A soul , two bodies

Bye bye Buenos Aires

Ero seduta vicino a Susan , quando ad un tratto l'aereo inizió ad alzarsi dalla terra ferma, più salivamo più la terra sotto di noi si rimpiccioliva, immergendosi nelle nuvole.           

Non posso credere che stessimo andando a New York, il mio sogno da quando ero piccola, sarebbe stato sicuramente fantastico, certo avrei dovuto cambiare la scuola e la palestra ma ne valeva la pena.

"Va tutto bene?" Chiese la mamma a me e Susan che eravamo in dormiveglia.

"Si tutto bene." rispose Susan per tutte e due.

Non è che andasse proprio tutto bene , non ero mai salita su un aereo ed il pensiero di volare a non so a quanti kilometri d'altezza mi innervosiva un pó.

Dopo circa 6 ore di volo arrivammo a Philadelphia per una sosta.

La mattina seguente ripartimmo , l'aereo era molto più piccolo di quello di Buenos Aires,
questa volta ero seduta vicino a Carlos,le ore di volo passarono molto velocemente, penso di averle passate tutte a dormire.

Mi risvegliai sulla spalla di Carlos con le orecchie ancora tappate dopo il volo.

Dopo aver preso le valigie ci recammo all'uscita dall'aereoporto dove ci stava aspettando un taxi giallo,
l'autista iniziò a caricare le valigie nel bagagliaio e noi iniziammo a prendere posto.

Vedevo la città dal sedile posteriore della macchina e immaginavo come facessero le persone ad abitare ai piani più alti dei palazzi.

"Ragazzi mi è arrivata un email per il nostro appartamento, abiteremo al 40º piano." Ci disse nostro padre.

Il taxi ci lasció davanti ad un palazzo altissimo, avrà avuto almeno un' ottantina di piani.

La salita in ascensore fu molto lunga, e arrivati al nostro piano mio padre cacciò una carta per aprire la porta, subito con mia sorella ci precipitammo nella stanza che con nostro stupore era una delle più grandi.

Dopo aver sistemato la nostra roba presi il telefono e ho chiamato Sasha per raccontargli del viaggio.