbe essere come le altre persone, che riescono a godersi i vari momenti della loro esistenza senza dover analizzare tutto, ma semplicemente non ci riesco.
Questo è uno dei motivi per la mia aggressività e per il mio bisogno di mostrare quanto forte io sia senza l'appoggio di nessuno.
La maggior parte delle volte voglio sempre stare sola, ma quando poi lo sono veramente la mia testa inizia a riempirsi di paranoie sul perché le persone mi abbiano lasciata sola nonostante gliel'avessi chiesto.
Vorrei pensare di meno e assaporare di più i momenti e le persone che mi circondano.
Venni riportata alla realtà dal mio telefono che squillava, lo caccia fuori dai jeans e me lo portai all'orecchio.
'Pronto?' risposi e rimisi una ciocca ribelle dietro l'orecchio.
'Bebe, dove sei? È tardi' la voce preoccupata di Luke risuonó attraverso l'apparecchio.
'Cazzo, scusa non mi ero accorta dell' orario, torno subito' affermai iniziandomi ad in camminare verso casa e attaccando il telefono.
Lanciai uno sguardo allo schermo del telefono  e mi accorsi che erano le 22:15, il cielo era buio e c'erano poche persone per strada.
Ci avrei messo più o meno 10 minuti ad arrivare a casa, ma non avevo affatto paura, come sempre d'altronde.
Nessuno lo sapeva, ma avevo una 'patologia' la quale non mi faceva avere paura, o meglio non riuscivo a riconoscere bene i pericoli.
Per dire, qualcuno avrebbe potuto puntarmi una pistola alla testa e non mi avrebbe minimamente scalfita.
I medici lo scoprirono in orfanotrofio quando avevo all'incirca 14 anni, quando entrarono due uomini armati che speravano di rubare chissà cosa e io fui l'unica a non scappare quando li vidi, al contrario li affrontati.
Questo comportamento risultò molto strano ai dipendenti, e quindi mi fecero fare vari test per cercare di trarre qualche conclusione.
Continuai a camminare finché non mi ritrovai davanti l'enorme villa che era la nostra casa. Cacciai fuori la chiave elettronica e aprì il cancelletto per poi dirigermi all'entrata.
Appena dentro fuì travolta da un odore di cibo messicano.
Dio, avevo già l'acquolina in bocca. Posai la giacca e le chiavi all'entrata e mi diressi in cucina.
'Finalmente sei tornata, ci eravamo preoccupati.' Sospiró Ashton.
'Non c'era motivo, come vedete è tutto apposto' dissi indicandomi per far intendere che ero ancora intera.
'Sto morendo di fame, che si mangia?' dissi emozionata dirigendomi verso  il mio posto a tavola.
'Messicano, speriamo vi piaccia' disse Calum addentando un tacos che si trovava nel suo piatto.
Mi allungai per prendere la ciotola con i nachos e ne misi un po' nel mio piatto, aggiungendoci poi un po' di salsa piccante.
Mentre gli altri parlavano mi stavo assaporando quella cena squisita, non avevo mai mangiato meglio in vita mia.
'Ragazzi devo chiedervi un favore' l'attenzione di tutti si concentrò su di me mentre aspettavano che prendessi parola.
'Ho davvero bisogno di una moto' supplicai facendo gli occhi a cerbiatto.
'Un motorino vorrai dire' puntualizzo Calum.
'No, intendo proprio una moto ' dissi prendendo un sorso d'acqua.
'Non mi sembra una buo-' iniziò a parlare Michael prima di essere bruscamente interrotto da Ashton.
'Assolutamente no, sai quanta gente muore ogni anno con quegli affari?' chiese incredulo.
'Si, ma io non sarò una di quelle. Per favore' supplicai facendo un espressione tenera.
'Poi vediamo' disse scocciato Calum.
'Lo prendo come un si' canticchiai allegramente continuando a mangiare.
Restammo a tavola per altri 20 minuti e io utilizzai il mio tempo per osservare gli altri chiacchierare.
Non parlavo non perché non avessi confidenza con loro, ma perché a volte mi sentivo fuori posto.
Chiariamo: non ero una di quelle ragazze sempre depresse e tristi, però avevo parecchi sbalzi di umore. Il momento prima potevo essere la persona più felice del mondo e quello dopo la più triste.
Uno dei miei difetti più grandi era che pensavo troppo. La mia mente non si fermava mai, era come essere intrappolata in un vortice infinito  di pensieri.
Mi piaceva osservare le persone e provare a indovinare a cosa stessero pensando.
Comunque, dopo 10 minuti il mio flusso di pensieri venne interrotti da rumori di sedie che stridolavano contro il pavimento, guardai gli altri e vidi che si stavano alzando per sparecchiare.
Mi alzai anche io e misi il mio piatto nel lavandino.
'Chi li deve lavare i piatti?' chiese Michael.
'Beh li abbiamo lavati tutti tranne Bebe, quindi' Calum mi puntó gli occhi addosso 'tocca a te'.
Sbuffai supplicandoli 'Vi prego è tardi e sono stanca, li faccio domani giuro'. Dissi portandomi una mano al petto e l' altra mostrandola a loro in segno di giuramento.
'Va bene, però ricordati' mi avvisó Ashton.
Lo guardai e gli sorrisi per acconsentire e mi andai a buttare sul divano prendendo fuori il mio telefono.
Dopo due minuti eravamo tutti seduti sul divano con le coperte e i ragazzi stavano mettendo un film.
Io stavo chattando nel gruppo con i ragazzi e le ragazze e ogni tanto mi scappava una risata.
Vidi con la coda dell'occhio che Luke si era seduto vicino a me, e mentre gli altri guardavano il film io rimasi a telefono per altri 10 minuti.
'Non mi piacciono le tue amicizie' mi sussurró Luke all'orecchio.
Lo guardai e 'Te ne farai una ragione' dissi.
Lui mi guardò con aria di rimprovero ma non continuó la discussione, probabilmente era stanco anche lui.
Decisi cosi di spegnere il telefono e rannicchiarmi sul divano.
Non riuscì a focalizzarmi sul film a causa dei miei occhi che si chiudevano in continuazione per la troppa stanchezza e così dopo una mezz'ora mi addormentai.
A risvegliarmi furono due mani che mi afferrarono dal busto e venni poggiata sul petto di Luke.
Troppo stanca per capire qualcosa, mi riaddormentai dopo pochi minuti.

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Dovete scusarmi per il ritardo, ma tra l' inizio dell'Università è altre cose sono stata impegnatissima. Ho già scritto i prossimi capitoli, quindi questa settimana caricherò il capitolo 8. Voi che facoltà studiate? O, se state al liceo, che indirizzo avete scelto?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 26, 2018 ⏰

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