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d r i v i n g

È bello viaggiare con la pioggia.
La coperta pare invitare al sonno più del solito mentre la musica si mescola al ticchettio della gocce e il mondo sembra girare tutto intorno. Di solito quando la pioggia comincia a farsi più aggressiva ci fermiamo vicino a un posto circondato dal verde, non importa che sia un bosco o uno spiazzo d'erba, un parco abbandonato o una zona campeggio poco frequentata, tiriamo fuori i cuscini dal bagagliaio e Sehun si sdraia alla bell'e meglio di schiena su entrambi i sedili di dietro e lascia che io mi accoccoli su di lui stringendomi tra le sue braccia come farebbe con un peluche. È un altro dei nostri rituali.
Una volta svegliato mi sembra di essere rinato, tanto è bella la sensazione di essere conodtti al sonno dal rumore della pioggia e il regolare movimento del petto caldo di Sehun.
Quando piove non facciamo l'amore, la pioggia mette Sehun di cattivo umore e sento che unirci lo porterebbe solamente a sfogare il suo malumore sul mio corpo, impedendogli di amarmi nel modo giusto.

Ancora non eravamo arrivati a destinazione, o meglio, ancora non avevamo deciso di fermarci. Le luci della città erano scomparse già da un po' lasciando che fossero le pannocchie nei campi coltivati fuori da Seoul a sfocare in una macchia vagamente distinguibile attraverso il finestrino.
Sehun odorava ancora leggermente di gin; anche questa volta al posto di affrobtare il problema ci siamo rifugiati nei selidi duri dell'audi di Sehun, il moro non ne voleva sapere di ascoltare le mie ragioni e sarebbe d'altronde stupido pretendere ciò da un ubriaco. Tirai giù di poco il finestrino e inspirai a fondo l'aria della notte. Chiusi gli occhi, per permettere all'apparato sensoriale di concentrarsi solamente sull'olfatto.
Volevo sentire la notte entrarmi nei polmoni.
Senza preavviso, Sehun fermò l'auto in una piazzola proprio a fianco alla grande autostrada.
Riaprii gli occhi e tornai con la testa all'interno dell'auto, riprendendo piano coscienza della situazione. Sehun si era slacciato la cintura, un sorriso affiorava sul suo volto, illuminandolo di un fascino dolce.
Mi osservava con aria divertita dal posto del guidatore, i suoi occhi erano caldi, accoglienti, sembrava volermici invitare dentro.
«Voglio fare una cosa Baek» disse poi, uscendo dall'auto e affrettandosi ad aprirmi la portiera.
Scesi anch'io dall'auto e mi sgranchii le ossa addormentate, costringendole ad un brusco risveglio.
Sehun tirò fuori una coperta dal bagagliaio, richiudendolo subito dopo e corse nella mia direzione, coprendomi con metà del telo, riservando l'altra metà a se stesso. La pioggia scendeva ancora pesante e fredda.
Più avanti, circondati dagli alberi, c'erano dei tavoli da picnic in legno, Sehun li indicò con il dito e mi ci portò.
Quindi mi tolse di dosso la coperta e la appoggiò su uno dei tavoli.
«Ma è tutto bagnato e sta piovendo Sehun» reclamai spostando gli occhi dal moro al telo che piano piano assorbiva la pioggia e si colorava a macchie di  rosso scuro. Lui allungò il suo dito indice sulla mia bocca e sussurrò un semplice "shh".
Quindi mi prese in braccio allargando le mie gambe e facendole aderire alla sua vita e mi fece sedere sulla coperta ormai zuppa.
«Sono felice Baek, voglio sentirti, voglio sentire la pioggia» disse, avvicinando il suo viso al mio e guardandomi negli occhi.
La sincerità e l'amore nei suoi occhi erano tanto forti da farmi quasi commuovere. Lacrime di scusa e gocce di pioggia gli bagnavano il suo viso.

driving :: sebaek Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora