✧d r i v i n g✧Le gocce di pioggia scendevano lente sul finestrino appannato dell'auto, filtravano le luci della vicina città che sfocavano in una vaga macchia gialla, andando a confondersi con il maglione color senape che aveva indosso Sehun.
Teneva lo sguardo fisso sul vetro dell'auto, le braccia tese e le mani salde sul volante.
Il suo viso pareva freddo, la sua espressione indecifrabile.
Succede spesso mentre guida che il suo sguardo assuma quell'espressione di distaccamento, come avesse deciso di sintonizzarsi ad una realtà diversa.
Sehun pensa tanto mentre è al volante;
in macchina i nostri ruoli sono ben definiti: lui sta al volante e io al posto del passeggero, a Sehun piace guidare e a me piace osservarlo mentre guida.
Dopo un litigio saliamo entrambi in macchina e mettiamo sulla radio il solito disco dei Beatles grazie al quale ci siamo conosciuti in un giorno di primavera, in un negozio lezzo di cd usati, e finiamo per fermarci in qualche zona isolata in campagna a fare l'amore con "don't let me down" che fa da colonna sonora e il buio della notte che inghiotte tutto il paesaggio circostante.
A Sehun non piace il sesso, quello che si fa per divertimento e lussuria, quello che divora mano mano l'anima nell'atto del piacere.
Non che me l'abbia mai detto esplicitamente, ma lo so. Capita che a volte, non sempre, riesca a percepire lo stato d'animo delle persone, la sensazione che provo in tale caso è molto accentuata se la persona in questione occupa un posto importante per me.
Quando Sehun sta male, la sensazione è tanto forte da procurarmi dolore fisico.
Se sembra giù di morale mi basta scrutare nei suoi occhi scuri per capire se la causa del suo cattivo umore è tristezza, rabbia, frustrazione o stress.
Quando è al volante però è diverso, ci sono troppi pensieri, che volgono tutti in direzioni diverse e tutto si confonde in un unico grande groviglio di lettere e parole indecifrabili.
Credo a Sehun metta un po' a disagio questa mia sensibilità. Ma mi ama. Non me l'ha mai detto direttamente, di amarmi, ma certe cose le si sentono. Stiamo insieme da ormai due anni e viviamo insieme da poco più di otto mesi. Abbiamo affrontato parecchie difficoltà e abbiamo rischiato parecchie volte di mettere fine alla nostra relazione. Dopo ogni litigata ci rifugiamo codardamente in macchina, lasciando che siano i Beatles e il sesso a sistemare le cose tra noi. Non è la slluzione migliore, lo so.
Bisognerebbe discutere, arrivare a un compromesso o alla soluzione del problema, ripristinare la fiducia persa e rassicurarsi con parole dolci e baci caldi.
Quest'abitudine è ormai diventata una sorta di rituale, una tacita promessa, imprescindibile e necessaria.
Io e Sehun viviamo di tanti piccoli rituali, la nostra vita potrebbe apparire dall'esterno come una monotona ripetizione della stessa melodia, ma sono proprio queste abitudini che compongono la nostra routine a tenerci insieme.Oggi c'è qualcosa di strano nel colore delle luci della città e nel maglione di Sehun, anche i suoi occhi appaiono strani, nonostante esternino la loro usuale freddezza non li sento opporre tanta resistenza come al solito.
Poteva essere un segno dell'imminente cambio di qualcosa nella nostra relazione? Forse il circolo sul quale basavamo la nostra routine io e Sehun era destinato a rompersi, invitando entrambi a trovare qualcosa di nuovo da seguire. Consideravo il sottile filo che ci legava insieme come una sorta di incantesimo tenuto insieme dalla quotidianità delle nostre azioni, non ero sicuro di desiderare un cambiamento, non volevo che l'incantesimo si spezzasse.
Pensavo questo, mentre osservavo Sehun canticchiare sottovoce il ritornello di una canzone a me vagamente familiare sopra una canzone dei Beatles, perso in chissà quale altra realtà.