La settimana volò,passai la maggior parte del tempo a sentire musica e a stare al telefono con Ed, Dio quanto mi piaceva parlare con lui, eh...beh si studiavo anche ... più o meno.
La settimana successiva avrei avuto una montagna di compiti e verifiche, perché anche se avevo cominciato da poco la scuola lì ,questa era iniziata molto prima, e ormai era tardo novembre e il calore natalizio iniziava a sentirsi ( così per dire perché faceva un freddo cane)
Il lunedì mattina mi svegliai sul divano.
Avevo passato una nottata di merda tra tosse e raffreddore.Appena aperto gli occhi la luce accecante del sole iniziò ad investirmi ,subito dopo aver chiuso un po' la persiana iniziai a pregare che mi stesse venendo la febbre, così ,tanto per saltare la verifica di mate.
Mi misi il termometro a mercurio in bocca in attesa del risultato della mia preghiera, niente non avevo febbre.
Il liquido rosso indicava il 36.5.Avrei fatto di tutto per saltare quella maledetta verifica, allora mi venne un'idea, scaldai un po' d'acqua che divenne bollente,tanto che il primo tentativo non fu dei migliori dato che per la mia fretta e per il fatto che mi muovo peggio di un elefante,il pentolino con l'acqua calda mi bruciò tutta la mano e cadde invadendo il parquet.
Il secondo andò meglio, presi il termometro e lo immersi nel bicchiere.
Subito corsi sul divano , chiamai mamma e misi il termometro in bocca che ormai segnava il 38.5.
Mia mamma presa dallo spavento della notte prima, corse per vedere come stavo.
Prese il termometro in mano e dopo essere sobbalzata dalla cattiva sorpresa, mi diede la via libera per rimanere a casa.Dopo un'ora la casa era completamente vuota e per arrestare il tempo chiamai Sasha che non pensavo rispondesse , ma a mia sorpresa sentii la sua voce dopo pochi squilli.
"We Sasha!"
"We" rispose lei insonnolita.
"Come mai non sei a scuola?" mi accorsi che non aveva molta voglia di parlare.
"Ho passato una notte di schifo." sbottò.
"Perchè?" chiesi.
"Non posso, ho giurato che non te l'avrei detto, mi dispiace,ma... non posso."
"DIMMELO!!!" dissi in tono autoritario.
"Non posso!"
"Dai!!!"
"Ti ho detto di no!" disse cercando di chiudere la conversazione, ma io non mollai e dissi:
"Sono lontana chilometri e chilometri, se lo venissi a sapere non cambierebbe niente.""Eh vabbè te lo dico solo perché ti voglio un bene dell'anima, ehm... non so come dirtelo, beh..."
"Dillo e basta!" La incitai io
"Mi prometti che manterrai il controllo?" domandò
"Si, ti sbrighi a parlare!!!"
"Okay... John ... "
"JOHN..." dissi io per spingerla a muoversi
"Si droga" disse lei tutto di un colpoQuelle parole mi uccisero nel profondo dell'anima, Io, John e Sasha siamo sempre stati migliori amici fin da quando portavano i pannolini, la nostra era una vita perfetta, tra le gare di nuoto di Sasha, le mie competizioni di ginnastica e le numerose partite di basket di John, e venire a sapere che il mio migliore amico si drogava mi diede l'impressione di cadere in un pozzo senza fondo.
"Da quanto?"dissi sul punto di piangere.
"Da... tre mesi." rispose.
"COSA!?" non ci potevo credere.
"Già."
"Vado a chiamarlo!"
"Non ti risponderà."
"Perché?" domandai
"È in uno stato di coma... e..."Non fece in tempo a finire la frase che io chiusi il telefono.
Le lacrime mi rigarono il volto fino a pendermi dal mento, ero arrabbiata con il mondo perché è così crudele, ero arrabbiata con John perché aveva lasciato che le droghe impossessassero il suo corpo ma sopratutto ero arrabbiata con me stessa perché non me n'ero mai accorta.
Senza nemmeno rendermene conto presi il telefono e digitai il numero di Ed che rispose al primo squillo.
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A soul , two bodies
Lãng mạnMichelle una ragazza di 16 anni di origini italiane ha sempre vissuto a Buenos Aires ,ma per il lavoro di suo padre è costretta a trasferirsi a New York la sua città preferita. Tutto sarà nuovo per lei, per fortuna potrà contare su Susan, sua sorell...