f i v e

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Mi piace tradurre, credo sia una delle poche cose che mi riesce bene. (O forse è solo una mia convinzione?)
Non lo so il perché, in realtà, considerando il fatto che meno di due anni fa ignoravo completamente tutto ciò che non veniva scritto in italiano. Ero una frana in inglese, tanto da non saper mettere insieme nemmeno una frase di senso compiuto.

Non sto scherzando, il mio parlato, ma anche il mio scritto, facevano pena. Poi, sarà che dovevo dimostrarmi che sono un geniaccio (ha! Sì, scherzo), o che comunque se non so l'inglese non vado da nessuna parte, mi sono messa proprio sotto a studiarlo. Più che altro, se a scuola non sappiamo fare un discorso di senso compiuto in lingua, ci rompono un piatto in testa (forse per compensare tutti i bicchieri che abbiamo rotto durante l'anno) e ci minacciano di non farci passare l'anno (che incubo). Quindi, per forza di cose, o lo sai o lo sai, non c'è via di mezzo.

E, praticando la lingua durante il lavoro o, comunque, con i turisti che ti bloccano per strada mentre urleggi sulla tua crush, qualcosa ne ho ricavato dall'ignoranza in cui vivevo, ed ho iniziato a leggere storie in inglese che ho scoperto essere molto meglio di tutte quelle che avevo letto in italiano (non tradotte, ma scritte direttamente da autori italiani, pensate in italiano e pubblicate originariamente in italiano).

Il fatto che mi piaccia tradurre deriva dal fatto che non capivo come caspita facesse la gente a tradurre così bene, tanto che poi mi sono messa alla prova.
Ed ho scoperto di non fare affatto schifo :D.

50 facts about meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora