Ormai, era passata mezz'ora dall'ultima confessione. Padre Gabriel guardava l'ora del telefono, con la speranza che arrivasse qualcun'altro. Nell'ultimo periodo non veniva più nessuno a confessarsi. Forse per i troppi impegni, o forse perché di peccatori timorosi non ce n'erano più come una volta.
Un silenzio cupo regnava nella cattedrale, finché Padre Gabriel non sentì la porta d'ingresso aprirsi facendo entrare un po' di rumore dall'esterno e dei passi veloci rimbombare verso il confessionale.
La figura dall'altro lato dopo aver spostato la tenda, si inginocchiò di fretta provocando un forte scricchiolio del legno.
Padre Gabriel incuriosito guardava quella figura dai lineamenti femminili, con le mani giunte davanti al viso quasi a nasconderlo, cercando di capire chi potesse essere, finché non parlò.
"Padre, mi perdoni perché ho peccato."
Era la voce di una donna, alterata dal timore.
"Il signore ti ascolta.."
"Ho peccato in pensieri..pensieri impuri." Disse titubando.
"Non avere timore. Dio saprà perdonare... Ma mi spieghi meglio."
Dato che la maggioranza dei confessionali, che Padre Gabriel riceveva, erano sopratutto di pensieri discordanti con quello che la persona credeva fosse giusto, non si scompose molto.
"Ho peccato in pensieri impuri...verso un'uomo di chiesa.."
Ok, forse questo poteva essere il più interessante.
"Continua."
"Vede padre.. Tre domeniche fa, durante la sua omelia, piena d'entusiasmo, delle persone che si donano al prossimo, mi sono ritrovata a pensare a come lei dev'essere passionale nel donarsi."
Padre Gabriel era confuso. Non capiva quali fossero i pensieri impuri che affliggevano la donna.
"Io ci metto passione in quello in cui credo.. Non c'è nulla di sbagliato. Non vedo dove possa esserci impurità in questo?"
"Vede padre, il mio pensiero impuro, che tutt'ora continua, non è in quanto a donarsi al prossimo per aiutarlo nelle difficoltà... ma che lei dev'essere passionale..anche intimamente..e l'ho pensata con me...durante le notti in cui mi sentivo sola.."
Padre Gabriel rimase stupito. La sua bocca si spalancò leggermente e il suo viso iniziò ad arrossire. Non sapeva cosa rispondere, anche perché diventare bersaglio dei pensieri impuri di una donna, non gli era mai passato per la testa. Sapeva di essere un uomo piacente nella media, ma non di rientrare nelle fantasie di qualcuno e sopratutto che gli fossero confessate.
"..Vedi sorella.."
Una risata esplose fragorosa oltre la grata del confessionale.
"Ahahahaha.."
"Ma! Cosa ci trova ora diverte?" Riprese infastidito Padre Gabriel.
"Ahaha... la faccia che hai fatto!! Dovevi vederti!!"
Padre Gabriel stava iniziando ad innervosirsi. Era uno scherzo di pessimo gusto. Soprattutto per essersi reso conto di aver titubato nel trovare una risposta adeguata, da dare alla donna.
Si sentì stupido per esserci cascato. Si alzò di scatto dalla sedia, prese la tendina e l'aprì per uscire. Spalancò la tendina a lato e appena la vide si sentì ancora più stupido per non averlo intuito subito. Non poteva esser stata che lei. Elisa.
China sull'inginocchiatoio del confessionale, con la testa piegata in avanti tra le braccia, che smorzavano la grande risata. Lentamente Elisa si alzo in piedi, aveva le lacrime agli occhi dal ridere. Lei con quei suoi occhi marroni intensi, i suoi capelli neri lunghi fino alle spalle. Quel viso ancora da ragazza anche se aveva ventotto anni e un corpo maturo da donna.
STAI LEGGENDO
Il Dono Regalato
ParanormalQuesta storia parla di una ragazza, Elisa, che dopo un incidente in strada che la lascia in coma, riescie ad ottenere dei poteri che prima non aveva, e saranno i suoi amici e i suoi amori ad aiutarla ad uscirne viva vivendo serena con la sua nuova s...